MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
Buon Natale e Felice Anno Nuovo,
MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR, FROHE WEIHNACHTEN UND HAPPY NEW YEAR, Gëzuar Krishtlindjet dhe Gëzuar Vitin e Ri, عيد ميلاد مجيد وسنة جديدة سعيدة , З Калядамі і HAPPY NEW YEAR, ВЕСЕЛА КОЛЕДА И ЩАСТЛИВА НОВА ГОДИНА, ЎBON NADAL I FELIÇ ANY NOU, VESELÉ VÁNOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK, Sretan Božić i Sretna Nova Godina, GLĆDELIG JUL OG GODT NYTÅR, Happy New Year חג מולד שמח ו, Häid jõule ja head uut aastat, HYVÄÄ JOULUA JA ONNELLISTA UUTTA VUOTTA, FELIZ NATAL E FELIZ ANO NOVO, Nadolig Llawen a Blwyddyn Newydd Dda, ΚΑΛΑ ΧΡΙΣΤΟΥΓΕΝΝΑ ΚΑΙ ΚΑΛΗ ΧΡΟΝΙΑ, Merry Christmas AGUS Athbhliain BHLIAIN, Gleπileg jól og Gleðilegt nýtt ÁR, Priecīgus Ziemassvētkus un laimīgu Jauno gadu, Kalėdų ir Naujųjų metų, Merry Божиќ и Среќна Нова Година, FELICE ANNO NUOVO ناتاله پست, BUON NATALE E FELICA ANNO NUOVO, Crăciun fericit şi HAPPY NEW YEAR, С Рождеством и HAPPY NEW YEAR, Срећан Божић и срећна Нова Година, VESELЙ VIANOCE A ŠŤASTNÝ NOVÝ ROK, Vesel božič in srečno novo leto, ˇFELIZ NAVIDAD Y FELIZ AÑO NUEVO, GOD JUL OCH GOTT NYTT ÅR, З Різдвом і HAPPY NEW YEAR, Boldog Karбcsonyt és Boldog Új Évet, לעבעדיק ניטל און גליקלעך נייַ יאָר
FORMAZIONE
il FIGLIO dell'UOMO ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ; http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ; http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu; |
dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010 9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de " i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo |
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-08 fino ad oggi 2010-04-14TUTTO SULLA RIFORMA NELLA RASSEGNA DEL SOLE 24 ORE (leggi più sotto). Riforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio Una riforma per innovare, ma anche per alleggerire organici e costi di una macchina scolastica accusata di inefficienza. Tra rivisitazione degli ordinamenti, riduzione degli orari e tagli delle compresenze, le scuole superiori mettono sul piatto anni 15.300 dei 45.300 posti che gli organici della scuola perderanno per strada nei prossimi tre anni. Parere commissione cultura sui licei Parere commissione cultura sugli istituti tecnici Parere commissione cultura sugli istituti professionali Parere del Senato sui lice Parere del Senato sugli istituti tecnici Parere del Senato sugli istitui professionaliStretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari Via libera alla riforma delle superiori Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa SCUOLA alla PROVA del FEDERALISMO piu' FORMAZIONE per USCIRE dalla CRISI |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
Questa non è la riforma della Scuola Superiore, questa è l'abdicazione della Scuola alla ragione di un effimero risparmio economico.
Con questa riforma ci sarà una dequalificazione ulteriore delle possibilità d'apprendimento in virtù della riduzione delle ore/lezioni/materie d'insegnamento da 36 a 32, che rappresenta una decurtazione del 12,5% ( anche se aumentano fittiziamente i minuti d'insegnamento da 1800 a 1920 ).
Inoltre l'immobilismo porterà ad un ulteriore arretramento rispetto alla Scuola Europea che viceversa è in cammino.
Inoltre il punto più dolente è che non si attuano le scelte giuste, perché quando gli altri paesi della Comunità tendono ad una scuola Europea, in controtendenza il Governo sceglie di realizzare una Scuola Federalistica, addirittura di nome e di fatto Provinciale, perché, per quanto riguarda gli Istituti Tecnici, si potrà programmare le lezioni in funzione delle esigenze dell'imprenditoria locale, nella misura del 30% nel 2° biennio e del 35% nell'ultimo anno.
Poveri gli Studenti che avranno un curriculum scolastico provinciale, che sarà difficilissimo spendere a livello nazionale. E' assurdo !
Mi permetto di parlare degli ITIS, Istituti Tecnici Industriali, in virtù della mia formazione scolastica, e della mia esperienza professionale e personale :
Tanto premesso secondo me gli insegnamenti attuali degli ITIS andrebbero in linea di massima confermati, ottimizzandoli, confermando il numero di ore attuali per l'Apprendimento Teorico.
Quello che invece andrebbe ulteriormente fatto è l'attuazione del tempo pieno, aggiungendo le ore pomeridiane per integrare la preparazione teorica del mattino con quella pratica pomeridiana, utilizzando in maniera mirata i Laboratori e le Strutture degli ITIS, per :
- Collegarli all'industria, alle aziende leader nazionali, a seconda del tipo di indirizzo specifico, per acquisire online cataloghi, documentazione tecnica,
standard di progettazione e montaggio, manuali di manutenzione, listini, certificazioni, capitolati, specifiche, software di calcolo, prezziari, altro materiale specifico
- Far partecipare gli studenti alla Formazione Tecnica offerta dalle Medesime Aziende Leader
I costi possono essere ammortizzati con proventi derivanti dai servizi resi al territorio con i Centri Servizi, con contributi altrimenti sperperati in maniera anomala e non altamente finalizzata della Formazione post-scolastica, con l'utilizzo di personale in cassa integrazione e mobilità, con l'utilizzo delle immense energie giovanili, a rotazione, nei servizi di Mensa, Biblioteca, Centro Servizi, Servizi Sociali, Gestione dei Siti Internet online relativi ad Enti ed Appalti
Questi sono gli obbiettivi e le vere riforme da attuare, non il rimescolamento delle carte, un falso maquillage estetico, la riduzione delle ore.
Per questo è necessario mobilitare il mondo del lavoro e della scuola per sensibilizzarlo a queste esigenze vitali, e non alla riforma proposta dal Governo.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
Dal Sito Internet de il SOLE 24 ORE
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http://www.ilsole24ore.com2010-02-09
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-02-06 6 Febbraio 2010 RIFORMA Scuola, Gelmini: prossimi obiettivi reclutamento e valutazione E ora "riforma del reclutamento dei docenti" e "introduzione della valutazione", preludio, quest’ultimo "all’introduzione di una vera carriera basata sul merito". All’indomani del varo definitivo della riforma della secondaria, il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini indica i prossimi obiettivi della sua azione. Ma per ora, spiega ancora il ministro, c’è la necessità di illustrare la riforma appena varata, su cui il dibattito tra favorevoli e contrari non sembra placarsi. Una "contrapposizione" che non piace alla Gelmini, che critica anche la bocciatura in commissione parlamentare dei regolamenti da parte delle opposizioni. "La riforma non è solo frutto del lavoro di questo governo – spiega il ministro –. E quello che mi ha stupito è il voto contrario dell’opposizione soprattutto per il regolamento degli istituti tecnici, dove abbiamo recepito molto del lavoro svolto anche con il ministro Giuseppe Fioroni". Entrando poi nell’illustrazione dei diversi interventi, il ministro parlando dai microfoni di Radio24, ha affermato che "per i licei sono state individuate tre materie chiave: italiano, matematica e lingua straniera. Ora in tutti e sei i licei l’insegnamento della lingua straniera avverrà per tutti e cinque gli anni", con la possibilità nell’ultimo anno di attivare un insegnamento di una materia non linguistica in lingua straniera. Per quanto riguarda i canali degli istituti tecnici e dei professionali, il ministro ha sottolineato che la riforma "è una delle risposte più importanti alla crisi economica. La cosa che più conta è che si vuole creare una collaborazione forte con il mondo del lavoro". Anche per questo l’elaborazione dei regolamenti di questi due canali è avvenuta in raccordo "con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, con il quale sono state individuate sei azioni per rilanciare l’occupazione dei giovani e la prima di questa è proprio quello di facilitare la transizione dalla scuola al lavoro". Un altro aspetto è anche la possibilità di svolgere l’apprendistato a 15 anni, cioè durante l’ultimo anno dell’obbligo d’istruzione fino ai 16 anni. "Il contratto di apprendistato – commenta il ministro Gelmini – significa aiutare questi ragazzi che non hanno intrapreso altri canali formativi e renderli più liberi". Un obiettivo che lo stesso responsabile della Pubblica Istruzione andrà a spiegare al mondo imprenditoriale, come avverrà lunedì a Monza, in cui affronterà proprio i nodi e le novità di questa collaborazione introdotta con la riforma. E la necessità di un confronto con il mondo della scuola è sottolineato con forza dalla Disal-presidi, associazione professionale dei dirigenti scolastici. "Toccherà come sempre a chi nella scuola è appassionato alla propria vocazione professionale e ai giovani – commenta il presidente nazionale Roberto Pellegatta – rimboccarsi le maniche per fare dei pur limitati spazi di flessibilità e autonomia uno spiraglio di migliore risposta ai bisogni formativi dei giovani". Il tutto, sottolinea ancora il presidente di Disal, ovviamente "senza l’insana contrapposizione politico-sindacale", ma con "un’informazione tempestiva, formazione dei docenti, chiarezza su tempi e strumenti". E anche il fronte sindacale è tornato a chiedere un confronto con il ministro per affrontare i temi più caldi della riforma. Ma ieri nell’intervento radiofonico, il ministro ha toccato anche altri temi. E così non manca una battuta sul tetto del 30% di alunni non italiani iscritti in ogni singola scuola. "Occorre – ha spiegato – uno sforzo organizzativo, ma non è un problema irrisolvibile. Si tratta di distribuirli anche tra plessi scolastici che si trovano nello stesso quartiere, a poca distanza l’uno dall’altro. Ricordo poi che restano esclusi dal tetto i ragazzi che sono nati in Italia e che conoscono la lingua italiana". Enrico Lenzi
2010-02-04 4 Febbraio 2010 ISTRUZIONE Scuola, alle superiori si cambia Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. "Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa.Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di un alegge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze"). La Gelmini: "Non vogliamo fare cassa". La riforma delle scuole superiori, che ha avuto il via libera definitivo dal Consiglio dei ministri non è "assolutamente una riforma per fare cassa". Lo ha ribadito il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, illustrando il provvedimento al termine della riunione. "Siamo stati accusati di fare cassa -ha affermato Gelmini- è assolutamente falso. La riforma -ha evidenziato- è frutto di un lavoro approfondito. Sono 50 anni che siamo in attesa di una riforma organica. Era, quindi, urgente farla per riqualificare gli studi e oggi, grazie al contributo di tutti, abbiamo potuto raggiungere questo obiettivo". Il ministro ha quindi annunciato che il dicastero di viale Trastevere ha predisposto "un piano di orientamento, incollaborazione con dirigenti e insegnanti, che prenderà il via da domani perchè -ha sottolineato- le riforme non vanno solo approvate ma fatte conoscere agli utenti per consentire scelte consapevoli di famiglie e alunni".
4 Febbraio 2010 LA SCHEDA Riforma delle superiori: ecco cosa cambia Una riforma "epocale" che "elimina la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana. Per i licei si supera la legge Gentile del 1923, per i tecnici la riforma era attesa da 80 anni". Così viene definita dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, la riforma approvata stamattina in via definitiva dal Consiglio dei ministri che rivede l'organizzazione di licei, istituti tecnici e professionali. I licei. Finora c'erano 396 indirizzi sperimentali e 51 progetti assistiti dal Miur. Adesso ci saranno solo 6 licei: il classico, lo scientifico, illinguistico; l'artistico con 6 nuovi indirizzi (arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafia e scenografia); il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane. Per la Gelmini, "l'obiettivo è di coniugare tradizione e innovazione". Gli istituti tecnici. Attualmente in Italia sono 1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 39.283, frequentate da 863.169 alunni. Da ora in poi ci saranno 2 settori e 11 indirizzi: il settore economico con 2 indirizzi (amministrativo, finanza e marketing; e turismo); il settore tecnologico con 9 indirizzi (meccanica ed energia; trasporti e logistica; elettronica edelettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio). Gli istituti professionali. In Italia, in questo anno scolastico, studiano in 1.425 istituti professionali 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi. Da ora in poi, invece, ci saranno 2 settori e 6 indirizzi: il settore dei servizi con 4 indirizzi (servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari;servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità e servizi commerciali); settore industria e artigianato con 2 indirizzi (produzioni artigianali e industriali; servizi per lamanutenzione e l'assistenza tecnica). Nel caso degli istituti tecnici e professionali, il ministro Gelmini ha sottolineato che sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere; che è previsto l'insegnamento di scienze integrate; che sarà rafforzato il rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro."Il governo punta molto sugli istituti tecnici e professionali - ha sottolineato il ministro - che finalmente non vengono più considerati scuola di serie B, ma anzi unarisposta alla crisi economica e formerà le professionalità richieste dal mondo del lavoro. Il rilancio della cultura tecnica e professionale è la migliore risposta della scuola alla crisi". Secondo il ministro, "iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro". I quadri orari. Inoltre, nella riforma targata Gelmini, vengono ripensati i quadri orari. Ma il ministro spiega che "così come sostenuto dall'Ocse che afferma testualmente che 'è statisticamente provato che una durata d'istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimentò è pertanto auspicabile una riduzione della durata dei singoli insegnamenti facendo tuttavia salve attività critiche quali matematica e materie scientifiche". Vengono incrementati, prosegue il minsitro, gli orari della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti. È potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Una materia del quinto anno sarà insegnata in inglese.
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-02-28 Il ministro: una scuola che promuove tutti non fa l'interesse dei ragazzi Scuola, pioggia di "5" in condotta La Gelmini: "Serve serietà" I dati del primo quadrimestre: 63.525 insufficienze nel comportamento contro le 52.344 dell'anno scorso Il ministro: una scuola che promuove tutti non fa l'interesse dei ragazzi Scuola, pioggia di "5" in condotta La Gelmini: "Serve serietà" I dati del primo quadrimestre: 63.525 insufficienze nel comportamento contro le 52.344 dell'anno scorso Il ministro Mariastella Gelmini (Inside) Il ministro Mariastella Gelmini (Inside) ROMA - Pioggia di 5 in condotta nel primo quadrimestre per gli studenti italiani: secondo i primi dati del ministero dell'Istruzione, sono 63.525 le insufficienze nel comportamento, a fronte delle 52.344 dello scorso anno. Aumentano anche i voti negativi nelle altre materie. Si tratta di dati che riguardano l'80% delle scuole e confermano "la linea più severa e rigorosa attuata già dall'anno scolastico precedente in sede di scrutinio, soprattutto alle superiori". IL MINISTRO - "Non fa mai piacere quando ad un ragazzo viene assegnata un'insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti non è una scuola che fa l'interesse dei ragazzi" ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini commentando i primi dati sull'andamento scolastico. "La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico. Anche il comportamento è importante nella valutazione complessiva dei ragazzi, perché - ha concluso il ministro - gli studenti sono titolari di diritti ma anche di doveri come il rispetto delle Istituzioni scolastiche e dei compagni". MATEMATICA E INGLESE "BESTIE NERE" - Condotta a parte, i dati del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sui risultati degli scrutini del I quadrimestre delle scuole di I e II grado (che riguardano l'80% delle scuole) confermano le carenze già segnalate negli scorsi anni, sia dai risultati scolastici, sia dalle rilevazioni internazionali, come quelle dell'Ocse. Matematica e inglese non vanno proprio giù agli studenti italiani che, stando ai voti del primo quadrimestre 2009/2010, non amano proprio le lingue straniere ma non vogliono bene neanche all'italiano. E nei licei 3 studenti su 4 hanno almeno un'insufficienza. Alle medie si confermano gli stessi dati dell'anno scolastico 2008/2009. Le discipline dove si concentrano le insufficienze sono soprattutto la matematica, seguita dall'inglese, dalla seconda lingua e dall'italiano. Nella scuola secondaria di II grado (licei ed istituti tecnici) i risultati degli scrutini presentano un aumento degli studenti con almeno una insufficienza: dal 74% al 76%. Questo dato evidenzia una linea di tendenza, già registrata nell'anno scolastico precedente, di maggiore severità. I dati dimostrano che gli studenti con almeno una insufficienza sono aumentati soprattutto negli istituti professionali (dall'81,3% dello scorso anno all'82,7% di oggi) e nei tecnici (dal 79,3% all'80,3%). A seguire: istruzione artistica (dal 77,0% al 77,8%) ed ex istituto magistrale (dal 71,8% al 72,8%). Per quanto riguarda i licei, al linguistico gli studenti con insufficienze sono passati dal 58,4% al 59.1%, mentre allo scientifico e al classico sono aumentati, rispettivamente dal 66,5 al 67,1% e dal 61,5 al 62,6%. Come nella secondaria di I grado, la matematica resta la capofila nelle discipline che risultano pi— difficili (60,2% delle insufficienze), seguita da lingue straniere (considerato che si studiano pi— lingue e che quindi si possono avere pi— voti negativi) e italiano. Il maggior numero di insufficienze si registra al terzo anno della Scuola Superiore Secondaria di II grado dove, nel primo scrutinio, su cento studenti, circa 77 hanno almeno una materia da recuperare. Le insufficienze in matematica sono state il 16,9% del totale (rispetto al 16,3% dello scorso anno scolastico); le insufficienze nelle lingue straniere sono state il 16,1% (15,6% nel 2008/2009); le insufficienze in italiano sono state il 12% (11,5% nel 2008/2009); il 9,7% nelle materie scientifiche (8,1% nel 2008/2009); il 10,2% nelle discipline tecniche (6,7% nel 2008/2009); il 2,9% nelle discipline artistiche (2,8% nel 2008/2009). Redazione online 28 febbraio 2010
2010-02-04 stretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari Via libera alla riforma delle superiori Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa NOTIZIE CORRELATE Parte la riforma dei licei, iscrizioni entro fine marzo (15 gennaio 2010) stretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari Via libera alla riforma delle superiori Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa La Gelmini (Afp) La Gelmini (Afp) ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. L'esame del Cdm era l'ultimo passaggio in programma - dopo i pareri favorevoli del Consiglio di Stato, della Conferenza Stato-Regioni e delle competenti commissioni parlamentari - per il testo messo a punto dal ministro Gelmini. Ora manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il riordino, che riguarda licei, istituti tecnici e professionali, sarà attuato dal prossimo anno scolastico a partire dalle prime classi. TRE REGOLAMENTI - Un progetto in tre regolamenti accompagnato da non poche polemiche, anche per la volontà del governo di rendere operative le novità molto in fretta. I tempi adesso sono strettissimi: il 26 marzo scadono le iscrizioni alla prima superiore. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha assicurato che alle famiglie e nelle scuole medie, subito dopo il varo della riforma, saranno inviati opuscoli informativi dettagliati e sarà avviata una campagna sui mezzi di informazione e sul sito del ministero. "La riorganizzazione dell'intero sistema - ha spiegato - renderà più semplice, lineare e trasparente l'informazione alle famiglie che oggi erano costrette a districarsi tra gli oltre 396 indirizzi sperimentali". "SCUOLE IN LINEA CON EUROPA" - Secondo il premier Berlusconi la riforma (definita "epocale" dal ministro Gelmini) metterà le scuole italiane in linea con quelle dei Paesi europei. "È molto importante l'attenzione data alla formazione dei nostri giovani - ha detto al termine del Cdm -, ancora oggi hanno dalla scuola di Stato qualcosa non in linea con i Paesi europei più avanzati. Attualmente la scuola superiore e tecnica non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Berlusconi ha aggiunto che "diverse migliaia gli insegnati che sono stati consultati e hanno partecipato a questa riforma, mettendo a disposizione la loro esperienza". Infine il premier ha scherzato sulla sua passione per il canto: "Al liceo musicale sarà materia di studio obbligatoria tutta la produzione di canzoni del primo ministro e di Apicella così prevengo le accuse...". Il premier non è riuscito a finire la battuta perché è scoppiato a ridere insieme alla Gelmini. Quest'ultima è stata ringraziata dal premier perché "è qui e ha lavorato alla riforma della scuola invece di andare in viaggio di nozze". STRETTA SU INDIRIZZI - La riforma prevede una decisa stretta sugli indirizzi di studio, la revisione dei quadri orari, un potenziamento dello studio della matematica e delle lingue. I licei saranno ridotti a sei (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti): classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane; nei tecnici ci saranno due ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi (ora sono 10 con 39 indirizzi), con meno ore da passare tra i banchi e più nei laboratori; nei professionali (2 settori e 6 indirizzi dagli attuali 5 settori con 27 indirizzi) saranno rafforzate le materie di indirizzo ed è prevista una maggiore flessibilità dell'offerta formativa. Redazione online 04 febbraio 2010
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it2010-04-14 IL CASO Tecnici e professionali light meno ore e materie, spesso decisive Giro vittuale fra vecchi e nuovi orari dopo la riforma Gelmini. Un esempio? Meno chimica e scienza dei materiali agli odontotecnici di SALVO INTRAVAIA Tecnici e professionali light meno ore e materie, spesso decisive In arrivo istituti tecnici e professionali light. A settembre, come del resto avverrà per i licei, sarà la volta dei nuovi istituti tecnici e istituti professionali. Ad attendere coloro che opteranno per un titolo di studio professionalizzante già dal diploma meno materie e meno ore in classe di chi li ha preceduti. Anche i ragazzi delle seconde, terze e quarte classi avranno lo sconto delle ore di lezione a curricula invariati: un artificio, più volte criticato dagli addetti ai lavori, che servirà esclusivamente a fare cassa. E dire che l'Italia deve il boom economico degli anni sessanta anche alle migliaia di periti diplomati negli istituti tecnici ante Gelmini. Per comprendere cosa e, soprattutto, quanto studieranno i ragazzi che dal prossimo anno frequenteranno i tecnici e i professionali basta fare un giretto, anche virtuale, tra i siti di alcuni istituti e confrontare i vecchi quadri orario con i nuovi. Gli istituti tecnici commerciali, dai quali sono usciti migliaia di ragionieri, oggi funzionano soprattutto con il corso sperimentale Igea (Indirizzo Giuridico Economico Aziendale). Le 36 ore di lezione al biennio, che scendono a 34 al terzo anno per risalire a 35 negli ultimi due, saranno un ricordo. Perché, come avverrà per tutti gli altri indirizzi le ore scenderanno a 32. Nell'omologo dell'Igea (l'istituto tecnico economico, indirizzo Amministrazione, finanza e marketing) si studierà meno Lingua straniera, Matematica, Geografia ed Economia aziendale. E che dire degli istituti tecnici per il Turismo? Stesso destino: meno Italiano, Scienze, Diritto e Storia dell'Arte. E ridotte complessivamente di un quarto le tre le lingue straniere. Ma al ministero la vedono in modo diverso. Per i tecnici di viale Trastevere attualmente le ore di lezione nei tecnici e nei professionali sono dappertutto di 50 minuti. Così, le 32 ore di 60 minuti previste dalla riforma in realtà aumenterebbero il tempo-scuola. In poche parole: nessuna diminuzione. Ma è davvero così? In realtà parecchi istituti utilizzano ore di 55 minuti, come avviene all'Itc Bachelet di Copertino, in provincia di Lecce. E laddove le ore si riducono a moduli di 50 minuti, i 10 minuti "risparmiati" vengono riutilizzati dai docenti per corsi di "recupero e sostegno o espansione previsti dalle varie ipotesi di insegnamento", come avviene all'istituto alberghiero di San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. Mentre all'alberghiero di Tortolì nell'Ogliastra, le ore durano regolarmente 60 minuti.
All'industriale le cose sono ancora più complicate perché i nuovi indirizzi saranno un po' diversi da quelli attuali e il confronto non è rigoroso. I periti meccanici dell'era Gelmini non studieranno più Geografia e dimezzeranno le lezioni di Diritto ed economia. Ma soprattutto dovranno studiare meno Matematica, Meccanica, Sistemi e Tecnologie meccaniche. Gli Elettrotecnici, oltre Matematica e Geografia, studieranno meno Elettrotecnica e Impianti elettrici: le due discipline che caratterizzano l'indirizzo di studi. Stesso discorso all'istituto tecnico per geometri (che diventa Costruzioni, ambiente e territorio) dove sono state sacrificate Costruzioni, Topografia e Impianti. Passando agli istituti professionali le cose, se possibile, peggiorano. In tutti gli indirizzi calano le ore di Italiano. Negli istituti alberghieri gli studenti passeranno parecchie ore in meno (il 40 per cento) in cucina e subiranno un taglio alla seconda lingua straniera. E dei futuri odontotecnici, ci si potrà fidare? Meno Fisica, Chimica, studio dei materiali dentari e ore di laboratorio. La roulette del taglio delle ore toccherà anche le seconde, terze e quarte classi dei tecnici. La riforma, infatti, parte dalle prime classi, con nuove materie e quadri orario. Ma il taglio dell'orario colpirà anche le classi successive, escluse le quinte. Nelle seconde classi, per scendere a 32 ore settimanali, verranno sacrificate alcune ore di Italiano e Matematica. Al triennio sarà la volta delle materie professionalizzanti: Elettronica all'industriale e Topografia al tecnico per geometri. (14 aprile 2010) Tutti gli articoli di Scuola
Tempi record, basta pagare 12 mila eur. Un business tutto privato da 100 milioni l'anno Dodici mesi di studi in meno come sconto garantito, tesi compilate in fretta e prove senza rischi Esami facili, prof fantasma com'è facile la laurea online Sono decine i concorsi indetti ma in realtà i docenti idonei non vengono assunti quasi mai a favore di personale a contratto Dagli imprenditori alle banche la proprietà passa spesso di mano Ma quali interessi e capitali ci sono davvero dietro a questo affare?di MARIA NOVELLA DE LUCA Esami facili, prof fantasma com'è facile la laurea online Il call center di un ateneo ROMA - Dovevano essere la grande sfida dell'e-learning italiano, la rete di atenei che avrebbe permesso anche al nostro paese di entrare a testa alta nel mondo delle università on line, e dell'insegnamento a distanza. Invece, a sette anni dalla loro nascita, istituita con il decreto ministeriale del 17 aprile 2003 firmato dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e dal ministro dell'Innovazione Tecnologica Lucio Stanca, gli atenei telematici italiani sono diventati a tutti gli effetti un "sistema parallelo" per ottenere a pagamento una laurea in tempi da record, accorciando corsi di studio e collezionando crediti formativi. Un metodo rodato ed oliato per diventare dottori a caro prezzo ma con il minimo dell'impegno. Un anno di studi come sconto garantito, 24 mesi contro i 36 necessari, esami senza rischi e tesi compilate in fretta. Un business da oltre 100 milioni di euro l'anno, senza contare i proventi di master e specializzazioni. In Italia le università telematiche sono 11, il numero più alto di tutta Europa, dove in ogni nazione ne esistono una o due soltanto, ma nonostante siano così numerose nell'anno accademico 2007/2008 tutte insieme contavano appena 13.891 studenti, con una percentuale del 90,7% di immatricolati oltre i 25 anni d'età. Universitari "maturi" eppure con il primato delle "lauree precoci", quelle ottenute abbreviando cioè il corso degli studi, con il concetto di "laureare l'esperienza". E in alcuni atenei, l'Unisu ad esempio, Università delle Scienze Umane "Niccolò Cusano" con sede a Roma, il numero dei laureati precoci ha raggiunto nel 2008 la quota top del 69,8% di tutti gli allievi, con la conseguenza che in quell'università soltanto il 30,2% degli iscritti è diventato "dottore" nei tempi canonici.
Ma da che cosa nasce questa anomalia italiana, verso la quale lo stesso ministro Gelmini ha annunciato "tolleranza zero"? Come mai, pur essendo arrivati ultimi in Europa nella creazione dell'e-learning, gli atenei telematici sono poi diventati così numerosi in soli sette anni? Quanto valgono sul mercato del lavoro queste lauree? E soprattutto come mai ben 7 atenei su 11 sono stati autorizzati uno dopo l'altro in soli 5 mesi, dal gennaio al maggio del 2006, quando il secondo governo Berlusconi era ormai agli sgoccioli? A queste domande hanno risposto di recente i nove membri del "Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario", (Cnvsu) nove illustri docenti che nel loro rapporto sullo stato dell'università italiana 2010 hanno evidenziato, senza appello, i mali e i malcostumi (oggetto anche di inchieste giudiziarie come quella aperta dalla procura di Bari sull'ateneo "Giustino Fortunato" di Benevento), degli 11 campus telematici italiani. Alcuni dei quali legati a doppio filo, anzi stretta emanazione di famosi "centri di assistenza agli esami" come E-campus, ad esempio, filiazione universitaria del ricco e potente Cepu, con sede prestigiosa a Novedrate, in provincia di Como, nell'ex centro di formazione Ibm, o l'Unisu, che aveva alle spalle, come denunciarono per primi gli universitari del portale Studenti. it, Universitalia, istituto romano privato di preparazione agli esami. Strutture che in maniera più o meno dichiarata funzionano da "vasi comunicanti", immettendo gli studenti in un circuito a pagamento dove l'università indirizza al centro di preparazione agli esami, e i tutor spingono poi verso l'ateneo on line a cui sono collegati. Con il risultato che se un'iscrizione ad un corso di laurea costa in media tra i 3 e i 4 mila euro l'anno, altrettanti ne servono per il "centro di assistenza" a quell'ateneo collegato. Così in media per una laurea in tre anni si arrivano a spendere 12 mila euro. Una scorciatoia per la carriera "Il vero problema è che le università telematiche, molte delle quali non avrebbero nemmeno i requisiti minimi per esistere, si sono trasformate in pochi anni in luoghi dove ottenere con facilità una laurea, che serve poi a farsi strada nella pubblica amministrazione. Con titoli del tutto equivalenti alle lauree statali sia come punteggio per i concorsi, che per gli avanzamenti di carriera", spiega Giovanni Azzone, docente al Politecnico di Milano, vicepresidente del Cnvsu. Un'ingiustizia dunque, tutta a discapito di chi per ottenere un titolo cum laude studia e si impegna. "Nella prima fase queste università - aggiunge Azzone - hanno potuto contare sul business dei "fuori corso", gli studenti adulti che volevano migliorare la loro posizione lavorativa grazie anche alle convenzioni stipulate dagli atenei con enti pubblici, sindacati e aziende. E si spiega così, non appena entrò in vigore la legge Moratti-Stanca, la corsa all'accreditamento di atenei sponsorizzati da gruppi privati, verso alcuni dei quali noi avevamo dato parere negativo, ma che poi sono stati autorizzati lo stesso". Ed è questa secondo gli osservatori una delle anomalie italiane: la sfida dell'e-learning non ha portato alla creazione di una grande università telematica pubblica, come la Uned spagnola che ha 150 mila allievi, o la Open University inglese, che ne ha oltre 180 mila, ma alla creazione di tante piccole realtà con dichiarato scopo lucro. Una sorta pasticcio all'italiana, dunque, anche se gli studenti dal 2003 ad oggi sono aumentati del 900%, erano 1.529 nell'anno accademico 2004/2005, sono oggi circa 14 mila, un po' meno dell'1% di tutto il sistema universitario. Ma chi c'è dietro le università telematiche, dove il corso di studio avviene da casa con forum e videoconferenze e si frequenta la sede dell'ateneo soltanto per dare gli esami? Quali capitali? Quali interessi? In realtà l'insegnamento a distanza, presente fin dal 1970 in Inghilterra e da oltre trent'anni nel resto d'Europa, nasce nel nostro paese più come una corsa ad un ricco business, che come un metodo di studio universitario e di long life learning. Un'occasione mancata, soprattutto per gli studenti lavoratori, dopo lo smantellamento delle scuole serali. Ma basta scorrere i nomi dei proprietari di alcuni degli 11 campus italiani, spesso già mutati in pochi anni, per capire gli interessi in gioco. I padroni degli atenei online Alla fine del 2008 ad esempio, la famiglia Angelucci rileva attraverso la Tosinvest Italia il 60% della proprietà di Unitel, l'università telematica di Milano, creata nel 2006 dalla Fininvest e da Mediolanum comunicazione. La Unitel dunque entra nell'impero dei re delle cliniche. La Roma Mercatorum è invece espressione diretta espressione delle Camere di Commercio Italiane, mentre la Gugliemo Marconi, la più frequentata tra le università telematiche, con oltre 8000 allievi e 30 corsi di laurea, sorge con l'apporto di Wind e di un gruppo di banche. Dietro il discusso ateneo Giustino Fortunato di Benevento, un unico corso di laurea attivato in Giurisprudenza, rettore Augusto Fantozzi, c'è la onlus "Efiro", dell'imprenditore Angelo Colarusso, già patron di diverse scuole di recupero esami, mentre la napoletana Pegaso è al 100% di proprietà di Danilo, Raffaele e Angelo Jervolino, già presenti in altri istituti privati partenopei. Diverso il caso della Uninettuno, fondata da un consorzio di università pubbliche con un team di aziende, Rai, Telecom e Confindustria, E un consorzio di 5 università si ritrova anche dietro la Iul di Firenze, Italian University on Line, unica università telematica pubblica in Italia. Alla proliferazione degli atenei on line aveva già cercato di mettere un freno il ministro della Ricerca e dell'Università Fabio Mussi, imponendo un tetto alla quantità di crediti formativi limitandoli a 60. E infatti gli accreditamenti degli atenei on line si fermano effettivamente al maggio del 2006, alla fine dell'era Moratti, quando il ministero della Ricerca prova a rendere più difficili e selettivi i criteri di autorizzazione delle cosiddette open university. Vietando ad esempio la possibilità di attivare lauree a distanza per le professioni sanitarie. Ma le irregolarità di gestione sono evidenti fin da subito. Come mai ad esempio le università telematiche indicono decine di concorsi a cattedra e poi non assumono quasi mai i docenti idonei, creando un vero e proprio esercito di "prof fantasma"? Quali sono i rapporti di convenienza, non sempre limpidi, con le università statali? Quali ancora gli illeciti veri e propri? È dal meccanismo dei concorsi che bisogna partire, per cercare di decodificare quello che Paolo Ferri, esperto di e-learning, docente di Scienze della Formazione all'università Bicocca di Milano e anche presso la telematica Iul di Firenze, definisce "il mercato delle lauree parallele, dove spesso l'università on line è la scorciatoia facile e a pagamento per chi non riesce ad affrontare l'università statale". Con l'aggiunta, dice Ferri, che a volte "questo meccanismo coinvolge anche i docenti di atenei pubblici che insegnano a contratto nelle telematiche e che qui si comportano in modo più spregiudicato... ". Lo scandalo delle cattedre Un dato per tutti. L'inchiesta aperta dalla procura di Bari su una serie di concorsi indetti dall'ateneo on line Giustino Fortunato di Benevento, e che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di alcuni professori della stessa università. L'indagine, su cui lavora dal 2008 il sostituto procuratore Francesca Romana Pirrelli, parte da un dottorato di ricerca in "Diritti umani, globalizzazione e libertà fondamentali", bandito dalla statale di Bari, ma finanziato dalla telematica Giustino Fortunato. E la vincitrice risulta essere una delle proprietarie della Giustino Fortunato, e che dunque quel dottorato ha finanziato di tasca propria. Un meccanismo sospetto agli occhi della Procura, che apre un'inchiesta, conferma indiretta dei rapporti spesso opachi che legano gli atenei statali a quelli on line, utilizzati come bacino di concorsi per docenti che poi, attraverso una rete di favori ed amicizie, vengono assunti nelle università tradizionali. Partendo dal dato che "dei 222 docenti di ruolo necessari a coprire i 74 corsi di studio attivati nell'anno accademico 2009/2010 oggi ne sono presenti soltanto 42", questo vuol dire che in gran parte degli atenei a distanza, spiega Giovanni Azzone del Cnvsu, "per non affrontare l'onere economico dei docenti di ruolo, si lavora con personale a contratto, con numeri ridotti al minimo, che di certo non possono garantire l'offerta formativa promessa dai corsi di laurea pubblicizzati dall'ateneo".
I prof fantasma Dunque molti di questi corsi sono fatti con scarsezza di mezzi e professionalità. Eppure le lauree così ottenute valgono quanto quelle statali. Ma il meccanismo è più sottile, ed è a scatole cinesi. A fronte dei numeri citati nel rapporto degli esperti del ministero, e cioè 42 docenti sui 222 necessari, "vi sono ben 164 posti banditi per concorso". Dove sono finiti questi "docenti fantasma", come mai pur essendo stati dichiarati idonei non hanno poi avuto la cattedra nell'università telematica? "Perché nessuno era in grado di fare il lavoro che serviva nella nostra università, non avevano competenze tecnologiche", taglia corto Alessandra Briganti, rettore della "Guglielmo Marconi", nel mirino del Comitato di valutazione per aver indetto addirittura 53 concorsi in tre anni ma di aver assunto poi soltanto 9 "vincitori", di cui 2 ordinari, 2 associati e 5 ricercatori. La realtà è invece nascosta tra le pieghe della legge, si legge nel dossier degli esperti del Cnvsu, "perché prevedeva che per gli atenei di nuova nomina si potessero computare nell'organico non solo i docenti effettivamente presenti, ma anche le procedure concorsuali bandite e non ancora concluse". Ossia ai numeri veri si potevano sommare numeri "ipotetici". "Ma questa è diventata la prassi diffusa - afferma Paolo Ferri - per non pagare i professori di ruolo e farli però apparire negli organici". Un inganno dunque. E accanto a questa improbabile statistica c'è appunto il ruolo degli accademici delle università statali. Pagati profumatamente e assai rappresentati negli organici delle telematiche. Al posto dei vincitori dei concorsi, i quali però vengono spesso chiamati dalle università statali. Un meccanismo di "reciprocità" insomma, per assicurarsi così cattedre e titoli, mentre la grande sfida dell'e-learning affonda tra illeciti e abusi. © Riproduzione riservata (02 aprile 2010)
Dati preoccupanti da una ricerca di Bankitalia sulla mobilità del lavoro in Italia Tra il 1990 e il 2005 due milioni di persone si sono trasferite al Centro-Nord Ora dal Sud fuggono i laureati 80mila emigrati in cinque anni ROMA - L'esodo dal Mezzogiorno non si ferma, ma a cercare fortuna nelle regioni del centro nord non sono più ex braccianti e operai disoccupati, ma migliaia di giovani con un titolo di studio qualificato: tra il 2000 e il 2005, in particolare, oltre 80mila laureati (l'1,2% dei residenti con tale titolo di studio) hanno abbandonato le regioni del Sud per emigrare in cerca di un'opportunità lavorativa. Il dato è contenuto in una ricerca sulla mobilità del lavoro realizzata da due economisti della Banca d'Italia (Sauro Mocetti e Carmine Porello). Lo studio dimostra che "il mezzogiorno diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, impoverendosi della dotazione di uno dei fattori chiave per la crescita socio-economica regionale". L'emigrazione dei "cervelli", rilevano i due economisti, può comportare "un impoverimento di capitale umano che, a sua volta, potrebbe riflettersi nella persistenza dei differenziali territoriali in termini di produttività, competitività e, in ultima analisi, di crescita economica". In un simile contesto, a parere dei due economisti, l'intervento dello Stato deve essere mirato ad eliminare le cause che ostacolano, in termini quantitativi e qualitativi, la crescita economica nel Mezzogiorno. Nel 2005, spiega la ricerca di Bankitalia, i trasferimenti di residenza tra comuni italiani sono stati oltre un milione e 300mila, il valore più elevato degli ultimi 15 anni. Le iscrizioni anagrafiche nel centro-nord sono aumentate in tutto questo periodo, mentre sono diminuite nel mezzogiorno. Al sud, in particolare, "è diminuita la già modesta mobilità di breve raggio, mentre rimane consistente il flusso migratorio unidirezionale verso le regioni più sviluppate del paese".
In un arco di tempo più ampio - tra il 1990 e il 2005 - quasi due milioni di persone sono emigrate verso il centro-nord e l'emigrazione dal Sud (isole incluse) "ha ripreso vigore nella seconda metà degli anni Novanta, interrompendo un trend decrescente che durava dai primi anni Settanta; all'inizio del decennio in corso il deflusso si è nuovamente attenuato". Negli ultimi anni, inoltre, è aumentato anche il cosiddetto "pendolarismo di lungo raggio", fenomeno che riguarda coloro che, pur mantenendo la residenza d'origine, vanno a lavorare in una località molto lontana dal proprio Comune nel quale riescono a tornare raramente nel corso dell'anno. Un dato del 2007 rivekla, ad esempio, che al centro-nord lavoravano stabilmente circa 140mila persone residenti nel Mezzogiorno (pari al 2,3% degli occupati dell'area); spesso, secondo la ricerca, si tratta di giovani che non hanno ancora raggiunto la stabilità dal punto di vista familiare e occupazionale. Quante alle cause, l'emigrazione dal Sud continua ad essere alimentata dalle maggiori opportunità di lavoro esistenti nel Centro-Nord e dunque dalla persistenza, nel Mezzogiorno, di un disagio storico legato alla mancanza del lavoro ed al ritardo di sviluppo e crescita economica. Secondo lo studio di Bankitalia, all'inizio degli anni Duemila a rallentare i flussi migratori dal Sud contribuì il forte aumento dei prezzi delle case al centro-Nord. Ma anche il cambiamento del mercato del lavoro con il boom del precariato che certo non incentivava le persone, soprattutto i giovani, a spostare la residenza per seguire un lavoro a termine. Infine, conclude lo studio, anche la crescita dell'immigrazione straniera ha contribuito a modificare le scelte migratorie degli italiani, favorendo "l'afflusso dei nativi laureati" e frenando "quello dei meno scolarizzati". In particolare, la concentrazione degli stranieri nel Centro-Nord avrebbe incontrato una domanda di lavoro che in passato veniva soddisfatta dai lavoratori del mezzogiorno". (12 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Economia
2010-03-15 L'offerta formativa degli istituti in seguito alla riforma Gelmini Nel complesso meno ore di lezione e meno materie da studiare "Semplificazione" uguale tagli Come cambieranno i licei italiani di SALVO INTRAVAIA "Semplificazione" uguale tagli Come cambieranno i licei italiani Dal Parini di Milano al Garibaldi di Palermo, passando per il Righi di Roma, ecco cosa cambia nei licei dell'era Gelmini. Dal prossimo anno, i corsi bilingue al classico e allo scientifico, così come quelli Pni (Piano nazionale informatica) allo scientifico, saranno un semplice ricordo: meno ore di lezione e meno materie da studiare. Sparirà quasi totalmente il latino dal liceo linguistico e la musica dal socio-psicopedagogico. E subiranno un ridimensionamento le materie di indirizzo del liceo artistico. Per comprendere la portata della riforma che "semplifica" la scelta dei futuri liceali (sei indirizzi in tutto: classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico, artistico e musicale/coreutico) basta dare un'occhiata ai Piani dell'offerta formativa (Pof) di alcuni prestigiosi licei italiani e confrontarli con i curricula gelminiani. In apparenza l'unico liceo che si salva dalle cesoie di Tremonti è il classico. Ma è davvero così? "Nel rispetto della formazione liceale ad indirizzo classico - si legge nel Pof del prestigioso liceo milanese - il liceo Parini attua da diversi anni modifiche al piano di studi tradizionale, storicamente legate alle sperimentazioni già approvate dal ministero". In poche parole, lo studio della lingua straniera è stato esteso all'intero quinquennio e in alcuni corsi di lingue straniere se ne studiano addirittura due. C'è poi la sperimentazione Brocca che, oltre allo studio per l'intero quinquennio della lingua straniera, prevede anche il diritto, l'economia e più matematica. Mentre al Garibaldi di Palermo tutti i corsi hanno qualcosa in più dell'indirizzo tradizionale: storia dell'arte per tutti e cinque gli anni in 11 corsi su 13 e diversi corsi Pni. Ma dal prossimo mese di settembre, in tantissime classi del liceo classico si studierà di meno: 27 ore al biennio e 31 al triennio. Risultato: meno matematica, lingua straniera e storia dell'arte. Quando la riforma sarà a regime, del resto, saranno oltre 6.000 le ore di lezione che lo Stato erogherà nelle classi del liceo classico.
Stesso discorso al liceo scientifico, dove i corsi con matematica e fisica potenziate o bilingue sono la maggioranza. Da settembre, gli orari vengono uniformati: 27 ore al biennio e 30 negli anni a seguire. Confrontando i nuovi quadri-orario con quelli del Piano nazionale informatica ci si accorge che si studieranno meno matematica, fisica e latino. E' il caso, ad esempio, del Righi di Roma, dove sette corsi su dieci sono sperimentali. In futuro studiare due lingue straniere, così come frequentare la "nuovissima" opzione delle scienze applicate, sarà un autentico miraggio. Artistico decisamente soft quello della Gelmini. Attualmente, quella più gettonata è la sperimentazione Michelangelo, con 40 ore a settimana a partire dal primo e 43 all'ultimo anno. Del resto, imparare a disegnare, dipingere o a dare forma alla creta richiede tantissime ore di esercitazione in laboratorio. Al Leon Battista Alberti di Firenze i sette corsi diurni sono tutti sperimentali. Ma da settembre i sei indirizzi disponibili (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia) dovranno farsi bastare 34 ore al biennio e 35 ore settimanali al triennio. Il liceo linguistico, attualmente funzionante come sperimentazione (Brocca) presso gli ex istituti magistrali, è quello maggiormente penalizzato dalla riforma. Gli studenti del Tommaso Campanella di Napoli seguono in media 34 ore di lezioni alla settimana. Nella versione light sparirà quasi del tutto il latino e si ridurranno le ore di italiano. Ma non solo: spariranno la musica e il diritto e si studierà meno matematica. Stesso discorso per i licei delle Scienze umane, che sostituiscono gli ex magistrali (ora licei socio-psicopedagogici), dove sono proprio le materie scientifiche a pagare il prezzo più alto al "riordino" voluto dal governo Berlusconi. Chiudono la rassegna dei nuovi licei i musicali e i coreutici, vera novità della riforma. Ma saranno davvero pochi gli studenti italiani che potranno frequentare le lezioni di strumento musicale e di danza. Delle 40 classi di liceo musicale ne saranno attivate soltanto 24, meno di una ogni quattro province. I coreutici, in Italia, si potranno contare sulle dita di una sola mano: saranno soltanto quattro e non si sa molto di coloro che insegneranno le discipline di indirizzo. © Riproduzione riservata (15 marzo 2010) Tutti gli articoli di Scuola
2010-02-28 Aumento di circa undicimila. Gelmini: "La nostra non è la scuola del 6 politico" Dati più negativi al Sud. Ma ci sono anche miglioramenti nelle altre materie Pioggia di cinque in condotta Ma è scontro sui dati del ministero L'opposizione: "Perché nascondono altrui dati positivi. Il ministro riferisca"di SALVO INTRAVAIA Pioggia di cinque in condotta Ma è scontro sui dati del ministero Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ROMA - Pioggia di 5 in condotta e linea del rigore confermata a scuola. Il ministero dell'Istruzione ha appena diffuso i dati relativi agli esiti del primo quadrimestre che secondo viale Trastevere "confermano la linea più severa e rigorosa attuata già dall'anno scolastico precedente in sede scrutinante, soprattutto nelle superiori". Ma non tutti sono d'accordo. La Cisl scuola parla di "proclami a vuoto", mentre Emanuela Ghizzoni (Pd), in commissione Cultura alla Camera, dubita degli stessi dati e invita il ministro a riferirli in commissione. In effetti, alla scuola media le insufficienze in condotta sono diminuite. E di parecchio. "Non fa mai piacere - dichiara il ministro Mariastella Gelmini - quando ad un ragazzo viene assegnata un'insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti - continua - non è una scuola che fa l'interesse dei ragazzi. La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico. Anche il comportamento è importante nella valutazione complessiva dei ragazzi, perché gli studenti sono titolari di diritti ma anche di doveri come il rispetto delle istituzioni scolastiche e dei compagni". Ma, quest'anno, com'è andata al milione e 660 mila ragazzini della scuole media e ai 2 milioni e 574 mila delle superiori? A beccarsi un sonoro 5 in condotta alla scuola media sono stati poco più di 17 mila alunni, con record al Sud. Ma l'anno scorso furono quasi mille in più: 18.033. In calo verticale anche il numero di ragazzini per i quali l'unica insufficienza è stata quella della condotta: 1.498 studenti quest'anno, contro i 4.268 dell'anno scorso. Un'inversione di tendenza che toccherebbe, alla scuola media, anche le altre discipline.
"Dalle informazioni in nostro possesso - spiega la Ghizzoni - non si prefigura affatto per la scuola media un incremento delle insufficienze: perché celare questo dato positivo? Forse perché non rinforza l'immagine della Gelmini come vessillo del rigore nell'istruzione? La Ministra - continua la deputata - venga immediatamente a riferire in Commissione sugli esiti degli scrutini del primo quadrimestre, fornendo i dati delle insufficienze per materie in numeri assoluti e in percentuali con quelli dello scorso anno, così da poterli comparare". I cattivi voti, secondo la parlamentare, almeno alla media sono in netto calo rispetto ad un anno fa. Con un picco di insufficienze in Matematica, Lingua straniera ed Italiano, vere bestie nere dei ragazzini. Alle superiori le cose sono andate peggio. Hanno rimediato una insufficienza in condotta 10 mila alunni in più dell'anno scorso: 46 mila in tutto. Con record sempre nel meridione. Ma si dimezza il numero di coloro che hanno riportato l'insufficienza soltanto in condotta: 3.574 quest'anno, 8.829 nel 2009. "E' fuorviante valutare la bontà di un percorso formativo - spiega Francesco Scrima, della Cisl scuola - attraverso i 5 in condotta, ma dagli obiettivi formativi che raggiungono gli alunni". Tre ragazzi su quattro poche settimane fa hanno presentato ai genitori pagelle con almeno una insufficienza. In 12 mesi il dato è aumentato leggermente: si è passati dal 74 al 76 percento. "Questo dato - dicono dal ministero - evidenzia una linea di tendenza, già registrata nell'anno scolastico precedente, di maggiore severità". Ma la Cisl non è affatto d'accordo. "Se i dati sono davvero questi - replica Scrima - quelli del ministro mi sembrano proclami a vuoto". Sulla stessa linea la Ghizzoni. "Nonostante l'ipocrita rammarico per l'assegnazione delle insufficienze agli studenti - conclude la parlamentare - è chiaro che fronteggiare il grave problema dell'insuccesso scolastico non sia tra le priorità del Ministro, occupata piuttosto a costruire una scuola che esclude e che si nega al futuro dei ragazzi". E' soprattutto negli istituti professionali che si registra il maggiore incremento di alunni con almeno una insufficienza: dall'81,3 percento dello scorso anno all'82,7 di oggi. Ma anche nei tecnici dove si sfonda il muro dell'80 percento. Nei licei, compresi gli ex magistrali (oggi socio-psicopedagogici), le cose vanno diversamente. Al classico 62 studenti su 100 hanno rimediato una insufficienza. Valore che sale al 67 per cento allo scientifico e al 73 per cento negli ex magistrali. Anche nella scuola secondaria di secondo grado i maggiori grattacapi per studenti e genitori sono rappresentati da Matematica, Lingua straniera e Italiano.
© Riproduzione riservata (28 febbraio 2010
2010-02-06 IL PIANO DEGLI STUDISono la traduzione pratica della legge e lo schema con cui si studierà dal prossimo anno Al classico meno italiano e storia e più materie scientifiche. La novità di linguistici Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma di SALVO INTRAVAIA Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma I quadri orari, incubo di professori e studenti fino a diventare la chiave dell'intreccio di uno dei più divertenti film sulla scuola. Ma anche la traduzione pratica di una riforma. Ecco dunque tutte le materie e gli orari dei nuovi licei varati dal Consiglio dei ministri. Confermato, come aveva anticipato due giorni fa Repubblica.it, l'ingresso del Diritto in tutti e due gli indirizzi del liceo delle Scienze umane, l'introduzione delle Scienze in tutti e 5 gli anni del liceo classico. Ma anche più Fisica, Matematica e Scienze allo scientifico. Tutti gli studenti che sono orientati verso uno dei 6 nuovi licei gelminiani hanno tempo fino al 26 febbraio per studiare i nuovi piani-orario. Poi occorrerà scegliere, anche in base alle variazioni apportate dalle singole scuole, entro il 26 marzo. Licei classici. Meno Italiano e Storia nei prossimi licei classici. Ma anche più Lingua straniera, Matematica, Fisica e Storia dell'Arte. Al biennio si studierà per 27 ore a settimana. Al triennio saranno invece 31 le ore di studio settimanali. Il prossimo anno, chi sceglierà il classico studierà 4 ore a settimana di Italiano (una in meno rispetto al vecchio ordinamento), 5 di Latino e 4 di Greco. Tre sole ore di Storia e Geografia (materia unica), 3 di Matematica e 2 di Scienze. Restano due le ore settimanali di Scienze motorie (un tempo Educazione fisica) e una alla settimana quella di religione. Licei scientifici. Quello della Gelmini è un liceo decisamente più "scientifico", ma non troppo: meno ore di Latino e Storia, più ore di matematica, Fisica e Scienze. Ma anche meno ore di Lingua straniera. Al primo anno si studieranno 4 ore settimanali di Italiano e 3 di Storia/Geografia (materia unica). Le ore di latino diventeranno "appena" 3, come quelle di Inglese. Saranno invece sette le ore di Matematica (5 settimanali) e Fisica (2 a settimana). Due ore a settimana per Scienze, Storia dell'Arte e scinze motorie e una di religione. E nell'opzione "scienze applicate" salta completamente il Latino, entra l'Informatica e diventerà Scienze la materia più studiata. Svanisce anche il sogno dei corsi bilingue, molto richiesti dai genitori. Saranno poi le scuole, col 20 per cento di flessibilità oraria, ad adeguare i curricula alle esigenze del territorio.
Licei artistici. Saranno i licei dove si studierà di più: 34 ore settimanali al biennio e 35 al triennio. E sei gli indirizzi su cui esercitare la scelta: arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia. Il biennio sarà comune a tutti gli indirizzi, mentre al terzo anno le strade si dividono: 23 ore settimanali restano comuni a tutti gli indirizzi e 12 di laboratorio. Licei delle scienze umane. Ereditano gli alunni degli ex istituti magistrali e dei licei socio-psicopedagogici. Rispetto alla prima lettura, per raggranellare qualche ora di Diritto è stata sacrificata una lingua straniera. Me viene potenziato lo studio delle Scienze umane. Al primo anno le 27 ore settimanali saranno così suddivise: 4 di Italiano, 3 di latino e 3 di Storia/Geografia. E ancora: 4 ore settimanali di Scienze umane (Antropologia, Pedagogia, Psicologia e Sociologia), 3 di Lingua straniera e 2 di Diritto ed economia. L'area scientifica comprende 3 ore di Matematica (con Informatica) e 2 di Scienze naturali (Biologia, Chimica, Scienze della Terra). E si conclude con Scienze motorie (2 ore) e Religione. Nell'opzione "economico-sociale" sparisce il Latino subentra un'altra Lingua straniera e si incrementano le ore di Diritto ed economia, ma calano quelle di Scienze umane. Liceo linguistico. E' una mezza novità per l'ordinamento scolastico italiano. Finora, infatti, il liceo linguistico è stato attivato come sperimentazione nei socio-psicopedagogici. Da adesso avrà una sua autonomia e dignità. Anche questo liceo, rispetto alla prima lettura del Regolamento, subisce delle variazioni. Si riducono le ore di Latino e si incrementano quelle di Lingua straniera. Al primo anno, si studieranno 4 ore di Italiano, 2 di Latino e 10 ore di ben 3 Lingue straniere. Saranno 3 le ore di Storia/Geografia e altrettante di Matematica. Due ore settimanali di Scienze, due di attività motoria e una di religione. In totale, 27 ore. Liceo musicale/coreutico. E' la vera novità della riforma, ma anche la cenerentola: saranno soltanto 40 le sezioni di liceo musicale il prossimo anno in Italia. E appena 10 quelle di liceo coreutico. In tutti e 5 gli anni si studierà per 32 ore a settimana. Ma i due indirizzi, al primo anno, avranno in comune soltanto 18 ore: 4 di Italiano, 3 di Lingua straniera, 3 di Matematica, 2 di Scienze, 2 di Storia dell'arte e una di religione. La restante parte dell'orario sarà destinato a materie di indirizzo. © Riproduzione riservata (05 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Scuola
2010-02-04 Approvata dal Consiglio dei ministri, riordina gli istituti superiori Gli indirizzi saranno 6 nei licei, due nei tecnici, due nei professionali Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale" Sindacati e opposizione: solo un taglio E i Cobas proclamano per il 12 marzo lo sciopero generale della scuola per l'intera giornata per protesta contro la riforma Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale" Sindacati e opposizione : solo un taglio Maria Stella Gelmini ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. VAI ALLA LA SCHEDA "Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa. Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di una legge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze"). Dure le reazioni dell'opposizione. Per Pierluigi Bersani "il riordino della scuola superiore da parte del governo non è una riforma, ma un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che - invece di avvicinarci come riferito dal premier - ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese". Il riordino di cui parla il governo sarebbe in realtà un mero "taglio di risorse, di competenze e di tempo", dovuto alla necessità di Tremonti di far quadrare il bilancio. Per il Pd, a causa di questa riforma, "la scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica, penalizzando i saperi tecnico-scientifici e tagliando le ore di laboratorio negli istituti professionali".
E c'è anche chi si domanda se Berlusconi l'abbia mai letta questa riforma della scuola, perché - dice Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Italia del Valori alla Camera, "l'impressione è che non l'abbia fatto". Per l'Idv, questa riforma "è stata scritta da Confindustria ed è priva di risorse adeguate". Il tono delle critiche dell'opposizione si trova anche nella durissima reazione di Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "Ciò che il governo ha approvato - ha detto - non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal ministro Tremonti". Da questa riforma - spiega il segretario - "la professionalità del personale uscirà svilita e tantissimi precari, insegnanti e Ata, saranno presto licenziati". Di più, secondo Pantaleo, "la decisione di ridurre l'orario nella classi successive alla prima e nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave e inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza". I sindacati fanno sapere che non molleranno la presa e che anzi, alzeranno il tiro: "Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione. Il 12 marzo poi sarà giornata di sciopero nazionale". Sulla stessa linea anche la Gilda, l'associazione professionale dei docenti italiani, che allude ad una riforma che "penalizza fortemente le seconde, terze e quarte classi su cui ricadranno i tagli previsti dal governo". In seguito all'incontro avvenuto ieri, alla vigilia del Consiglio dei ministri, tra i sindacati e i tecnici del ministero dell'Istruzione, "il governo - ha spiegato il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio - ha accolto in parte i pareri espressi dalle commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato". Conclude Di Meglio: "E' evidente che studenti e docenti delle classi vittime dei tagli non avranno più alcuna certezza rispetto ai percorsi didattici che hanno intrapreso". Insomma, per dirla con le parole usate dalla Rete degli studenti, questa riforma è una "carnevalata" che può valere come scherzo solo se in ballo non c'è il futuro dei giovani e del Paese. Il premier annuncia l'Europa, "per noi invece - conclude la Rete - i livelli europei diventano sempre di più un miraggio". Il 20 febbraio, "smaschereremo il governo". Prevista una giornata di mobilitazione nazionale. Sciopero in vista. Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla riforma delle superiori i Cobas confermano lo sciopero per il prossimo 12 marzo. "Una riforma sciaguarata" la definisce il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi "che non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la "maestra unica" o la devitalizzazione del Tempo Pieno. Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi". "Ma - avverte Bernocchi - la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l'approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato, fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare l'offerta formativà alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo), dovrebbero iscrivere i figli pressochè "al buio". Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi". "Ci sono dunque - prosegue Bernocchi - le condizioni perchè si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla "riforma" da parte di docenti ed Ata, precari e "stabili", studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà nello sciopero del 12 marzo e in una grande manifestazione nazionale a Roma che partirà da Piazza della Repubblica alle 10 per concludersi al Ministero di Viale Trastevere. In testa al corteo - conclude Bernocchi - ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell'insegnamento e del loro posto di lavoro". (04 febbraio 2010)
Meno ore e meno professori Ecco la nuova scuola superiore di SALVO INTRAVAIA Meno ore e meno professori Ecco la nuova scuola superiore Ecco la scuola superiore targata Gelmini. Dal prossimo mese di settembre la scuola secondaria di secondo grado, ferma sostanzialmente al 1923, verrà riformata. E saranno tantissime le novità che interesseranno per il momento i 500 mila ragazzini delle scuole medie italiane in procinto di scegliere come proseguire gli studi, ma anche il milione di studenti che frequentano le classi intermedie (seconde, terze e quarte classi) degli istituti tecnici e professionali. Vediamo perché. Dopo un tira e molla durato diversi mesi, i sindacati, le commissioni Cultura di Camera e Senato sono riusciti a strappare un avvio soft della riforma: si partirà dalle sole prime classi. Ma per tagliare oltre 17 mila cattedre in appena due anni (il 2010/2011 e il 2011/2012) i tecnici del ministero dell'Istruzione, sotto l'occhio vigile dei colleghi dell'Economia, hanno dovuto rivoluzionare i quadri-orario dei tecnici e professionali. E così, dal prossimo mese di settembre, quasi un milione di studenti che frequentano le seconde, terze e quarte classi di tecnici e professionali si vedranno scontare le ore settimanali di studio. Secondo un modello che non è stato ancora presentato. L'architettura. Dal prossimo anno scolastico la scelta sarà ridotta ad un numero relativamente concentrato di opzioni. E gli oltre 500 indirizzi (tra ordinamenti, sperimentazioni e progetti assistiti) tra i quali occorreva orientarsi fino all'anno in corso, saranno un ricordo. I licei avranno soltanto 6 indirizzi (artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico e musicale/coreutico). Ma considerando i 6 indirizzi del nuovo liceo artistico (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), l'opzione aggiuntiva per lo scientifico (delle scientifico delle "scienze applicate"), quella "economico-sociale" per il liceo delle scienze umane e i due indirizzi del musicale e coreutico si arriva a 14 indirizzi. Gli istituti tecnici saranno in tutto 11 (Amministrativo, finanza e marketing; Turismo; Meccanica, meccatronica ed energia; Trasporti e logistica; Elettronica ed elettrotecnica; Informatica e telecomunicazioni; Grafica e comunicazione; Chimica, materiali e biotecnologie; Sistema moda; Agraria e agroindustria; Costruzioni, ambiente e territorio) , suddivisi in due settori (economico e tecnologico). Mentre i professionali diventano 6, suddivisi in due settori (dei servizi e industria e artigianato): Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; Servizi socio-sanitari; Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera; Servizi commerciali; Produzioni artigianali e industriali; Servizi per la manutenzione e l'assistenza tecnica.
Le ore di lezione. Tutti i licei, ad eccezione di quello artistico e del classico, avranno 27 ore di lezioni settimanali al biennio e 30 ore a settimana al triennio. Al classico si studierà di più: 31 ore settimanali negli ultimi tre anni. Mentre al liceo artistico, per via delle materie di indirizzo che richiedono parecchie ore di esercitazione, si arriverà a 34 ore al biennio e 35 al triennio. Saranno invece 32 ore settimanali, per tutti e 5 gli anni, al liceo musicale e coreutico, che però inizierà in sordina: 40 sezioni di liceo musicale e 10 di liceo coreutico in tutta Italia. Nei tecnici e negli istituti professionali l'orario settimanale è stato invece calibrato su 32 ore, con un numero congruo di attività laboratoriale. Autonomia. I curricula predisposti dal ministero possono essere modificati, entro certi limiti, dai singoli collegi dei docenti. Al biennio, i nuovi licei potranno ritagliare il 20 per cento del monte ore annuo per attivare insegnamenti opzionali. Quota che sale al 30 per cento al triennio. In questo modo, ogni liceo potrà "personalizzare" l'offerta formativa per renderla più vicina alle esigenze dell'utenza e del territorio. La quota di flessibilità nei tecnici e nei professionali è ancora più elevate e può superare la metà delle ore annue. © Riproduzione riservata (04 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Scuola
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2010-04-14 Questionario Gelmini per dare la "caccia" agli immigrati di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore E’ una valutazione ambigua ma, il questionario distribuito dal ministero alle scuole e finito nel diario dei bambini per essere compilato dai genitori, nasconde una convinzione: gli insegnanti sono una truppa. Parola antica, che serve ad indicare quei militari che devono solo obbedire agli ordini. Scuola e prova Invalsi, rilevazione degli apprendimenti per l’anno scolastico in corso. L’Istituto è sotto stretto controllo dall’Istruzione della Gelmini e serve ad accertare le conoscenze degli studenti italiani. Due prove scritte obbligatorie da svolgersi nel mese di maggio di Italiano e matematica per gli studenti della seconda e quinta elementare e anche per i più grandicelli della prima media, tutti seduti rigorosamente uno per banco per evitare suggerimenti. I bambini frequentanti la seconda elementare verranno anche sottoposti ad una prova di lettura, non davanti alle proprie maestre ma ad osservatori esterni, esponendoli così ad un possibile insuccesso. Ma non è tutto. Proprio in questi giorni e con largo anticipo rispetto alle prove Invalsi, le scuole su "ordine" del ministero stanno consegnando un questionario da compilare a cura dei genitori le cui domande non hanno nulla a che vedere con la didattica né con la valutazione delle conoscenze e dei saperi. La scheda in realtà serve per individuare la provenienza "socio-economico-culturale" dei singoli studenti. Indagine statistica che spetterebbe all’Istat e non all’Ivalsi. Pertanto, è una schedatura delle famiglie e, ancora più inquietante, si insiste con la "persecuzione" dello studente immigrato. Di lui si vuole conoscere tutto: se è nato in Italia e l’arrivo in Italia; se ha frequentato l’asilo nido e la materna. Ma l’obiettivo finale di tutto questo è anche un altro: attraverso il solo risultato degli alunni, il ministero intende valutare in modo indiretto ogni singola scuola pubblica e i loro docenti. Il questionario e la protesta. Le domande sugli studenti sono per lo più dirette a raccogliere informazioni sugli stranieri. Per quanto riguarda i genitori italiani e non, si "spulcia" indirettamente sul reddito di mamme e papà. Con strafalcioni sui titoli di studio e "dimenticanze" clamorose nell’elenco delle professioni. Il ministero accorpa arbitrariamente categorie di lavoratori secondo un’idea piramidale della società ancora ferma all’era Gentile. La classifica si apre con il "disoccupato" ma non c’è traccia del precario o dell’informatico e co.co.pro. L’insegnante è equiparato alla truppa. Il docente universitario all’ufficiale militare. E così via. Fino alla "chicca" sui titoli di studio superiore al diploma: si cita l’Isef, che non esiste più. La nuova terminologia è superata in Scienze motorie. Le "ira" dei genitori si scaricano sui presidi. Le prove Invalsi a tutela della privacy sono rigorosamente anonime, sui singoli fascicoli compare solo un codice numerico identificativo del plesso, del livello di classe frequentata e della sezione dello studente. Ma in un circolo didattico di Roma, il dirigente ha consegnato alle famiglie la scheda con lo spazio per il nome e il cognome dell’alunno, oltre la classe e la sezione. Da qui la protesta delle famiglie: "Consegneremo la scheda in bianco o incompleta". "Mio figlio Matteo all’uscita di scuola mi ha detto: 'Guarda mamma la scuola vuole sapere se il papà di Gerry è italiano. Che gli importa?'", racconta Paola Angelucci consigliera del municipio XI. E le proteste si annunciano anche altrove. La battagliera Simonetta Salacone, dirigente della scuola Iqbal Mashid e capofila nella protesta anti-Gelmini, fa sapere: "Pretendo la garanzia dell’anonimato sulle prove Invalsi e sulla scheda studenti-famiglie. Ho già attivato i sindacati". 13 aprile 2010
Prof, ecco la scure del taglio agli organici. Pantaleo (Flc.Cgil): scatola vuota chiamata scuola di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore Saranno la Campania e la Sicilia le più penalizzate. Ma la scure-Gelmini-Tremonti sul taglio agli organici dei docenti della scuola non salva nessuno. Per il prossimo anno scolastico, via dalle cattedre 25.600 posti. Così suddivisi: 8.700 circa alle elementari, 3.600 alle medie, 13.750 alle superiori. E le "sorprese" non finiscono qui. Il ministero ha diffuso ai sindacati anche le cifre sui tagli suddivisi per regioni. E, ovviamente, il ricco Nord leghista, ne esce come sempre indenne dalla mannaia. Le più penalizzate saranno ancora una volta le regioni del Sud, in particolare la Campania e la Sicilia, che perderanno maestri soprattutto alle elementari. Per quanto riguarda invece i licei, tecnici professionali il risparmio a "colpi" di prof lo forniranno la Lombardia e il Lazio. Mimmo Pantaleo, segretario generale nazionale della Flc-Cgil, lancia un grido d'allarme e annuncia nuove iniziative a difesa della scuola pubblica. Assemble nazionale dei precari il 15 maggio e a settembre gli Stati generali della Conoscenza. "Non si è mai visto un ministro della Repubblica procedere a testa bassa, lasciando che la scuola statale vada in malora, incurante dei diritti dell'utenza, del dissenso degli Enti Locali, Regioni, delle Associazioni Professionali e dei sindacati, incurante degli effetti già prodotti sulla qualità del servizio, incurante del licenziamento di svariate decine di migliaia di precari. A settembre 2010 la scuola statale avrà 25.600 posti di docenti e 15.600 posti Ata in meno, precisa Pantaleo all'indomani del faccia a faccia a l minsitero proprio sui tagli all'oragnico dei docenti - . Nella secondaria di secondo grado in particolare gli effetti dell'applicazione frettolosa dei regolamenti produrranno effetti pesantissimi sia in termini di tagli che di qualità dell'offerta formativa, determinado una situazione caotica. Rifiutiamo questa aggressione alla scuola statale chiamata riforma. La scuola ormai è una scatola vuota. La pervicacia della Gelmini nel cancellare posti di lavoro e sguarnire le scuole come presidi culturali non ha eguali nella storia della Repubblica". Secondo il sindacato Flc-Cgil, dalla primaria alle superiori si perderanno quasi 26mila cattedre sia perchè saranno ritoccati i tetti minimi per la formazione delle classi, sia l'applicazione dei nuovi regolamenti. "E' inaccettabile l'ulteriore tranche di tagli e daremo battaglia - assicura Pantaleo - per fermare questa politica dissennata che aggrava le condizioni di lavoro del personale, aumenta la confusione, il disservizio e lascia senza posto di lavoro migliaia di precari". 09 aprile 2010
2010-02-25 GUIDA ALLA RIFORMAScuole in bancarotta. Superiori, iscrizioni al buio di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore La Gelmini va avanti a colpi di "spot" distruggendo la scuola pubblica. L'ultima "sfornata" è la Guida alla "nuova" scuola secondaria superiore. Oltre centoventi pagine che si possono scaricare dal sito del Miur "per orientare gli studenti nelle scelte". Il tutto alla vigilia del via alle iscrizioni (da domani al 27 marzo). Iscrizioni ai "nuovi licei, istituti tecnici e professionali della Gelmini" che però sono al buio. A tutt'oggi nessuno sa che scuola farà il prossimo anno. Non c'è traccia dei regolamenti definitivi: i testi non sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale e quindi sono privi di valore giuridico. Di conseguenza le scuole non possono "promuovere" l'offerta formativa. Non possono confermare il bilinguismo. Non possono sapere quante classi prime potranno attivare e su quale organico contare. Nella nuova scuola targata Gelmini c'è di tutto, tranne la programmazione dell'istruzione sul territorio. Si sa soltano che il riordino riguarderà solo le classi prime e che ai licei si studierà meno che alla medie. Come dire, la Gelmini sembra far di tutto per "affossare" la scuola statale. Per di più lasciando oggi più di ieri - i presidi con le casse vuote. Scuole in bancarotta. Quasi tutti gli istituti statali d'Italia hanno finito i soldi. I dirigenti scolastici sono costretti a tassare le famiglie per continuare a sopravvivere e non chiudere i "portoni" per collasso. Il contributo volontario ai genitori viene chiesto per tutto: per pagare le supplenze ma anche per non lasciare le aule e i ragazzi privi di gessetti, carta igenica, detersivi e fotocopie. E' questa l'unica entrata certa su cui le scuole possono contare per il futuro. Ammonta ad oltre un miliardo il debito del governo con le scuole. Ma la Gelmini non se ne preoccupa, si sottrae al finanziamento della scuola (se è pubblica) e continua ad agire a "colpi" di circolari, come quella sulla compilazione dei bilanci che ha letteralmente messo le scuole in ginocchio. Manuela Ghizzoni, parlamentare del Pd, ha posto la questione in una interrogazione in Parlamento e il sottosegretario Pizza nella replica ha "cercato di attribuire al governo Prodi" la difficilissima condizione finanziaria degli istituti. Che dati alla mano - sottolinea Ghizzoni - è invece da collegare all'esecutivo Berlusconi. Tra il 2002 e il 2006, infatti, sono stati progressivamente decurtati i trasferimenti delle risorse alle scuole. Una condizione incancrenita poi dalla politica dei tagli del duo Gelmini-Tremonti". Lo sciopero del 12 marzo Un regolare avvio del prossimo anno scolastico è sempre più difficile. Il sindacato Flc-Cgil guidato da Mimmo Pantaleo ha impugnato davanti al Tar la circolare ministeriale iscrizioni alla "nuova" superiore. E intanto cresce il tam-tam in tutt'Italia per lo sciopero del 12 marzo, indetto dal più grande sindacato dei lavoratori. "Macelleria sociale" "Si prospetta una ulteriore macelleria sociale nell'istruzione pubblica. Quelle che la ministra Gelmini definisce riforme si traducono esclusivamente in tagli pesantissimi senza alcuna logica di cambiamento organizzativo, didattico e di programmi". Così Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, commenta gli interventi del governo sulla scuola. "Si peggiora di giorno in giorno -spiega Pantaleo- la qualità dell'apprendimento, negando alle nuove generazioni il diritto allo studio. I regolamenti sulla secondaria superiore, peraltro non ancora pubblicati e quindi privi di qualsiasi efficacia, hanno come unica logica quella di ridurre le ore d'insegnamento e il numero delle materie, nonchè la cancellazione di tutte le sperimentazioni. Nella primaria, dopo avere demolito l'esperienza del modulo innovativo dei tre insegnanti sulle due classi, il prossimo anno -aggiunge il sindacalista - ci sarà meno tempo pieno e, sopratutto, l'impossibilità di garantire il modulo delle 30 ore". Per Pantaleo, "si svuota di ogni contenuto culturale e didattico l'obbligo scolastico, le scuole sono senza soldi e molti edifici scolastici cadono a pezzi o sono insicuri". "Un vero e proprio disastro - aggiunge - che determinerà nel prossimo anno 25.000 docenti e 25.000 Ata in meno, mentre la ministra Gelmini intende dare soldi alle scuole private. È ora di ribellarsi - conclude Pantaleo - al massacro della scuola pubblica: per queste ragioni attiveremo in tutte le scuole assemblee permanenti aperte a studenti, genitori, associazioni e precari. Lo sciopero generale del 12 marzo sarà solo la prima importante tappa di una mobilitazione sempre più ampia con forme di lotta sempre più clamorose". SCARICA IL PDF 25 febbraio 2010
"La Gelmini è l'ora di nucleare" Il ministro Gelmini è "sconcertante", "le scuole sono in rovina e lei pensa alle centrali nucleari". Lo afferma Mariangela Bastico senatrice Pd. "In scuole dagli edifici fatiscenti, le cui casse sono ridotte sul lastrico, con 25.600 professori in meno e 7.700 alunni in più nelle superiori, grazie alla riforma, con classi strapiene e meno ore di lezione, la prima urgenza che si avvertiva era proprio una bella ora di 'centrale nuclearè: l'iniziativa annunciata dalla Gelmini è semplicemente sconcertante". L'idea di avviare approfondimenti a scuola sulla costruzione delle centrali nucleari dimostra, soprattutto - dichiara Mariangela Bastico - "la distanza che separa il ministro dalla realtà quotidiana delle scuole italiane: pensare, in un momento così difficile, a indottrinare gli studenti sulla scelta del nucleare, è un'operazione propagandistica che nulla ha a che vedere con la sostenibilità ambientale e tanto meno con la didattica. Ripeto: un ministro che, di fronte a un inizio d'anno che si preannuncia lacrime e sangue dopo la riforma e i tagli, pensa alle centrali nucleari - conclude l'esponente del Pd - sorprende per temerarietà e sconcerta per avventatezza". 25 febbraio 2010
Salta il liceo musicale A settembre saranno attivate non 40 classi di liceo musicale e 10 di liceo coreutico, come inizialmente comunicato dal ministero dell'Istruzione, ma, rispettivamente, 10 e 1. È quanto riporta una nota della Cgil, che fa riferimento ad un incontro con il Miur. I ragazzi che potranno iscriversi, secondo il sindacato, saranno circa 300 in tutta Italia, mentre dalle materie di indirizzo si otterranno risparmi pari a circa 2 milioni di euro rispetto alla prevista attivazione, con relativa copertura finanziaria, di 50 sezioni. Il liceo musicale era la novità della nuova scuola superiore della Gelmini. 25 febbraio 2010
2010-02-04 Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole". Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie. La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese". I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza. Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro. Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro. Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti". Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani. Di' la tua 04 febbraio 2010
Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole". Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie. La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese". I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza. Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro. Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro. Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti". Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani. 04 febbraio 2010
Macelleria contabile. La fine della scuola di Fabio Luppinotutti gli articoli dell'autore Ormai non c’è più niente da fare. Manca il placet del governo, che potrebbe arrivare oggi o nel prossimo Consiglio dei ministri. La riforma che depotenzierà lo studio di moltissime materie nelle scuole superiori e che taglierà migliaia di posti di lavoro, ieri ha avuto il sì, pd contrario, non l’Udc, (tra l’altro non vincolante) della commissione competente in Senato. Che si possa fare così, quasi in silenzio, con dei regolamenti (che vi abbiamo diffusamente illustrato su queste pagine e che potete vedere sul sito http://nuovilicei.indire.it/) lo prevede la Finanziaria del 2008, attraverso cui si è delegato il governo a fare e ad infischiarsene di un reale dibattito parlamentare. Buio sulla scuola, dunque. Fine delle sperimentazioni nei licei; fine delle attività pratiche nei tecnici (dall’Agrario, ai Nautici ai Tecnici industriali, e poi lo stesso governo ci propone l’apprendistato a quindici anni, togliendolo da un percorso formativo vero); fine dello studio di due lingue straniere; fine dello studio della geografia, di cui parleremo nella pagina seguente; latino solo in uno dei tre scientifici che rimarranno. "Siamo sbalorditi e turbati di fronte all’indifferenza con cui il governo ha dimostrato di voler risolvere i gravi problemi che affliggono la scuola italiana", ha detto la presidente del Gruppo del Pd, Anna Finocchiaro, a commento del via libera ai regolamenti sulle scuole superiori della commissione Istruzione del Senato. "Hanno vinto i diktat di Tremonti - ha precisato Finocchiaro - preoccupato solo di contenere la spesa pubblica, come ha sottolineato più volte nei suoi pareri il Consiglio di Stato. Il governo ha scelto la strada più veloce e meno democratica, privando il parlamento e il Paese di un confronto serio e doveroso. La scuola italiana avrà meno ore da dedicare agli studenti, meno materie e anche meno insegnanti, perché nulla è stato fatto per garantire il posto di lavoro alle migliaia di precari che, dopo anni di dedizione e attesa, sono costrette a fare i conti con un futuro privo di certezze. La scuola italiana, così come esce da quella che si ha il coraggio e la sfacciataggine di definire una riforma, è un salto all’indietro. Un’offesa per il nostro Paese, al quale non si vogliono offrire gli strumenti per affrontare sfide importanti nel campo della conoscenza, dell’innovazione, dell’investimento sui giovani e sul sapere". Buio anche sul percorso. Perché al momento i regolamenti per le superiori non sono pubblici e le famiglie hanno due mesi di tempo per scegliere il futuro scolastico dei propri figli. Buio per i docenti: non si sa se la cosiddetta riforma partirà solo per le prime classi dal prossimo anno scolastico o se pure per le altre, minando un percorso di formazione scelto su altri presupposti. 28 gennaio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Stampa ________________________________________________________________________________
Riforma dell’Istruzione tecnica e professionale
La riforma dell'Istruzione Tecnica e Professionale era attesa da quasi 80 anni. Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione. Ecco i punti principali dei due regolamenti: Riordino degli istituti tecnici
Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 Settori: economico e tecnologico. Avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Nel Settore economico sono stati definiti 2 indirizzi: 1. amministrativo, finanza e marketing; 2. turismo.
Nel Settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi: 1. meccanica, meccatronica ed energia; 2. trasporti e logistica; 3. elettronica ed elettrotecnica; 4. informatica e telecomunicazioni; 5. grafica e comunicazione; 6. chimica, materiali e biotecnologie; 7. sistema moda; 8. agraria, agroalimentare e agroindustria; 9. costruzioni, ambiente e territorio. Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento. Centralità delle attività di laboratorio Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica di laboratorio, considerata uno strumento efficace in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio, italiano e storia). Relativamente agli indirizzi del settore tecnologico è prevista inoltre la presenza degli insegnanti tecnico-pratici nella misura oraria crescente dal primo al quinto anno:
Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativa I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio.
Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.. Ore dedicate alle 2 aree: AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
660 ore 396 ore
495 ore 561 ore
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
Più inglese Sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere. Insegnamento di scienze integrate E' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", per potenziare la cultura scientifica. Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni Le norme introdotte hanno l’obiettivo di creare un rapporto più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l’alternanza scuola-lavoro. Riordino istituti professionali In Italia, in questo anno scolastico, studiano, in 1.425 istituti professionali, 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Verrà superata la sovrapposizione con l'istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d'istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d'istruzione saranno più efficaci e le risorse verranno utilizzate nel modo più adeguato.
I nuovi istituti professionali Si articolano in 2 macrosettori:
Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi: Settore dei servizi:
Settore industria e artigianato:
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento. Ore di insegnamento Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Più flessibilità dell'offerta formativa Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota già prevista del 20% di autonomia, ammonteranno al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Le quote di flessibilità consentono:
La struttura del percorso quinquennale
AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
660 ore 396 ore
495 ore 561 ore
La struttura del percorso quinquennale Il percorso è articolato in: 2 bienni e 1 quinto anno Offerta coordinata con la formazione professionale regionale Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Centralità delle attività di laboratorio e tirocini
Roma, 4 febbraio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Stampa ________________________________________________________________________________
Riforma dei licei La riforma dei licei ha ricevuto il via libera definitivo da parte del Consiglio dei Ministri. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923. Con questa riforma si vuole:
Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare, i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotti a 6 licei. Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:
Articolato in prima lettura in tre indirizzi, sarà articolato in 6 indirizzi distinti, anche per facilitare la confluenza degli attuali istituti d’arte e garantire la continuità ad alcuni percorsi di eccellenza Con la riforma sarà finalmente introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio. E’ stata potenziata anche l’area scientifica e matematica. Nel liceo scientifico tradizionale è aumentato il peso della matematica e delle discipline scientifiche. La nuova opzione delle "scienze applicate" raccoglie l’eredità della sperimentazione "scientifico-tecnologica". Il liceo linguistico prevedrà, sin dal primo anno, l’insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terzo anno un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dal quarto un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera. E’ una delle novità della riforma. Il liceo musicale sarà articolato nelle due sezioni: musicale e coreutica. Inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche e potranno essere attivate in convenzione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza. Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, devono essere in grado di:
Altra novità della riforma è il liceo delle scienze umane. Sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il piano di studi di questo indirizzo si basa sull’approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica. Rispetto alla prima lettura, sono state potenziate le materie di indirizzo.
La nuova organizzazione dei licei prevede:
Possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stages o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie). Il metodo Dopo la prima lettura e il primo via libera del Consiglio dei Ministri alla Riforma dei licei, il Ministrero ha aperto uno spazio di discussione per perfezionare il testo e continuare ad ascoltare il mondo della scuola (sono stati coinvolti oltre 10mila tra insegnanti e dirigenti scolastici) e della cultura, le famiglie e i ragazzi.
La riforma sul web Per la prima volta un provvedimento è stato sottoposto, prima della sua adozione, al confronto attraverso il mondo del web grazie al sito http://nuovilicei.indire.it, da cui è stato possibile scaricare i documenti approvati in prima lettura, commentarli on line articolo per articolo, seguire il "cantiere del cambiamento" passo dopo passo attraverso la rassegna stampa, gli appuntamenti di confronto e di comunicazione e i relativi video, relazioni o abstract, i documenti e gli "appunti di viaggio" che via via sono stati messi on line. I commenti hanno segnalato la correttezza di alcune ipotesi già allo studio della Cabina di regia (i cui membri dialogano on line), come il perfezionamento dei quadri orari relativi alle "Scienze Umane" e il rafforzamento ulteriore dell’asse scientifico matematico e della lingua straniera.
Roma, 4 febbraio 2010 |
il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2010-01-03 Riforma Gelmini: le nuove superiori parlano poco inglese di Francesca Barbiero e Chiara Bussi Lunedí 01 Marzo 2010 Alle nuove superiori l'inglese non sfonda "Dai nostri archivi" Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Scuola, boom di cinque in condotta nel primo quadrimestre In 500mila al debutto nella nuova scuola Rating agli studenti per un posto al liceo Non sapremo più dov'è Kathmandu Gli studenti italiani di oggi – si sa – parlano l'inglese poco e male. E quelli di domani? Il rischio è che non lo sapranno tanto meglio. Soprattutto se, come il 23% degli iscritti alle superiori, frequenteranno il liceo scientifico sottoposto dal prossimo anno a una cura dimagrante delle ore dedicate all'inglese: 66 in meno nei cinque anni, con un taglio del 12% rispetto a quelle frequentate dai fratelli maggiori. Complice il generale ridimensionamento delle lezioni settimanali, il dato emerge dal confronto del Sole 24 Ore tra i quadri orari prima e dopo la riforma Gelmini mentre entra nel vivo la corsa alle iscrizioni che si concluderanno il 26 marzo per 550mila studenti delle prime classi. Se lo scientifico di domani parlerà un po' meno inglese, al classico la situazione presenta un lieve miglioramento perché le ore crescono sì tantissimo (+87,5%), ma solo per quella quota modesta (20% circa) di istituti che prevede il percorso tradizionale con l'inglese limitato al biennio. Nel restante 80% dei classici, invece, sono attivi tutti indirizzi con l'inglese curricolare. Resta sostanzialmente stabile il linguistico, dove l'idioma di Shakespeare perderà 33 ore nei cinque anni (il 5,5%), ma la riforma in compenso impone l'insegnamento della terza lingua già dal primo anno. Niente di nuovo, infine, per l'artistico e per il liceo delle scienze umane rispetto all'attuale liceo delle scienze sociali: qui però l'opzione economico-sociale guadagna il 25% di inglese. "Se andiamo a un controllo formale del quadro orario effettivo attuale c'è una riduzione – commenta Giorgio Rembado, rappresentante dei presidi dei licei –. Con le sperimentazioni l'orario delle scuole superiori si è dilatato fino alle 36 ore settimanali, mentre ora la riforma ne prevede al massimo 32. È importante sottolineare che però la riforma impone le ore di 60 minuti mentre ora accade che siano di 55 se non di 50 minuti". Più complessa la situazione negli istituti tecnici che hanno molti indirizzi. Ad esempio l'ex turistico, che da settembre si chiamerà istituto tecnico economico con indirizzo turismo, dovrà rinunciare a 132 ore di inglese: in calo anche la seconda lingua mentre aumenta la terza. Chi sceglie invece un percorso di "ragioneria" e si iscrive all'istituto tecnico economico con indirizzo amministrazione, finanza e marketing avrà lo stesso numero di ore dei ragazzi che oggi frequentano il corso Igea (indirizzo giuridico, economico e aziendale), mentre i geometri di domani, che frequenteranno l'istituto tecnico tecnologico (costruzioni, ambiente e territorio) guadagneranno 99 ore nei cinque anni. Silvia Minardi, presidente del Lend, l'associazione Lingua e nuova didattica che riunisce oltre 2mila insegnanti italiani boccia la riforma sul fronte delle lingue straniere. "Si è annunciato un potenziamento – sottolinea – mentre si assiste a un loro depotenziamento. Non è possibile pensare che si possano raggiungere gli stessi obiettivi di prima diminuendo le ore". Mentre il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, evidenzia che "le lingue straniere vengono sacrificate sull'altare della riduzione del monte orario. Questo rischia di essere un forte handicap per gli studenti". Con le nuove norme i licei dovranno dire addio anche alle sezioni bilingue. È il caso del Cavour di Roma: "Ma noi siamo comunque soddisfatti del nuovo quadro orario con più matematica, fisica e scienze naturali – dice il preside Gian Giuseppe Contessa –. Questo non è un liceo linguistico. Chi non è interessato può andare da un'altra parte". Dalla loro le scuole avranno però alcuni margini di manovra: la riforma assegna uno spazio di autonomia per la personalizzazione dei percorsi formativi (dal 20 a 30% dell'orario). Anche per l'inglese una chance in più. Ugualmente contraria al disfattismo è Maria Concetta Guerrera, preside dello scientifico Leonardo di Milano. "I profili restano gli stessi della riforma Moratti – dice –. Faremo i conti con una risorsa-tempo diversa e con i nuovi vincoli per raggiungere gli stessi obiettivi". Boom di 5 in condotta nel primo quadrimestre Scuola: l'agenda di marzo Lunedí 01 Marzo 2010 © RIPRODUZIONE RISERVATA
2010-02-28 Scuola, boom di cinque in condotta nel primo quadrimestre 28 febbraio 2010 Scuola: l'agenda di marzo "Dai nostri archivi" Scuola: sette studenti su dieci hanno almeno un'insufficienza Sul 5 in condotta la parola passa alle singole scuole Così si cancellano i debiti scolastici Scuola, boom di 5 in condotta. Elementari, nelle preiscrizioni il 60 per cento sceglie le 30 ore Recupero debiti, 150mila studenti al test decisivo Un primo quadrimestre con oltre 63mila insufficienze in condotta nelle scuole italiane. Un'impennata di circa il 21% rispetto ai 52.344 voti negativi dello scorso anno. Ma anche nelle materie di studio, la situazione non va meglio. In tre su quattro hanno un'insufficienza alle superiori. Con la matematica e l'inglese che si confermano gli scogli più difficili da superare. Sono i dati che emergono dal monitoraggio del ministero dell'Istruzione sui risultati degli scrutini del primo quadrimestre dell'anno scolastico in corso delle scuole di primo e secondo grado. Nelle medie stessi dati dell'anno scolastico passato. Le discipline dove si concentrano le insufficienze sono soprattutto la matematica, seguita dall'inglese, dalla seconda lingua e dall'italiano. Nelle secondarie (licei e istituti tecnici) i risultati degli scrutini presentano un aumento degli studenti con almeno una insufficienza: dal 74% al 76 per cento. Ai professionali il non invidiabile primato del numero maggiore di alunni con voti sotto il 6 (dall'81,3% dello scorso anno all'82,7% di oggi). Con i tecnici a ruota (dal 79,3% all'80,3%). Più dietro, l'istruzione artistica e gli ex magistrali. Nei licei, al linguistico gli studenti con insufficienze sono passati dal 58,4% al 59,1 per cento, mentre allo scientifico e al classico sono aumentati, rispettivamente al 67,1% e al 62,6 per cento. Il feeling con la matematica resto quello su cui bisognerà lavorare di più nel prossimo quadrimestre. Il 60,2% delle "lacune" si è registrato, infatti, alle prese con algebra, geometria e affini. Poca attenzione anche nelle lingue. Non solo quelle straniere ma anche "giocare in casa" con l'italiano presenta a volte dei problemi. Le insufficienze in matematica sono state quasi il 17% del totale, quelle nelle lingue straniere sono state il 16,1% mentre per italiano sono state il 12 per cento. Il maggior numero di insufficienze si registra al terzo anno della scuola superiore. Su cento studenti, in 77 dovranno colmare qualche carenza. "Non fa mai piacere - spiega in una nota il ministro Gelmini - quando ad un ragazzo viene assegnata un'insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel II quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti non è una scuola che fa l'interesse dei ragazzi. La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico. Anche il comportamento è importante nella valutazione complessivo dei ragazzi, perchè gli studenti sono titolari di diritti ma anche di doveri come il rispetto delle istituzioni scolastiche e dei compagni". Dall'opposizione la capogruppo Pd in commissione cultura alla camera, invita il ministro a riferire in parlamento sugli esiti degli scrutini del I quadrimestre e chiede un impegno "per una scuola di qualità, garantendo le risorse per l'aggiornamento degli insegnanti e l'innovazione didattica". 28 febbraio 2010
ANTEPRIMA IL SOLE 24 ORE/ Scuola per scuola i nuovi indirizzi delle superiori di Francesco Prisco commenti - 1 | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 26 febbraio 2010 La mappa regionale con tutti i percorsi formativi "Dai nostri archivi" Via libera alla riforma delle scuole superiori Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori La scuola alla prova del federalismo Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Prende forma il riassetto delle scuole superiori varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 febbraio: dall'anno prossimo gli istituti attivi sul territorio nazionale saranno in tutto 5.244, secondo uno schema che "Il Sole 24 Ore" vi offre in anteprima. La svolta, nella determinazione della nuova geografia delle secondarie di secondo grado, si è avuta lo scorso 24 febbraio quando i direttori di tutti gli Uffici scolastici regionali d'Italia sono convenuti al dicastero di viale Trastevere per un summit tecnico nell'ambito del quale hanno sottoposto allo staff del ministro Mariastella Gelmini lo schema delle confluenze degli indirizzi di ogni singola regione, limando le ultime piccole imperfezioni fino alla determinazione del nuovo "scacchiere" voluto dalla riforma. La parola passa ora i genitori che avranno di tempo fino al prossimo 26 marzo per iscrivere i propri figli all'istituto e soprattutto all'indirizzo prescelto. Ma come cambieranno le scuole superiori al seguito delle confluenze? Partendo dai licei, al posto dei 396 indirizzi attuali dall'anno scolastico 2010-2011 ci saranno sei tipologie di base: classico, scientifico (con la variante delle scienze applicate), artistico (a sua volta suddiviso in sei sub-indirizzi), linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane (con l'opzione economico-sociale). Ognuno di essi sarà organizzato in due bienni e in un quinto anno. L'orario complessivo varierà di indirizzo in indirizzo e (per il primo biennio) andrà dalle 27 ore di classico, scientifico e linguistico alle 34 dell'artistico. Per quanto riguarda i professionali, al posto dei cinque settori e 27 indirizzi attuali ci saranno due macroaree (servizi e industria e artigianato). Nei tecnici dai 10 settori e 39 indirizzi preesistenti (che con tutte le sperimentazioni superava però le diverse centinaia) si scenderà a due macroaree (economico e tecnologico) e 11 sottogruppi. Sempre su questo fronte, si segnala la creazione di due articolazioni (relazioni internazionali per il marketing e sistemi informativi aziendali) nell'indirizzo "amministrazione, finanza e marketing", qust'ultimo come si vedrà molto gettonato al Sud. Così come la creazione della "geotecnica" come articolazione interna dell'indirizzo "costruzioni, ambiente e territorio". La mappa regionale con tutti i percorsi formativi Per maggiori informazioni:
Scuola: l'agenda di marzo a cura di Eugenio Zaccaria 28 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" Scuola: l'agenda di febbraio Scuola: le scadenze amministrative e didattiche del mese di gennaio Scuola: le scadenze amministrative e didattiche del mese di gennaio Scuola: l'agenda di gennaio Scuola: l'agenda di gennaio Lunedì 1 Approvazione programma annuale 2010 (bilancio preventivo). E' stato prorogato a oggi il termine per l'approvazione del programma annuale 2010 da parte del Consiglio d'istituto. La proroga si riferisce alla procedura prevista dall'articolo 8 del regolamento contabile (decreto 44/2001). Cud redditi 2009. Entro oggi vanno consegnati al personale dipendente i modelli Cud relativi ai redditi percepiti nel 2009 Pensionamenti. Gli uffici scolastici provinciali devono verificare non oltre il 31 di questo mese che il personale dimissionario abbia i requisiti per il collocamento in pensione a decorrere da settembre 2010. Qualora venga accertata la mancanza di requisiti gli interessati, entro 5 giorni dal ricevimento della comunicazione, hanno la facoltà di ritirare la domanda di dimissioni volontarie. Mercoledì 10 Spese postali Entro oggi devono essere pagate dalle scuole le spese postali relative al conto di credito del mese precedente Lunedì 15 Commissioni esami di Stato. Entro oggi le scuole devono inviare agli uffici scolastici regionali l'elenco riepilogativo degli insegnati che hanno presentato le schede di partecipazione ES-1, l'elenco degli esonerati e l'elenco dei docenti che non hanno presentato il modello con le relative motivazioni. Richiesta part time Oggi, secondo la normativa vigente, scade il termine per la richiesta di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a parziale. Le domande possono essere presentate dal personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario (con esclusione dei direttori dei servizi generali e amministrativi e dei dirigenti scolastici). La concessone del part time avviene con decorrenza dall'anno scolastico 2010/2011. Conto Consuntivo 2009 Il conto consuntivo 2009 è predisposto dal direttore amministrativo entro oggi ed è sottoposto dal dirigente all'esame del Collegio dei revisori dei conti, unitamente ad una dettagliata relazione che illustra l'andamento della gestione dell'istituzione scolastica e i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi programmati. Il conto, corredato della relazione del collegio dei revisori dei conti, è sottoposto, entro il 30 aprile, all'approvazione del Consiglio di istituto (regolamento contabile) Rilevazioni assenze. Entro oggi vanno rilevate le assenze retribuite e non retribuite del personale scolastico con riferimento al mese precedente. La rilevazione riguarda anche i dipendenti con incarico a tempo determinato. Irap Entro oggi va versato dalle scuole l'acconto Irap relativo alle retribuzioni e compensi corrisposti nel mese precedente. Martedì 16 Iva mensile Oggi scade il termine per il versamento dell'Iva mensile da parte delle istituzioni scolastiche con lavorazione conto terzi e azienda agraria annessa. Inps-Gestione speciale Entro oggi si devono versare i contributi per le collaborazioni coordinate e continuative relative al mese precedente Sabato 20 Esami conclusivi di Stato ex candidati interni. Oggi scade il termine di presentazione della domanda al Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale della regione di residenza da parte degli alunni che cessino la frequenza delle lezioni dopo il 31 gennaio 2010 e prima del 15 marzo 2010 e intendano partecipare agli esami di Stato in qualità di candidati esterni (circolare 85/2009) Lunedì 22 Mobilità. Il termine ultimo per la presentazione delle domande di trasferimento e mobilità professionale per il personale docente, educativo e A.T.A. è fissato al 22 marzo 2010. Venerdì 26 Iscrizioni scuole superiori. Oggi è il termine ultimo per effettuare le iscrizioni alle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado. Mercoledì 31 Requisiti pensione. Entro oggi vanno verificati i requisiti per il collocamento in pensione del personale scolastico da settembre 2010 (per la procedura si veda la scadenza del giorno 1 di questo mese) 28 febbraio 2010 © RIPRODUZIONE RISERVATA
2010-02-26 ANTEPRIMA IL SOLE 24 ORE/ Scuola per scuola i nuovi indirizzi delle superiori di Francesco Prisco 26 febbraio 2010 La mappa regionale con tutti i percorsi formativi "Dai nostri archivi" Via libera alla riforma delle scuole superiori Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori La scuola alla prova del federalismo Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Prende forma il riassetto delle scuole superiori varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 febbraio: dall'anno prossimo gli istituti attivi sul territorio nazionale saranno in tutto 5.244, secondo uno schema che "Il Sole 24 Ore" vi offre in anteprima. La svolta, nella determinazione della nuova geografia delle secondarie di secondo grado, si è avuta lo scorso 24 febbraio quando i direttori di tutti gli Uffici scolastici regionali d'Italia sono convenuti al dicastero di viale Trastevere per un summit tecnico nell'ambito del quale hanno sottoposto allo staff del ministro Mariastella Gelmini lo schema delle confluenze degli indirizzi di ogni singola regione, limando le ultime piccole imperfezioni fino alla determinazione del nuovo "scacchiere" voluto dalla riforma. La parola passa ora i genitori che avranno di tempo fino al prossimo 26 marzo per iscrivere i propri figli all'istituto e soprattutto all'indirizzo prescelto. Ma come cambieranno le scuole superiori al seguito delle confluenze? Partendo dai licei, al posto dei 396 indirizzi attuali dall'anno scolastico 2010-2011 ci saranno sei tipologie di base: classico, scientifico (con la variante delle scienze applicate), artistico (a sua volta suddiviso in sei sub-indirizzi), linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane (con l'opzione economico-sociale). Ognuno di essi sarà organizzato in due bienni e in un quinto anno. L'orario complessivo varierà di indirizzo in indirizzo e (per il primo biennio) andrà dalle 27 ore di classico, scientifico e linguistico alle 34 dell'artistico. Per quanto riguarda i professionali, al posto dei cinque settori e 27 indirizzi attuali ci saranno due macroaree (servizi e industria e artigianato). Nei tecnici dai 10 settori e 39 indirizzi preesistenti (che con tutte le sperimentazioni superava però le diverse centinaia) si scenderà a due macroaree (economico e tecnologico) e 11 sottogruppi. Sempre su questo fronte, si segnala la creazione di due articolazioni (relazioni internazionali per il marketing e sistemi informativi aziendali) nell'indirizzo "amministrazione, finanza e marketing", qust'ultimo come si vedrà molto gettonato al Sud. Così come la creazione della "geotecnica" come articolazione interna dell'indirizzo "costruzioni, ambiente e territorio". La mappa regionale con tutti i percorsi formativi: PIEMONTE LOMBARDIA VENETO FRIULI LIGURIA EMILIA ROMAGNA TOSCANA MARCHE ABRUZZO MOLISE UMBRIA LAZIO BASILICATA PUGLIA CAMPANIA CALABRIA SICILIA SARDEGNA
Per maggiori informazioni vai al Sito Internet del Miur "la riforma della scuola superiore" cliccando sopra: http://nuovesuperiori.indire.it/I caratteri originali Qualità e modernizzazione È stata avviata, a partire dalle prime classi del nuovo a.s. 2010-2011, la Riforma della Secondaria Superiore. Entro il 26 marzo di quest’anno le famiglie dovranno presentare le domande e con il 1° settembre saranno avviati i Nuovi licei, i Nuovi tecnici e i Nuovi professionali. Qualità e modernizzazione sono le parole chiave che caratterizzano lo spirito di questa Riforma. Una scuola nuova al passo con i tempi, in cui si privilegia la qualità dell’insegnamento rispetto alla quantità del carico orario e all’eccessivo numero di materie, come raccomandato dall’OCSE. Stop alla frammentazione Si tratta di un riordino indispensabile e improcrastinabile di tutti i percorsi di studio. Il provvedimento pone fine alle moltissime sperimentazioni realizzate a partire dagli anni ’90 e che hanno dato luogo a un enorme frammentazione degli indirizzi (si pensi ai 204 degli istituti tecnici e ai 396 dei licei). Una maggiore chiarezza e organicità per facilitare la scelta del percorso di studi ed affrontare al meglio gli studi universitari e il mondo del lavoro. Meno ore, più approfondimento Il numero delle ore di lezione si riduce in tutti gli indirizzi per rendere più sostenibile il carico orario delle lezioni per gli studenti recependo cosi le indicazioni degli organismi internazionali (OCSE). Dunque un quadro orario più snello (si tratta di ore effettive di 60 minuti anziché di 50 come nel precedente ordinamento) che garantisce la giusta autonomia e flessibilità alle scuole (20% nel biennio iniziale e nell’ultimo anno, 30% nel secondo biennio, e ancora di più, fino al 40%, negli istituti professionali), inteso ad avvicinarsi alla scuola di altri paesi europei. Nel territorio, aperti al lavoro Tra i punti di forza della Nuova Secondaria Superiore vi è sicuramente un più stretto collegamento con l'Università e l'Alta Formazione, con il mondo del lavoro (stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro) e col territorio (con la presenza, nei comitati tecnico-scientifici, di rappresentanti del mondo delle imprese presenti nella zona); un apprendimento sempre più legato al modo di apprendere delle nuove generazioni e all’avanguardia attraverso esperienze concrete con un utilizzo potenziato dei Laboratori, che faccia della scuola un centro d’innovazione permanente.
Iniziative per l'orientamento Brochure Realizzata in stampa e inviata direttamente alle scuole medie inferiori e superiori per permettere ai dirigenti scolastici la distribuzione alle famiglie. Download Presentazioni Destinate con la brochure agli incontri illustrativi sulle novità introdotte dalla riforma organizzati da USR e USP DownloadGuida Guida alla nuova scuola secondaria superiore a cura del MIUR - Dipartimento per l'Istruzione Direzione generale per lo Studente, l'Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione. Link http://www.pubblica.istruzione.it/news/2010/guida_riforma.shtmlLe novità del mese di FEBBRAIO 2010 Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per l’Istruzione Direzione generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione Guida alla nuova scuola secondaria superiore Allegati Questo Ministero, per consentire agli studenti, che terminano quest’anno la frequenza del I ciclo d’istruzione, di orientarsi nelle scelte della tipologia di scuola secondaria superiore, ritiene di agevolare tali scelte mediante la pubblicazione sul sito del MIUR della presente Guida. La stessa sarà diffusa attraverso le istituzioni scolastiche anche in formato cartaceo. Allegati pdf Guida
Cerca la scuola Esplorazione del territorio su Google Maps per rintracciare le scuole superiori secondo i nuovi ordinamenti (a partire da lunedì 1 marzo 2010) FAQ Domande frequenti e risposte a cura degli esperti del MIUR (di prossima attivazione) @ Linea aperta per proporre quesiti non ancora presenti nelle FAQ. Contattaci: nuovesuperiori@indire.it
Nuovo Impianto Organizzativo a partire dal nuovo a.s. 2010-2011
I Regolamenti /pdf_licei.zip Il Regolamento dei Licei /pdf_profess.zip Il Regolamento degli Istituti Professionali /pdf_tecnici.zip Il Regolamento degli Istituti TecniciTesti approvati in seconda (ed ultima) lettura dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 4 febbraio 2010.
Nuovi Istituti Tecnici: 2 Settori, 11 Indirizzi Settore Economico * 1.Amministrazione Finanza e Marketing * 2.Turismo Settore Industria e Artigianato * 1.Meccanica, Meccatronica ed Energia * 2.Trasporti e Logistica * 3.Elettronica ed Elettrotecnica * 4.Informatica e Telecomunicazioni * 5.Grafica e Comunicazione * 6.Chimica, Materiali e Biotecnologie * 7.Sistema Moda * 8.Agraria, Agroalimentare e Agroindustria * 9.Costruzioni, Ambiente e Territorio # Il Regolamento degli Istituti Tecnici # Profili # Quadri orari # Tabella confluenzaNuovi Istituti Professionali 2 Settori, 6 Indirizzi Settore servizi * 1.Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale * 2.Servizi socio-sanitari * 3.Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera * 4. Servizi commerciali Settore Industria e Artigianato * 1. Produzioni artigianali e industriali * 2. Manutenzione e assistenza tecnica # Il Regolamento degli Istituti Professionali # Profili # Quadri orari # Tabella confluenza6 Nuovi Licei * 1. Liceo artistico * 2. Liceo classico * 3. Liceo linguistico * 4. Liceo musicale e coreutico * 5. Liceo scientifico opzione scienze applicate * 6. Liceo delle scienze umane opzione economico-sociale * Il Regolamento dei Licei * Profili * Quadri orari * Tabella confluenza * Corrispondenze dei titoli di studio * Insegnamenti aggiuntivi26 febbraio 2010
La mappa regionale con tutti i percorsi formativi offerti dagli istituti dopo la riforma Gelmini CLICCA SU: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/scuola/scuola-mappa.shtml
LA RIFORMA DELLA SCUOLA MIUR : http://nuovesuperiori. indire.it/
I Regolamenti: /pdf_licei.zip Il Regolamento dei Licei /pdf_profess.zip Il Regolamento degli Istituti Professionali /pdf_tecnici.zip Il Regolamento degli Istituti TecniciTesti approvati in seconda (ed ultima) lettura dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 4 febbraio 2010.
La riforma dell`Istruzione tecnica La riforma Gelmini Cittadinanza e Legalità Innovazione La Scuola racconta Sviluppo Sostenibile Bussola tra scuola e lavoro Regione Lazio Guarda le Puntate http://www.fuoriclasse.rai.it/new/dossier.aspx?ID=16
2010-02-09 Scuola, nel 2010 arrivano i primi risparmi di Claudio Tucci 9 febbraio 2010 Scuola, nel 2010 arrivano i primi risparmi DOCUMENTO Il budget dello Stato 2010 "Dai nostri archivi" Scuola, ma quanto mi costi: il 48,9 0ella spesa pubblica "mangiato" dall'istruzione Scuola: in 3 anni previsti 87mila docenti in meno Riforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio Regione per regione la mappa della spesa per scuola, sanità e sicurezza Scuola, tagli del 17 0x0p+0l personale
I tagli all'Istruzione iniziano a far cassa. Rispetto al 2009, il budget 2010 di viale Trastevere è in calo di circa mezzo miliardo, precisamente di 530,7 milioni di euro. Quasi un terzo in meno, rispetto al miliardo e 600 milioni di euro di risparmi previsti, per quest'anno, dalla Finanziaria 2010. Ma è, comunque, la prima volta, dall'inizio della cura "da cavallo" imposta alla scuola con la manovra estiva 2008, che si vede il segno meno sulle spese del ministero dell'Istruzione. La certificazione, dopo le incertezze dei giorni scorsi, è arrivata dalla Ragioneria generale dello Stato, che, ieri, ha reso noto il budget per il 2010, delle amministrazioni centrali. Viale Trastevere prevede per quest'anno spese per 43,9 miliardi: -1,19%, rispetto ai costi sostenuti nel 2009, pari a 44,4 miliardi. "Era prevedibile - spiega al Sole24Ore.com, Daniele Checchi, economista della Statale di Milano - che la seconda tranche di tagli avrebbe sortito i primi effetti". Ma sono, comunque, ridotti, e ciò dimostra, prosegue, che nella scuola "esistono, ancora, margini di risorse non utilizzate in modo efficiente, che hanno contenuto i risparmi preventivati". Una volta raschiato fino in fondo il barile, per Checchi, il rischio è che, oltre ai risparmi, esca fuori tutto "il malessere" di un intero comparto, che sta subendo sforbiciate "molto decise". Nel 2011 e 2012, bisognerà tagliare altri 5,7 miliardi. E calerà, pure, il fondo, previsto dalla legge 440 del 1997, per ampliare l'offerta formativa. Giorni fa è stata appena registrata alla Corte dei conti la direttiva annuale per il 2009, che prevede, rispetto al 2008, una contrazione di 40 milioni, da 179 a 140,5 milioni di euro. Risorse che caleranno progressivamente: 130 milioni nel 2010 e 99,5 milioni sia nel 2011 che nel 2012. Tornando al budget 2010, a invertire il trend delle spese, è stata, soprattutto, la diminuzione dei costi per il personale, che rappresenta il 97% dei costi totali: al 1° settembre prossimo non ci saranno più 32.277 dipendenti (insegnanti e Ata), facendo risparmiare a viale Trastevere ben 654, 6 milioni di euro. Si aspetta, ora, di sapere come parte di queste risorse (almeno il 30%, prevede la legge) si traducano effettivamente in premi al merito. Segnano, invece, un aumento, le spese per carta, cancelleria, stampati (24,9 milioni, +20,2% rispetto al 2009), come, pure, quelle per utenze e canoni (+16,8, +68,2% rispetto allo scorso anno). All'opposto, calano, in modo significativo, le spese per consulenza, passate da 58,1 a 20,9 milioni, previste per quest'anno. Anche se, poi, crescono i costi per gli incarichi conferiti al personale (43,6 milioni, + 31,2%) e quelli per le prestazioni professionali e specialistiche (58,8 milioni, +760%), in particolare per assistenza tecnico-informatica. Calando questi numeri nella realtà scolastica, si può vedere come il settore che certifica più risparmi di tutti sia l'istruzione secondaria di secondo grado, che farà spendere, nel 2010, poco più di 15 miliardi, con una diminuzione, rispetto allo scorso anno, di circa un miliardo e mezzo (1,49 per l'esattezza). E buona parte di queste economie verranno dal riordino di licei, tecnici e professionali, che partirà dal prossimo 1° settembre. In calo, anche, le spese per l'istruzione secondaria di primo grado (-437,1 milioni) e per l'istruzione pre-scolastica (-49,7 milioni). Aumentano, invece, di poco più di un miliardo, i costi per l'istruzione primaria. Passa, poi, a circa 7,3 miliardi il finanziamento per il sistema universitario e si conferma, più o meno stabile, a 2,1 miliardi, l'investimento statale nella ricerca scientifica e tecnologica di base. Riforma della scuola: riordino con posti a rischio per docenti Regione per regione la mappa della spesa per scuola, sanità e sicurezza Scuola: doccia fredda all'istruzione: - 7,3 miliardi di 3 anni 9 febbraio 2010
Scuola, ma quanto mi costi: il 48,9% della spesa pubblica "mangiato" dall'istruzione di Claudio Tucci 14 settembre 2009 Tagli al personale, finanziamenti col contagocce, programmazione con le mani legate. La scuola è ripartita da dove si era fermata: caos e proteste, da Nord e Sud del Paese, per contrastare la ferrea stagione di austerity imposta a Viale Trastevere per contenere costi di gestione tra i più alti dell'intero settore pubblico. Non è un mistero, infatti, che il ministero dell'Istruzione, oggi, assorba, il 48,9% dei costi dello Stato: 44,5 miliardi di euro (sui circa 91 miliardi totali). Un piccolo, grande record che colloca l'Istruzione tra i potenziali "maggiori contribuenti" al contenimento della spesa pubblica. Eppure, così non è mai accaduto. Stando, almeno, ai dati contenuti nei vari budget di spesa pubblicati, anno dopo anno, dalla Ragioneria Generale dello Stato. Dal 2005 a oggi, viale Trastevere ha visto lievitare costantemente i propri costi di funzionamento, passati dai 38,5 miliardi di euro di 4 anni fa, agli attuali 44,5 miliardi. Praticamente, un miliardo e mezzo di euro in più ogni rilevazione. Compresa quella per il 2009, anno in cui, invece, si sarebbero dovuti vedere i primi segnali di contrazione dovuti alla cura "da cavallo" contenuta nell'ultima Finanziaria approvata (la manovra triennale sui conti pubblici licenziata nell'estate 2008): un piano di riduzione di spesa pari a 7 miliardi e 832 milioni di euro, entro il 2012, e tagli agli organici del personale di ben 87.341 posti di docenti e di 44.500 posti di operatori Ata. Costi troppo alti per il personale. Come spiegare, allora, questi risultati contrastanti? La cui punta dell'iceberg la stiamo vedendo, in questi giorni, con sit in e proteste sparse per l'Italia. La chiave di lettura viene data (da anni) dalla Corte dei Conti nella sua periodica relazione, al Parlamento, sul costo del lavoro pubblico. Viale Trastevere spende un'enormità di stipendi per il personale (circa il 98% dei costi totali). Un dato confermato da tutti i principali documenti di finanza pubblica elaborati da Via XX Settembre. Il problema è tutto lì e dipende, sempre, dalle stesse variabili: ricostruzioni di carriera nei confronti dei precari di volta in volta stabilizzati, progressioni automatiche di stipendio, assegnazioni di "premi" a pioggia, slegati da merito e produttività. In più, nonostante anni di proclami e leggi Finanziarie, il personale in servizio nella scuola ha subito una costante crescita fino al 2006 e solo nel 2007 ha fatto registrare una lieve flessione (-1,1 per cento). Programmazione ferma al palo. Fardelli, che, ora, stanno diventando vere e proprie mannaie per il sistema Istruzione per effetto della clausola di salvaguardia, introdotta dall'allora Governo Prodi, nel 2007 e mai modificata: se non si taglia il personale, si diminuiscono, in modo equivalente, le altre spese. E non riuscendo, Viale Trastevere, ad abbassare le spese per impiegati, professori e bidelli, si stanno riducendo i finanziamenti per le altre spese, azzerando, di fatto, moltissimi obiettivi già programmati e rimasti senza fondi. E' sufficiente sfogliare la direttiva annuale sull'azione amministrativa 2009, da poche settimane sul sito internet del Miur, per rendersi conto di quanti programmi di spesa per la didattica risultino a bocca asciutta. Problemi tristemente noti a centinaia di presidi e genitori. E non è un caso che nella relazione (6 pagine) allegata al Dpef 2010-2013, presentato a luglio scorso, Viale Trastevere abbia chiesto garanzie per proseguire nel piano di rilancio di scuola e università, stimando il fabbisogno complessivo 2010 in circa 1,5 miliardi di euro (689 milioni per la scuola, 815 milioni per l'università). Possibili soluzioni a confronto. Insomma, una situazione esplosiva. Che l'attuale Governo sta affrontando stringendo la cinghia e con tagli pesanti al personale. Solo quest'anno, lasceranno oltre 42mila insegnanti e 15mila Ata. Prossimamente, anche grazie al ritorno dell'anzianità contributiva, andranno in pensione altre 8.500 unità, da aggiungere alla normale quota di pensionamenti ordinari (circa 25/30mila l'anno). Insomma, una riduzione dei costi che sta passando, principalmente, per una diminuzione progressiva del personale. E a pagarne le conseguenze, sono soprattutto, i precari. Oltre che l'offerta didattica. Una soluzione diversa era stata, invece, proposta dal precedente Governo, che, presentando, nel 2007, il "Quaderno Bianco" sulla scuola, aveva preso in considerazione la possibilità di contenere il personale, attraverso una diversa programmazione di medio-lungo periodo degli organici, coinvolgendo le Regioni. Secondo gli scenari prefigurati nel Quaderno, entro il 2011-2012, si sarebbero dovuti reclutare fra 70 e 90mila nuovi insegnanti, contribuendo sostanzialmente a superare il meccanismo delle graduatorie a esaurimento. Inoltre, non ci sarebbero state sforbiciate più o meno barbare e ci sarebbe stata un'importante riallocazione di risorse pubbliche, da smistare verso obiettivi di miglioramento dei livelli di prestazione del servizio. Soluzioni che l'attuale Governo sembra non voler considerare. 14 settembre 2009
Scuola: in 3 anni previsti 87mila docenti in meno di Luigi Illiano Sabato 06 Settembre 2008 Tutte le novità per la scuola e l'università Sondaggio: le novità lanciate dal Ministro Gelmini Da Padoa-Schioppa a Tremonti, il ministero dell'Istruzione continua a essere sorvegliato speciale. L'Economia non si fida dell'Istruzione e con qualche ragione: nel corso di decenni Viale Trastevere ha più volte annunciato tagli che non sono mai stati realizzati. Non solo: si sono moltiplicate le assunzioni. Da qui la scelta di imporre rigorose misure di controllo. Due giorni fa il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha ribadito che saranno tagliati 87mila posti in 3 anni, il 7% della spesa. I numeri dei risparmi da realizzare nel periodo 2009/11 sono nella relazione tecnica alla manovra: il taglio al bilancio – a regime – sarà di 3,2 miliardi di euro. In termini di personale significa 87mila cattedre in meno e una riduzione di 42.500 posti Ata (amministrativi, tecnici, ausiliari). E sull'intera operazione di risparmio pende la scure della "clausola di salvaguardia" meccanismo di controllo imposto alla scuola nella Finanziaria 2007 dall'ex titolare dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa e confermato dall'attuale ministro Giulio Tremonti. È una misura di garanzia che funziona così: i mancati risparmi richiesti dall'Economia all'Istruzione si trasformano in minori finanziamenti. Le conseguenze hanno già colpito: nel 2008 sono stati sottratti 560 milioni di euro alle risorse destinate alle scuole. Nel 2009 la clausola potrebbe costare altri 280 milioni di euro e ulteriori 130 nel 2010. Per limitare le difficoltà provocate dal taglio 2008, Gelmini ha ottenuto dalla manovra 200 milioni. Le leve Per centrare gli obiettivi Viale Trastevere sta elaborando il piano programmatico, previsto dalla manovra. In linea generale le leve di intervento saranno tre: revisione degli ordinamenti scolastici, riformulando orari e indirizzi di studio; riorganizzazione della rete scolastica; razionalizzazione dell'utilizzo di risorse umane attraverso la modifica delle classi di concorso e della formazione degli organici. Le disposizioni di controllo della spesa si basano anche sull'aumento di un punto del rapporto alunni/docenti e la riduzione del 17% dei posti di personale Ata. È presumibile che per il 2009 si agirà prevalentemente sulla formazione delle classi e sul dimensionamento degli istituti scolastici. Un primo intervento potrebbe riguardare l'innalzamento del numero minimo di alunni per formare le classi, portandolo tra 15 e 16 ed elevando a 31-32 alunni la soglia per sdoppiare una classe. Significherebbe la cancellazione delle classi che hanno meno di 16 alunni: quasi 50mila, delle quali oltre 36 mila tra elementari e medie. Una seconda stretta potrà interessare le scuole che sono al di sotto della soglia minima consentita per funzionare come istituzione autonoma. Sono circa 2.600, con meno di 500 alunni. In entrambi i casi l'impatto potrebbe essere fortemente attenuato garantendo classi e scuole nelle aree di montagna e nelle piccole isole. Intervento che determinerebbe un risparmio di posti da dirigenti scolastici e dirigenti amministrativi equivalenti alle scuole colpite. Perché si tratta in gran parte di scuole che non verrebbero chiuse, ma accorpate ad altri istituti. Bilancio e bonus Il bilancio dell'Istruzione presenta un'asincronia rispetto a tutti gli altri del comparto pubblico: l'anno finanziario non coincide con quello scolastico, quindi i calcoli di un anno – ad esempio il 2008 – riguardano gli otto mesi (gennaio/agosto) dell'anno scolastico precedente (2007/08) e i quattro mesi finali (settembre/dicembre) del 2008/09. La stretta prevista in manovra potrà essere attenuata, a condizione che per ciascun anno si riesca a centrare gli obiettivi di risparmio, condizione che farebbe scattare dei bonus. Infatti, "una quota parte delle economie di spesa", pari al 30%, all'incremento delle risorse finanziarie destinate dalla contrattazione "alla valorizzazione e allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola a decorrere dal 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico". Si tratta di oltre 410 milioni di euro per il 2010, 664 milioni di euro per il 2011 e circa 957 milioni per il 2012. Docenti e Ata Saranno 129.841 i tagli tra cattedre e personale Ata. Nel dettaglio, per il 2009/10 sono previsti 32.105 insegnanti in meno; nel 2010/11 saranno 15.560; nel 2011/2012 la riduzione riguarderà 19.676 posti. A questi vanno aggiunti i 20mila già programmati dalla Finanziaria del Governo Prodi, per un totale che arriva a quota 87.341. Cifre determinate anche dall'aumento di un punto del rapporto alunni/docenti, nel triennio passerà dall'attuale 8,94 a 9,94. Una novità nella gestione degli organici rispetto al tradizionale approccio legato al rapporto alunni/classe. Per il personale Ata, nel periodo 2009-2011 la cancellazione sarà secca: 17% del totale. Con una scansione di 14.167 posti per ognuno dei tre anni, significa 42.500 posti. Le figure più colpite saranno i bidelli, per i quali il colpo di spugna potrebbe arrivare alle 30mila unità.
Scuola, tagli del 17% al personale di Marco Rogari 21 giugno 2008 Centomila insegnanti in meno, tra docenti di ruolo e supplenti, entro il 2011. E riduzione del 17% del personale tecnico e ausiliario (Ata), ovvero bidelli e "amministrativi". È un taglio deciso quello operato dal Governo sulla scuola con il decreto sulla "manovra". Un taglio che garantirà un risparmio di 4,6 miliardi nei prossimi tre anni (circa 450 milioni nel 2009, 1,6 miliardi nel 2010 e 2,5 miliardi nel 2011). Che sale a quasi 8 miliardi considerando i 3,1 di riduzione di spesa "contabilizzati" per il 2012. Con la stretta scatta anche una riduzione delle classi: entro l'anno scolastico 2011-2012 il rapporto alunni/docente dovrà lievitare "gradualmente di un punto". Il 30% dei risparmi complessivamente realizzati sarà comunque utilizzato per aumentare, dal 2010, gli stipendi dei docenti in funzione della loro valorizzazione professionale. Ma il piano di "contenimento della spesa per il pubblico impiego" non riguarda solo la scuola. Gli "statali" con più di 40 anni di contributi non potranno più restare in servizio: saranno messi automaticamente in pensione. Arriva anche un percorso di esodi incentivati, con tanto di bonus. Cinque anni prima dell'età di pensionamento il lavoratore potrà chiedere di essere esonerato dal servizio: se l'amministrazione accetterà (l'ok sarà quasi automatico in caso di esuberi), lo "statale" potrà non recarsi più in ufficio in cambio di uno stipendio mensile ridotto della metà, cumulabile con qualsiasi altro reddito da lavoro. La decurtazione sarà solo del 30% se il lavoratore decidesse di impegnarsi nel settore del volontariato. In ogni caso non verrebbe perso alcun diritto previdenziale: nei cinque anni di interruzione del servizio (ma non del rapporto di lavoro) verrebbe garantita la contribuzione figurativa necessaria a mantenere la pensione invariata al momento del raggiungimento dell'effettiva età di uscita dal lavoro. Questo meccanismo riguarderà tutti i comparti pubblici, scuola esclusa. Scatta anche l'irrigidimento del blocco del turn over: dal 2009 ogni 10 uscite potranno scattare un'assunzione e una regolarizzazione di personale precario. Un dispositivo molto più selettivo dei tre ingressi su cinque "cessazioni" previsto dalla Finanziaria Prodi. Tutte le strutture pubbliche entro il 31 dicembre 2008 saranno obbligate a rideterminare la programmazione triennale del fabbisogno di personale tenendo conto dei vincoli di riduzione di spesa e di organico fissati dalla manovra triennale targata Tremonti. Il piano per frenare la corsa della spesa nel pubblico impiego, elaborato dal ministro Renato Brunetta in collaborazione con il Tesoro, tocca anche le Forze armate, che vedono ridotti del 7% per il 2009 e del 40% per il 2010 gli stanziamenti per il personale, con un risparmio che, sempre dal 2010, non dovrà essere inferiore ai 300 milioni. Scrematura anche per gli organici delle Authority. Che dovranno elaborare, entro 45 giorni dall'entrata in vigore del decreto, piani ad hoc per rivedere "al ribasso" "le proprie politiche in materia di personale". E che, in questo periodo di tempo, non potranno procedere ad alcuna assunzione. Tornando al settore pubblico nel suo complesso, con il decreto si trasformano in triennali gli scatti di anzianità (fin qui biennali) per diversi "profili": dagli ufficiali delle forze armate ai professori universitari. Giro di vite anche sulla contrattazione integrativa: le risorse "determinate per il 2007" per gli "incentivi" alle Agenzie fiscali e al Tesoro vengono ridotte del 10%. Dal 2009, poi, dovranno essere "congelati", in attesa della definizione della riforma dei contratti, gli stanziamenti aggiuntivi da destinare "all'integrativa". E, soprattutto, verranno tagliate del 10% le risorse destinate a incentivi e promozioni nelle Pa centrali, negli enti previdenziali e di ricerca. La scure cala anche sugli organismi collegiali e i cosiddetti uffici doppione. Un antipasto del piano Calderoli per potare gli enti inutili, che prevede l'immediata eliminazione di quelli con meno di 50 dipendenti e che andrà a regime prima della fine dell'anno. Tra le strutture doppione più grandi salteranno subito il Commissario anticorruzione nella pubblica amministrazione, il Commissario per la lotta alla contraffazione e la "Commissione per l'inquadramento del personale già dipendente da organismi militari operanti nel territorio nazionale nell'ambito della Comunità Atlantica". Intanto, entra nel vivo la partita sui contratti e sulla riforma del pubblico impiego. Con tanto di prove di dialogo tra Brunetta e i sindacati. Sui rinnovi contrattuali il ministro, intervenendo (anche tra gli applausi) alla terza conferenza di organizzazione della Uil-Pa, afferma che il tavolo si aprirà a luglio e che le risorse verranno trovate a patto che sindacati appoggino la riforma. E rivolto alla platea di "statali" dice ironicamente: "Vorrei accarezzarvi il contropelo". Il leader della Uil, Luigi Angeletti, replica conciliante: "Accettiamo la sfida".
Regione per regione la mappa della spesa per scuola, sanità e sicurezza di Claudio Tucci commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 8 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" Ragioneria dello Stato: sui servizi essenziali troppe differenze tra Nord e Sud Scuola, nel 2010 arrivano i primi risparmi Dai dati della Ragioneria generale dello stato emerge un quadro di forti differenze territoriali nella spesa procapite che le regioni sostengono per garantire ai cittadini alcuni servizi essenziali. Alla maggiore quantità dei costi,, però, non sempre corrisponde un analogo livello di qualità Un bambino alle elementari in Calabria costa 394 euro, nel Lazio 260 euro, in Lombardia 226, in Veneto, 240. La Campania spende per l'ordine pubblico 266 euro ad abitante, l'Emilia Romagna 171, la Sardegna 284, la Toscana 214. Costi molto diversi anche sul fronte dei servizi sanitari: Puglia, Marche, Piemonte, spendono, dai 30 ai 51 euro ad abitante, mentre, in Sicilia e nel Lazio, le spese pro capite salgono rispettivamente a 439 e 384 euro. E' una mappa molto variegata quella tracciata dalla Ragioneria generale dello stato che ha anticipato i dati sulla distribuzione territoriale della spesa statale nel 2008. Sotto la lente dei tecnici della Ragioneria sono finiti circa 524 miliardi (di cui 249 "regionalizzati", cioè, distribuiti, regione per regione), calcolati su tutti i pagamenti effettuati dall'Erario, anche attraverso risorse comunitarie, per spese correnti e in conto capitale. Complessivamente, scorrendo le 310 pagine dello studio, emerge al primo posto per finanziamenti statali ricevuti il Lazio, con oltre 34 miliardi, seguito da Lombardia, quasi 31 miliardi, Sicilia, 27,3 miliardi e Campania, 22,7. Fanalino di coda la Valle d'Aosta, con poco più di un milione e mezzo di euro. Ma se si guarda la spesa non i valore assoluto ma per abitante e in funzione al prodotto interno lordo, si scopre il "ribaltone" e si vede che a esser più fortunati sono i residenti nelle regioni autonome, rispetto a quelli delle regioni a statuto ordinario. Facendo un esempio, Valle D'Aosta e Trentino-Alto Adige spendono, pro capite, rispettivamente, 12.171 e 10.862 euro, circa 3-4 volte in più, che in Veneto o Lombardia, dove la spesa pubblica si ferma a 3.089 e a 3.192 euro. Stesso risultato, se si considera la spesa sul Pil: tutte e 5 le regioni a statuto speciale, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta, primeggiano la speciale classifica, attestando la propria spesa tra il 20% e il 35% di Pil, contro il 9,4% della Lombardia, il 12% del Piemonte, il 15,2% della Liguria. Senza scordare, peraltro, che buona parte di queste risorse se ne vanno in spese correnti (in particolar modo, per pagare stipendi), lasciando, quindi, agli investimenti effettivi, davvero poche briciole.
Il federalismo fiscale "soluzione fisiologica" "È la dimostrazione - spiega al Sole24Ore.com, Fabrizio Pezzani, ordinario di programmazione e controllo alla Bocconi - che i soldi pubblici sono ancora spesi secondo logiche di welfare mascherato per tenere bassi i conflitti sociali, e non invece come stimolo per crescita e produttività". Secondo Pezzani il federalismo fiscale rappresenta "la soluzione fisiologica per il bene del Paese" a patto, però, che "si punti su responsabilizzazione diretta degli amministratori e controlli reali sulla destinazione finale delle risorse". A completare il quadro non esaltante c'è la constatazione che alla quantità di risorse spese non corrisponde necessariamente la qualità dei risultati, come sottolinea la Ragioneria. Emblematico è il caso dell'Istruzione, dove tutte e 5 le principali regioni meridionali, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, spendono di più rispetto alle medie nazionali senza ottenere significativi miglioramenti su dispersione e competenze scolastiche. Anzi. Alle elementari, l'Invalsi ci ricorda un gap negli apprendimenti rispetto ai bambini del Centro-Nord, di diversi punti percentuali, soprattutto in italiano. E sempre al Sud, sottolineano gli ultimi studi Isfol e Censis, la dispersione scolastica raggiunge picchi fino a oltre il 20% e apprendistato e offerta formativa professionale sono, letteralmente, al lumicino. La spesa statale regionalizzata8 febbraio 2010
2010-02-06 Parere commissione cultura sui licei Parere commissione cultura sugli istituti tecnici Parere commissione cultura sugli istituti professionali Parere del Senato sui lice Parere del Senato sugli istituti tecnici Parere del Senato sugli istitui professionaliRiforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio di Gianni Trovati 8 febbraio 2010 Riforma dell'istruzione. Nella foto: alunni durante una lezione a scuola "Dai nostri archivi" Via libera alla riforma delle scuole superiori Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori In settimana il via libera alla riforma delle superiori Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Una riforma per innovare, ma anche per alleggerire organici e costi di una macchina scolastica accusata di inefficienza. Tra rivisitazione degli ordinamenti, riduzione degli orari e tagli delle compresenze, le scuole superiori mettono sul piatto anni 15.300 dei 45.300 posti che gli organici della scuola perderanno per strada nei prossimi tre anni. I primi 27mila (11.300 alle superiori) se ne andranno a settembre; il resto verrà dai primi due cicli di istruzione (con la rimodulazione di orari e tempo pieno) e dall'accorpamento delle classi, imposto a tutti gli ordini dalla manovra dell'estate 2008. Quando tutti questi provvedimenti concentrici andranno a regime sarà l'autunno del 2014, le forze in campo per l'avvio del nuovo anno scolastico conteranno in tutto 88.538 cattedre e 700 scrivanie da dirigente in meno rispetto a oggi, e saranno anche più leggere (1.838 posti in meno) rispetto agli obiettivi definiti dal governo nell'estate di due anni fa. La realtà, poi, potrebbe aggiungere qualche limatura ulteriore, perché i numeri calcolati dai tecnici dell'esecutivo in occasione della nuova riforma partono dal presupposto che il numero di iscrizioni a scuola rimanga costante: una stima giudicata piuttosto ottimista dalle stesse relazioni tecniche. Tradotti in euro, i meccanismi introdotti dalla riforma degli ordinamenti porteranno a risparmiare in tre anni quasi 330 milioni di euro di stipendi: il contributo più generoso sarà quello offerto dall'istruzione tecnica (83 milioni il primo anno, 180 il terzo), seguito da quello di licei (85 milioni dopo tre anni) e dall'istruzione professionale (61 milioni). Con il nuovo organico alleggerito, le scuole dovranno anche far funzionare la quota di orario "autonomo" loro assegnato (in media il 20% al primo anno, in crescita fino al 35% nel corso dei curricula) e gli insegnamenti opzionali consentiti dai vari ordinamenti riformati. Come accennato, la dieta prescritta alla scuola è composta da diversi piatti, ma il più immediato è la sforbiciata a orari che le sperimentazioni avviate negli ultimi anni hanno gonfiato in modo spesso potente. Il liceo linguistico, per esempio, secondo i calcoli ministeriali prevede oggi in media tabelle del primo anno da 36 ore, mentre le magistrali quinquennali che trovano il loro erede nel nuovo liceo delle "scienze umane" tengono oggi sui banchi i propri studenti delle prime classi per 35 ore alla settimana. Dall'anno prossimo, chi si iscrive a questi licei (e anche al classico e allo scientifico) dovrà fare tutto in 27 ore alla settimana. Il taglio dei tempi entrerà in azione anche all'artistico, che al primo anno passerà dalle 38 ore di media attuali a 34. Più articolata la situazione agli istituti tecnici e professionali, dove la rivoluzione di ordinamenti e indirizzi è più profonda; la parola d'ordine rimane la stessa ma le declinazioni cambiano. Gli istituti tecnici, per esempio, oggi arrivano in qualche caso a superare le 35 ore di media, e dovranno scendere a 32, ma per pochi indirizzi in area meccanica ed elettronica la nuova asticella offre 2 ore in più rispetto alle 30 di media attuali. Ai professionali, invece, il tetto delle 32 ore presuppone un taglio drastico, e nel caso degli istituti alberghieri dovrebbe far perdere addirittura 10 ore rispetto ai programmi attuali. Nei professionali il tetto d'orario si estende da subito al secondo e terzo anno, che dal 2010/2011 dovranno fermarsi rispettivamente a 32 e 34 ore.
Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini di Claudio Tucci Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 15 gennaio 2010 Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori I pareri espressi dal Consiglio di Stato DOCUMENTI / Le circolari e i modelli per le iscrizioni "Dai nostri archivi" Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma Via libera alla riforma delle scuole superiori Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei. Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi. Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi. Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum. Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso. Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell'infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l'iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un'adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l'approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado. Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni. Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa. I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.). Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane. Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino, mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino. Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio. Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento. Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico. In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali. A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso". Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile. Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio. Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato. Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi. Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale. Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno. Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola. 15 gennaio 2010
Via libera alla riforma delle scuole superiori commenti - 29 | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 4 febbraio 2010 Via libera alla riforma delle scuole superiori "Dai nostri archivi" Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista" Riforma dell'istruzione, riordino con posti a rischio Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Sono stati approvati i 3 decreti presidenziali che riordinano licei, istituti tecnici e professionali. È una "riforma epocale", ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che "non ha impronta ideologica, che non è viziata da pregiudizi di sorta". Una riforma necessaria per il premier Silvio Berlusconi, perché "la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Si partirà dalle prime classi, ma ci saranno meno indirizzi e meno ore, per assicurare, comunque, i tagli di spesa previsti dalla manovra 2008. Dal prossimo primo settembre, prenderanno il via le nuove superiori targate Gelmini. I licei diventeranno 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, questi ultimi 2 vere novità. All'ultimo anno, si potrà studiare una materia in inglese o in una seconda lingua comunitaria. Nei tecnici, ci saranno 2 ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi, con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori. Nei professionali (due settori per un totale di sei indirizzi) saranno rafforzate le materie specifiche del corso di studi e ci sarà una maggiore flessibilità dell'offerta formativa. Chiaro l'obiettivo di stringere legami più forti con il mondo delle imprese, a cui mancano circa 54mila diplomati tecnici-professionali. La riforma è stata corretta, in corsa, in base alle richieste avanzate dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal Consiglio di stato e dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Viale Trastevere ha, comunque, giocato d'anticipo, posticipando di un mese le iscrizioni alle superiori (fino al 26 marzo prossimo), proprio per consentire a famiglie, studenti, addetti ai lavori, la più ampia attività di informazione e orientamento sulla riorganizzazione dell'intero settore, che ha visto l'eliminazione degli oltre 396 indirizzi sperimentali. Si comincerà, piano: dalle sole prime classe. Ma il ministero dovrà comunque effettuare i tagli imposti dalla legge 133 del 2008. Perciò nei tecnici e nei professionali, già dal prossimo anno seconde, terze e quarte avranno un taglio dell'orario: da 36 a 32 ore. Gli studenti coinvolti dal taglio di ore avranno una rimodulazione del percorso di studi. Nei licei, invece, è stata rafforzata l'area scientifica con 66 ore annue nel biennio. Quanto alle polemiche sulla geografia, nei tecnici viene ripristinata, negli indirizzi liceali sarà comunque accorpata a storia. Sul fronte, invece, della "governance" scolastica, si accolgono le osservazioni di Palazzo Spada: dipartimenti e comitati tecnico-scientifici sono "derubricati" al rango di mere opportunità. Niente di fatto, invece, sul fronte dei regolamenti attuativi della riforma: Parlamento e giudici amministrativi volevano fossero adottati con atti a contenuto normativo, mentre saranno solo "linee guida". Dal Senato, arrivano, poi, novità sul fronte salva-precari. Ieri, il Governo ha presentato un emendamento, al milleproroghe, per estendere, anche, al prossimo anno scolastico (2010/2011) gli effetti del decreto, approvato in autunno, che, come si sa, garantisce uno stipendio (sotto forma di indennità di disoccupazione) a docenti e personale amministrativo rimasto senza supplenze per via dei tagli al personale della scuola. Lo speciale "paracadute", che ha visto chiudere le domande di inserimento nelle liste prioritarie lo scorso 14 gennaio, secondo recenti dati diffusi, nei giorni scorsi, dalla Uil Scuola, ha interessato, quest'anno, circa 21mila precari: per l'esattezza, 16.543 docenti e 4.529 Ata. Discreta, anche la com-partecipazione regionale: hanno messo sul piatto circa 150 milioni, che saranno investiti per utilizzare questi lavoratori in progetti di utilità sociale e formativi. (Claudio Tucci)
Riforma della scuola: ecco cosa pensano i docenti di Massimo Donaddio commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 4 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" DORSI REGIONALI / Al Nord la rivincita delle scuole tecniche Prof in catene e sit-in: riparte la protesta contro i tagli nella scuola Nella scuola più che i fondi manca la concorrenza E scoppia la web-corsa alle competenze Scuola, aumentano i bocciati L'Ocse critica costi e insegnanti Preoccupazione, frustrazione, qualche timida apertura, dubbi, perplessità. È variegato lo spettro di sensazioni che si possono raccogliere ascoltando gli insegnanti commentare il riordino dei cicli scolastici varato oggi dal Consiglio dei ministri. Da Nord a Sud, dai licei agli istituti tecnici, i docenti cercano di saperne di più su quello che sarà il destino della scuola nel prossimo futuro, ma si comprende che un'opinione se la sono fatta, e non da adesso. Chiaramente le esigenze delle scuole variano anche a seconda del contesto sociale ed economico nel quale sono collocate, come nel caso dell'istituto tecnico industriale "Scalfaro" di Catanzaro, dove il vicepreside Luigi Rodomonteinsiste molto sull'importanza delle attività di laboratorio, effettivamente potenziate dall'attuale riforma. "Condivido l'obiettivo di fare il più possibile per i laboratori, senza dimenticare la necessità per noi urgente di potenziare il rapporto con l'industria, che in Calabria è minimo". È proprio la difficoltà di trovare legami significativi con le imprese il nodo della questione, secondo il professore: "Le realtà industriali calabresi sono assolutamente insufficienti per dare uno sbocco professionale e lavorativo ai nostri ragazzi, che sono lasciati sempre più soli, anche dallo Stato. Gli investimenti dell'industria nella formazione sono troppo scarsi". Rodomonte chiede un aiuto concreto da parte delle istituzioni politiche, dalle Regioni in particolare, sottolineando come qualsiasi riforma deve essere verificata non sulla carta, ma alla prova dei fatti. Giudizio condiviso anche dalla da un'altra docente del mondo degli istituti tecnici, la professoressa Anna Gatti dell'istituto Pirelli di Roma, molto attiva nel campo della formazione e della didattica. Soddisfatta dal potenziamento delle attività di laboratorio, non sottovaluta nemmeno la riduzione dell'orario scolastico (da 36 a 32 ore), che consentirebbe a studenti e docenti di avere il sabato libero. Una sperimentazione tra l'altro già attuata nell'istituto romano, che ora potrà concentrarsi sulla riforma del triennio. Resta il nodo del personale, però: "I laboratori possono essere rilanciati con il congruo numero di assistenti tecnici, che per ora scarseggiano e sui quali non c'è ancora nulla di concreto", spiega la professoressa. Un altro nodo da sciogliere riguarda i contenuti, preoccupazione trasversale a tutti gli insegnanti e tutti gli istituti: dopo il quadro esterno delle riforma, è necessario passare a vedere cosa c'è all'interno dei programmi scolastici, per modularli meglio. Resta ancora da verificare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli stage: qui il dubbio - confessa la professoressa Gatti - è sulla possibilità che si creino opportunità di serie A e di serie B, in base alle conoscenze personali dei presidi. Fortemente critica sul metodo e sul merito della riforma Maria Teresa Bodini, docente di greco al liceo classico Berchet di Milano, secondo la quale "la riforma vera deve essere quella degli insegnanti, da cui passa la vera qualità della scuola. Se non si torna a valorizzare e motivare gli insegnanti, attaccati e delegittimati per troppo tempo, non ci sarà vera riforma e qualità per la scuola, si rischia di cucire solo delle toppe sopra un vestito già liso". Positiva, per un'insegnante di esperienza come la professoressa Bodini (docente nei licei classici dal 1973) l'eliminazione di una moltitudine di indirizzi che "hanno reso la scuola confusa e frammentaria", anche se il senso di un investimento per la cultura come risorsa per il futuro sembra mancare nella riforma prospettata dal governo. "Destra e sinistra non hanno investito sulla formazione - continua Bodini - e la sensazione è che questa riforma sia stata attuata soprattutto per motivi economici e di bilancio". Favorevole al riordino degli indirizzi scolastici, ma interessato soprattutto al tema dei programmi di studio si mostra Giovanni Pacchiano, saggista e critico letterario del Sole 24 Ore, ma per lunghi anni docente nei licei milanesi (Parini e Carducci). "Giudico positiva una riduzione della polverizzazione delle sperimentazioni, ma trovo anche negativa la riduzione delle ore a scuola. Nella mia idea di scuola nulla può sostituire le ore di lezione e di apprendimento in classe. Anzi, fosse per me le aumenterei certamente, sul modello delle scuole coreane. Ridurre i saperi mi sembra pericoloso: i ragazzi sanno troppo poco quando escono da scuola per andare all'università". Certo la scuola deve saper interessare di più gli studenti: "I nostri ragazzi si sono disabituati a leggere, ma se non li aiuta la scuola, chi potrà farlo?". 4 febbraio 2010
2010-02-04 Via libera alla riforma delle scuole superiori di Claudio Tucci 4 febbraio 2010 Via libera alla riforma delle scuole superiori "Dai nostri archivi" DOCUMENTI / Tutti i pareri parlamentari sulla riforma Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista" Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Sono stati approvati i 3 decreti presidenziali che riordinano licei, istituti tecnici e professionali. È una "riforma epocale", ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che "non ha impronta ideologica, che non è viziata da pregiudizi di sorta". Una riforma necessaria per il premier Silvio Berlusconi, perché "la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Si partirà dalle prime classi, ma ci saranno meno indirizzi e meno ore, per assicurare, comunque, i tagli di spesa previsti dalla manovra 2008. Dal prossimo primo settembre, prenderanno il via le nuove superiori targate Gelmini. I licei diventeranno 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, questi ultimi 2 vere novità. All'ultimo anno, si potrà studiare una materia in inglese o in una seconda lingua comunitaria. Nei tecnici, ci saranno 2 ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi, con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori. Nei professionali (due settori per un totale di sei indirizzi) saranno rafforzate le materie specifiche del corso di studi e ci sarà una maggiore flessibilità dell'offerta formativa. Chiaro l'obiettivo di stringere legami più forti con il mondo delle imprese, a cui mancano circa 54mila diplomati tecnici-professionali. La riforma è stata corretta, in corsa, in base alle richieste avanzate dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal Consiglio di stato e dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Viale Trastevere ha, comunque, giocato d'anticipo, posticipando di un mese le iscrizioni alle superiori (fino al 26 marzo prossimo), proprio per consentire a famiglie, studenti, addetti ai lavori, la più ampia attività di informazione e orientamento sulla riorganizzazione dell'intero settore, che ha visto l'eliminazione degli oltre 396 indirizzi sperimentali. Si comincerà, piano: dalle sole prime classe. Ma il ministero dovrà comunque effettuare i tagli imposti dalla legge 133 del 2008. Perciò nei tecnici e nei professionali, già dal prossimo anno seconde, terze e quarte avranno un taglio dell'orario: da 36 a 32 ore. Gli studenti coinvolti dal taglio di ore avranno una rimodulazione del percorso di studi. Nei licei, invece, è stata rafforzata l'area scientifica con 66 ore annue nel biennio. Quanto alle polemiche sulla geografia, nei tecnici viene ripristinata, negli indirizzi liceali sarà comunque accorpata a storia. Sul fronte, invece, della "governance" scolastica, si accolgono le osservazioni di Palazzo Spada: dipartimenti e comitati tecnico-scientifici sono "derubricati" al rango di mere opportunità. Niente di fatto, invece, sul fronte dei regolamenti attuativi della riforma: Parlamento e giudici amministrativi volevano fossero adottati con atti a contenuto normativo, mentre saranno solo "linee guida". Dal Senato, arrivano, poi, novità sul fronte salva-precari. Ieri, il Governo ha presentato un emendamento, al milleproroghe, per estendere, anche, al prossimo anno scolastico (2010/2011) gli effetti del decreto, approvato in autunno, che, come si sa, garantisce uno stipendio (sotto forma di indennità di disoccupazione) a docenti e personale amministrativo rimasto senza supplenze per via dei tagli al personale della scuola. Lo speciale "paracadute", che ha visto chiudere le domande di inserimento nelle liste prioritarie lo scorso 14 gennaio, secondo recenti dati diffusi, nei giorni scorsi, dalla Uil Scuola, ha interessato, quest'anno, circa 21mila precari: per l'esattezza, 16.543 docenti e 4.529 Ata. Discreta, anche la com-partecipazione regionale: hanno messo sul piatto circa 150 milioni, che saranno investiti per utilizzare questi lavoratori in progetti di utilità sociale e formativi.
Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini di Claudio Tucci 15 gennaio 2010 Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori I pareri espressi dal Consiglio di Stato DOCUMENTI / Le circolari e i modelli per le iscrizioni "Dai nostri archivi" Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma In 500mila al debutto nella nuova scuola Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei. Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi. Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi. Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum. Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso. Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell'infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l'iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un'adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l'approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado. Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni. Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa. I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.). Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane. Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino, mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino. Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio. Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento. Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico. In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali. A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso". Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile. Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio. Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato. Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi. Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale. Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno. Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola. 15 gennaio 2010
Riforma della scuola: ecco cosa pensano i docenti di Massimo Donaddio 4 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" DORSI REGIONALI / Al Nord la rivincita delle scuole tecniche Prof in catene e sit-in: riparte la protesta contro i tagli nella scuola Nella scuola più che i fondi manca la concorrenza E scoppia la web-corsa alle competenze Scuola, aumentano i bocciati L'Ocse critica costi e insegnanti Preoccupazione, frustrazione, qualche timida apertura, dubbi, perplessità. È variegato lo spettro di sensazioni che si possono raccogliere ascoltando gli insegnanti commentare il riordino dei cicli scolastici varato oggi dal Consiglio dei ministri. Da Nord a Sud, dai licei agli istituti tecnici, i docenti cercano di saperne di più su quello che sarà il destino della scuola nel prossimo futuro, ma si comprende che un'opinione se la sono fatta, e non da adesso. Chiaramente le esigenze delle scuole variano anche a seconda del contesto sociale ed economico nel quale sono collocate, come nel caso dell'istituto tecnico industriale "Scalfaro" di Catanzaro, dove il vicepreside Luigi Rodomonteinsiste molto sull'importanza delle attività di laboratorio, effettivamente potenziate dall'attuale riforma. "Condivido l'obiettivo di fare il più possibile per i laboratori, senza dimenticare la necessità per noi urgente di potenziare il rapporto con l'industria, che in Calabria è minimo". È proprio la difficoltà di trovare legami significativi con le imprese il nodo della questione, secondo il professore: "Le realtà industriali calabresi sono assolutamente insufficienti per dare uno sbocco professionale e lavorativo ai nostri ragazzi, che sono lasciati sempre più soli, anche dallo Stato. Gli investimenti dell'industria nella formazione sono troppo scarsi". Rodomonte chiede un aiuto concreto da parte delle istituzioni politiche, dalle Regioni in particolare, sottolineando come qualsiasi riforma deve essere verificata non sulla carta, ma alla prova dei fatti. Giudizio condiviso anche dalla da un'altra docente del mondo degli istituti tecnici, la professoressa Anna Gatti dell'istituto Pirelli di Roma, molto attiva nel campo della formazione e della didattica. Soddisfatta dal potenziamento delle attività di laboratorio, non sottovaluta nemmeno la riduzione dell'orario scolastico (da 36 a 32 ore), che consentirebbe a studenti e docenti di avere il sabato libero. Una sperimentazione tra l'altro già attuata nell'istituto romano, che ora potrà concentrarsi sulla riforma del triennio. Resta il nodo del personale, però: "I laboratori possono essere rilanciati con il congruo numero di assistenti tecnici, che per ora scarseggiano e sui quali non c'è ancora nulla di concreto", spiega la professoressa. Un altro nodo da sciogliere riguarda i contenuti, preoccupazione trasversale a tutti gli insegnanti e tutti gli istituti: dopo il quadro esterno delle riforma, è necessario passare a vedere cosa c'è all'interno dei programmi scolastici, per modularli meglio. Resta ancora da verificare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli stage: qui il dubbio - confessa la professoressa Gatti - è sulla possibilità che si creino opportunità di serie A e di serie B, in base alle conoscenze personali dei presidi. Fortemente critica sul metodo e sul merito della riforma Maria Teresa Bodini, docente di greco al liceo classico Berchet di Milano, secondo la quale "la riforma vera deve essere quella degli insegnanti, da cui passa la vera qualità della scuola. Se non si torna a valorizzare e motivare gli insegnanti, attaccati e delegittimati per troppo tempo, non ci sarà vera riforma e qualità per la scuola, si rischia di cucire solo delle toppe sopra un vestito già liso". Positiva, per un'insegnante di esperienza come la professoressa Bodini (docente nei licei classici dal 1973) l'eliminazione di una moltitudine di indirizzi che "hanno reso la scuola confusa e frammentaria", anche se il senso di un investimento per la cultura come risorsa per il futuro sembra mancare nella riforma prospettata dal governo. "Destra e sinistra non hanno investito sulla formazione - continua Bodini - e la sensazione è che questa riforma sia stata attuata soprattutto per motivi economici e di bilancio". Favorevole al riordino degli indirizzi scolastici, ma interessato soprattutto al tema dei programmi di studio si mostra Giovanni Pacchiano, saggista e critico letterario del Sole 24 Ore, ma per lunghi anni docente nei licei milanesi (Parini e Carducci). "Giudico positiva una riduzione della polverizzazione delle sperimentazioni, ma trovo anche negativa la riduzione delle ore a scuola. Nella mia idea di scuola nulla può sostituire le ore di lezione e di apprendimento in classe. Anzi, fosse per me le aumenterei certamente, sul modello delle scuole coreane. Ridurre i saperi mi sembra pericoloso: i ragazzi sanno troppo poco quando escono da scuola per andare all'università". Certo la scuola deve saper interessare di più gli studenti: "I nostri ragazzi si sono disabituati a leggere, ma se non li aiuta la scuola, chi potrà farlo?". 4 febbraio 2010
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Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO
Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro
http://www.cristo-re.euLABORATORIO DI ANALISI DOCUMENTI:
Il mio Pensiero
Questa non è la riforma della Scuola Superiore, questa è l'abdicazione della Scuola alla ragione di un effimero risparmio economico.
Con questa riforma ci sarà una dequalificazione ulteriore delle possibilità d'apprendimento in virtù della riduzione delle ore/lezioni/materie d'insegnamento da 36 a 32, che rappresenta una decurtazione del 12,5% ( anche se aumentano fittiziamente i minuti d'insegnamento da 1800 a 1920 ).
Inoltre l'immobilismo porterà ad un ulteriore arretramento rispetto alla Scuola Europea che viceversa è in cammino.
Inoltre il punto più dolente è che non si attuano le scelte giuste, perché quando glia latri paesi della Comunità tendono ad una scuola Europea, in controtendenza il Governo sceglie di realizzare una Scuola Federalistica, addirittura di nome e di fatto Provinciale, perché, per quanto riguarda gli Istituti Tecnici, si potrà programmare le lezioni in funzione delle esigenze dell'imprenditoria locale, nella misura del 30% nel 2° biennio e del 35% nell'ultimo anno.
Assurdo !
Mi permetto di parlare degli ITIS, Istituti Tecnici Industriali, in virtù della mia formazione scolastica, e della mia esperienza professionale e personale :
Tanto premesso secondo me gli insegnamenti attuali degli ITIS andrebbero in linea di massima confermati, ottimizzandoli, confermando il numero di ore attuali per l'Apprendimento Teorico.
Quello che invece andrebbe ulteriormente fatto è l'attuazione del tempo pieno, aggiungendo le ore pomeridiane per integrare la preparazione teorica del mattino con quella pratica pomeridiana, utilizzando in maniera mirata i Laboratori e le Strutture degli ITIS, per :
- Collegarli all'industria, alle aziende leader nazionali, a seconda del tipo di indirizzo specifico, per acquisire online cataloghi, documentazione tecnica,
standard di progettazione e montaggio, manuali di manutenzione, listini, certificazioni, capitolati, specifiche, software di calcolo, prezziari, altro materiale specifico
- Far partecipare gli studenti alla Formazione Tecnica offerta dalle Medesime Aziende Leader
I costi possono essere ammortizzati con proventi derivanti dai servizi resi al territorio con i Centri Servizi, con contributi altrimenti sperperati in maniera anomala e non altamente finalizzata della Formazione post-scolastica, con l'utilizzo di personale in cassa integrazione e mobilità, con l'utilizzo delle immense energie giovanili, a rotazione, nei servizi di Mensa, Biblioteca, Centro Servizi, Servizi Sociali, Gestione dei Siti Internet online relativi ad Enti ed Appalti
Questi sono gli obbiettivi e le vere riforme da attuare, non il rimescolamento delle carte, un falso maquillage estetico, la riduzione delle ore.
Per questo è necessario mobilitare il mondo del lavoro e della scuola per sensibilizzarlo a queste esigenze vitali, e non alla riforma proposta dal Governo.
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
il SOLE 24 ORE
per l'articolo completo vai al sito Internet
http://www.ilsole24ore.com2010-02-04
Via libera alla riforma delle scuole superiori
di Claudio Tucci
4 febbraio 2010
Via libera alla riforma delle scuole superiori
"Dai nostri archivi"
DOCUMENTI / Tutti i pareri parlamentari sulla riforma
Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori
Licei, sulla riforma è scontro. Il Pd: "L'insegnamento diventa classista"
Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato
Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma
Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore.
Sono stati approvati i 3 decreti presidenziali che riordinano licei, istituti tecnici e professionali.
È una "riforma epocale", ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che "non ha impronta ideologica, che non è viziata da pregiudizi di sorta". Una riforma necessaria per il premier Silvio Berlusconi, perché "la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro".
Si partirà dalle prime classi, ma ci saranno meno indirizzi e meno ore, per assicurare, comunque, i tagli di spesa previsti dalla manovra 2008.
Dal prossimo primo settembre, prenderanno il via le nuove superiori targate Gelmini.
I licei diventeranno 6: classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane, questi ultimi 2 vere novità. All'ultimo anno, si potrà studiare una materia in inglese o in una seconda lingua comunitaria.
Nei tecnici, ci saranno 2 ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi, con meno ore da passare tra i banchi e più laboratori.
Nei professionali (due settori per un totale di sei indirizzi) saranno rafforzate le materie specifiche del corso di studi e ci sarà una maggiore flessibilità dell'offerta formativa.
Chiaro l'obiettivo di stringere legami più forti con il mondo delle imprese, a cui mancano circa 54mila diplomati tecnici-professionali.
La riforma è stata corretta, in corsa, in base alle richieste avanzate dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal Consiglio di stato e dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Viale Trastevere ha, comunque, giocato d'anticipo, posticipando di un mese le iscrizioni alle superiori (fino al 26 marzo prossimo), proprio per consentire a famiglie, studenti, addetti ai lavori, la più ampia attività di informazione e orientamento sulla riorganizzazione dell'intero settore, che ha visto l'eliminazione degli oltre 396 indirizzi sperimentali.
Si comincerà, piano: dalle sole prime classe. Ma il ministero dovrà comunque effettuare i tagli imposti dalla legge 133 del 2008.
Perciò nei tecnici e nei professionali, già dal prossimo anno seconde, terze e quarte avranno un taglio dell'orario: da 36 a 32 ore.
Gli studenti coinvolti dal taglio di ore avranno una rimodulazione del percorso di studi.
Nei licei, invece, è stata rafforzata l'area scientifica con 66 ore annue nel biennio.
Quanto alle polemiche sulla geografia, nei tecnici viene ripristinata, negli indirizzi liceali sarà comunque accorpata a storia.
Sul fronte, invece, della "governance" scolastica, si accolgono le osservazioni di Palazzo Spada: dipartimenti e comitati tecnico-scientifici sono "derubricati" al rango di mere opportunità. Niente di fatto, invece, sul fronte dei regolamenti attuativi della riforma: Parlamento e giudici amministrativi volevano fossero adottati con atti a contenuto normativo, mentre saranno solo "linee guida".
Dal Senato, arrivano, poi, novità sul fronte salva-precari. Ieri, il Governo ha presentato un emendamento, al milleproroghe, per estendere, anche, al prossimo anno scolastico (2010/2011) gli effetti del decreto, approvato in autunno, che, come si sa, garantisce uno stipendio (sotto forma di indennità di disoccupazione) a docenti e personale amministrativo rimasto senza supplenze per via dei tagli al personale della scuola.
Lo speciale "paracadute", che ha visto chiudere le domande di inserimento nelle liste prioritarie lo scorso 14 gennaio, secondo recenti dati diffusi, nei giorni scorsi, dalla Uil Scuola, ha interessato, quest'anno, circa 21mila precari: per l'esattezza, 16.543 docenti e 4.529 Ata.
Discreta, anche la com-partecipazione regionale: hanno messo sul piatto circa 150 milioni, che saranno investiti per utilizzare questi lavoratori in progetti di utilità sociale e formativi.
Ecco come saranno
le scuole superiori targate Gelmini
di Claudio Tucci
15 gennaio 2010
Slittano di un mese le iscrizioni alle scuole superiori
Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori
I pareri espressi dal Consiglio di Stato
DOCUMENTI / Le circolari e i modelli per le iscrizioni
"Dai nostri archivi"
Il Consiglio di Stato promuove la riforma delle scuole superiori
Licei e istituti tecnici: in 500mila pronti alla riforma
In 500mila al debutto nella nuova scuola
Riforma scuole superiori: disco verde dal Senato
Scuola: primo sì parlamentare alla riforma delle superiori
Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei.
Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi.
Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi.
Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l'inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum.
Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all'intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso.
Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell'infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l'iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un'adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l'approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado.
Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico.
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione (1920 minuti di lezione).
Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti) (1800 minuti di lezione ).
Ci sarà un primo biennio, dedicato all'acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni.
Il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell'inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell'offerta formativa.
I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio.
Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo.
Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.).
Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane.
Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino,
mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch'esso senza latino.
Al classico, sarà introdotto l'insegnamento della lingua straniera per l'intero quinquennio.
Il liceo linguistico, invece, prevederà l'insegnamento di 3 lingue straniere.
Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento.
Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico.
In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell'orario scolastico:
27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane;
32 ore nel liceo musicale e coreutico;
34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d'arte;
32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali.
Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l'orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali.
A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, "ledere la sovranità del collegio docenti stesso".
Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l'orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l'eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d'orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l'orario "slim" per alcune materie è tuttavia l'ipotesi più probabile.
Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio.
Professionali: più spazio ai servizi e all'industria e artigianato.
Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori:
istituti professionali per il settore dei servizi e
istituti professionali per il settore industria e artigianato.
Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi.
Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l'esame finale.
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione.
Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell'Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.
Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l'ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell'ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell'approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d'orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola.
15 gennaio 2010
Riforma della scuola: ecco cosa pensano i docenti
di Massimo Donaddio
4 febbraio 2010
"Dai nostri archivi"
DORSI REGIONALI / Al Nord la rivincita delle scuole tecniche
Prof in catene e sit-in: riparte la protesta contro i tagli nella scuola
Nella scuola più che i fondi manca la concorrenza
E scoppia la web-corsa alle competenze
Scuola, aumentano i bocciati L'Ocse critica costi e insegnanti
Preoccupazione, frustrazione, qualche timida apertura, dubbi, perplessità. È variegato lo spettro di sensazioni che si possono raccogliere ascoltando gli insegnanti commentare il riordino dei cicli scolastici varato oggi dal Consiglio dei ministri.
Da Nord a Sud, dai licei agli istituti tecnici, i docenti cercano di saperne di più su quello che sarà il destino della scuola nel prossimo futuro, ma si comprende che un'opinione se la sono fatta, e non da adesso.
Chiaramente le esigenze delle scuole variano anche a seconda del contesto sociale ed economico nel quale sono collocate, come nel caso dell'istituto tecnico industriale "Scalfaro" di Catanzaro, dove il vicepreside Luigi Rodomonteinsiste molto sull'importanza delle attività di laboratorio, effettivamente potenziate dall'attuale riforma.
"Condivido l'obiettivo di fare il più possibile per i laboratori, senza dimenticare la necessità per noi urgente di potenziare il rapporto con l'industria, che in Calabria è minimo".
È proprio la difficoltà di trovare legami significativi con le imprese il nodo della questione, secondo il professore: "Le realtà industriali calabresi sono assolutamente insufficienti per dare uno sbocco professionale e lavorativo ai nostri ragazzi, che sono lasciati sempre più soli, anche dallo Stato.
Gli investimenti dell'industria nella formazione sono troppo scarsi".
Rodomonte chiede un aiuto concreto da parte delle istituzioni politiche, dalle Regioni in particolare, sottolineando come qualsiasi riforma deve essere verificata non sulla carta, ma alla prova dei fatti.
Giudizio condiviso anche dalla da un'altra docente del mondo degli istituti tecnici, la professoressa Anna Gatti dell'istituto Pirelli di Roma, molto attiva nel campo della formazione e della didattica. Soddisfatta dal potenziamento delle attività di laboratorio, non sottovaluta nemmeno la riduzione dell'orario scolastico (da 36 a 32 ore), che consentirebbe a studenti e docenti di avere il sabato libero.
Una sperimentazione tra l'altro già attuata nell'istituto romano, che ora potrà concentrarsi sulla riforma del triennio. Resta il nodo del personale, però: "I laboratori possono essere rilanciati con il congruo numero di assistenti tecnici, che per ora scarseggiano e sui quali non c'è ancora nulla di concreto", spiega la professoressa. Un altro nodo da sciogliere riguarda i contenuti, preoccupazione trasversale a tutti gli insegnanti e tutti gli istituti: dopo il quadro esterno delle riforma, è necessario passare a vedere cosa c'è all'interno dei programmi scolastici, per modularli meglio.
Resta ancora da verificare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto per quanto riguarda gli stage: qui il dubbio - confessa la professoressa Gatti - è sulla possibilità che si creino opportunità di serie A e di serie B, in base alle conoscenze personali dei presidi.
Fortemente critica sul metodo e sul merito della riforma Maria Teresa Bodini, docente di greco al liceo classico Berchet di Milano, secondo la quale "la riforma vera deve essere quella degli insegnanti, da cui passa la vera qualità della scuola. Se non si torna a valorizzare e motivare gli insegnanti, attaccati e delegittimati per troppo tempo, non ci sarà vera riforma e qualità per la scuola, si rischia di cucire solo delle toppe sopra un vestito già liso". Positiva, per un'insegnante di esperienza come la professoressa Bodini (docente nei licei classici dal 1973) l'eliminazione di una moltitudine di indirizzi che "hanno reso la scuola confusa e frammentaria", anche se il senso di un investimento per la cultura come risorsa per il futuro sembra mancare nella riforma prospettata dal governo. "Destra e sinistra non hanno investito sulla formazione - continua Bodini - e la sensazione è che questa riforma sia stata attuata soprattutto per motivi economici e di bilancio".
Favorevole al riordino degli indirizzi scolastici, ma interessato soprattutto al tema dei programmi di studio si mostra Giovanni Pacchiano, saggista e critico letterario del Sole 24 Ore, ma per lunghi anni docente nei licei milanesi (Parini e Carducci). "Giudico positiva una riduzione della polverizzazione delle sperimentazioni, ma trovo anche negativa la riduzione delle ore a scuola. Nella mia idea di scuola nulla può sostituire le ore di lezione e di apprendimento in classe. Anzi, fosse per me le aumenterei certamente, sul modello delle scuole coreane. Ridurre i saperi mi sembra pericoloso: i ragazzi sanno troppo poco quando escono da scuola per andare all'università". Certo la scuola deve saper interessare di più gli studenti: "I nostri ragazzi si sono disabituati a leggere, ma se non li aiuta la scuola, chi potrà farlo?".
4 febbraio 2010
L'UNITA'
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Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos
di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore
Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole".
Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie.
La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese".
I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza.
Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro.
Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro.
Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi
come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti".
Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani.
Di' la tua
04 febbraio 2010
Scuola, via libera alla riforma. Riordino imposto. E' caos
di Maristella Iervasitutti gli articoli dell'autore
Meno ore di scuola rispetto alle medie. Un "taglio" drastrico agli indirizzi (sei licei, sfoltiti i tecnici e i professionali) e tante materie che scompaiono e riappaiono come Geografia e Diritto. Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla riforma dell'istruzione superiore senza tener conto delle proteste di insegnanti, famiglie e sindacati. Il tutto nel pieno caos delle imminenti iscrizioni degli studenti, dove a tutt'oggi non c'è certezza sull'offerta formativa. Il tanto annunciato opsucolo del Miur ancora non c'è, forse sarà pronto domani via web. Tuttavia, Berlusconi e la Gelmini in conferenza stampa suonano la gran cassa. E si scopre il vero "piano" del governo: fare cassa e accontentare le imprese, Confindustria in primis. Infatti, i licei restano "reginette" anche se scompare il Diritto. Resta la divisione con gli istituti tecnici e professionali, confinati a "Cenerentole".
Il presidente del Consiglio lo dice usando questi termini: "La scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". E la "maestra unica" dell'Istruzione decanta il riordino: "Riforma epocale, non ideologica". Tace però sui nuovi quadri orari e rivendica l'opzione del nuovo liceo, quello musicale. Una "carnevalata", per dirla con la Rete degli studenti, al quale il premier non resta indietro: "Studiate le mie canzoni e quelle di Apicella..." è il messaggio che manda ai ragazzi che devono scegliere dove iscriversi entro il 26 marzo e senza che sia ancora partita la tanto annunciata campagna di informazione alle famiglie.
La riforma entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalle sole prime classi solo per i licei, non per i tecnici e i professionali però , dove le riduzioni di orario saranno pesanti da subito anche per le classi terze, quarte e quinte già in corso. La nuova scuola targata Gelmini prevede un taglio netto degli indirizzi di studio: i licei diventeranno sei. Gli istituti tecnici passeranno da 10 con 39 indirizzi a 2 con 11 indirizzi e le ore scenderanno da 36 a 32; i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi scenderanno a 2 corsi e 6 indirizzi, anche qui le ore saranno 32 invece delle attuali 36. Per dirla con Antonio Rusconi, capogruppo Pd in commissione istruzione del Senato "E' un ciclone che devasta l'istruzione". Anche i sindacati (Flc-Cgil e Gilda) non mandano giù il boccone amaro: "Un riordino era necessario - sottolineano - ma questa non è una riforma". E il leader del Pd, Pierlugi Bersani, dichiara: "Di epocale non è la riforma, è il taglio alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro paese".
I licei Si passa dai quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (con 6 indirizzi distinti) e le new entri del liceo musicale e delle scienze umane. Al Classico rispetto all'oggi, si studierà inglese per cinque anni e verrà potenziata l'area scientifica e matematica. Resta obbligatorio il Latino. Chi opterà per lo Scientifico troverà la nuova opzione delle "scienze applicate" che raccoglie l'eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica. Al liceo linguistico viene introdotta la terza lingua straniera e dal terzo anno una materia verrà insegnata in lingua. Altra novità, il liceo delle scienze umane, che sostituisce quello sociopedagogico, con l'opzione economico-sociale. Infine, quello musicale: con 40 sezioni e 10 coreutiche che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza.
Istituti tecnici Due soli settori: economico e tecnologio, e 11 indirizzi. L'orario settimanale sarà di 32 ore (un taglio di ben 4 ore di scuola rispetto all'oggi). Ci saranno i laboratori: 264 ore nel biennio che salgono a 891 nel triennio. Il biennio sarà comune per i due percorsi. E' favorita la diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro.
Istituti professionali Da cinque settori e 27 indirizzi si passa a 2 macro-settori - servizi e industria/artigianato - e 6 indirizzi. L'orario settimanale si accorcia a 32 ore. Il percorso di studi è articolato in due bienni e un quinto anno. Anche qui entra in gioco l'alternanza scuola-lavoro.
Le reazioni Le Consulte nazionali degli studenti hanno bocciato la riforma con 56 voti contro 36 a favore. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "E' una riforma fortemente deludente. L'unica logica è quella dei tagli. Qualche miglioramento solo per le prime classi, poi il caos delle materie professionalizzanti soprattutto per i tecnici e professionali".Per Pantaleo la conseguenza sarà "una drastica riduzione di posti di lavoro e il licenziamento di altri migliaia di precari". Da qui l'imminente protesta: "Assemblea nazionale il 17 febbraio, e così fino allo sciopero generale del 12 Marzo proclamato dalla Cgil". Mentre l'ex ministro Giuseppe Fioroni "bacchetta" Berlusconi: "La scuola superiore, caro presidente del Consiglio, non 'sforna' ragazzi
come da lei testualmente affermato. La scuola ha il compito di formarli ed educarli". E l'opposizione, con Maria Coscia (pd) in testa, ribadisce: "Solo spot trionfalistici, bisognava rimandare di un anno l'avvio della controriforma". Pollice verso anche dal Gilda: "Si penalizzano fortemente le seconde, le terze e le quarte classi sui cui ricadranno i tagli". Collaborativo con il governo Di Menna della Uil-scuola: "Primo ok ma più investimenti".
Famiglie e studenti nel caos Le iscrizioni sono alle porte e regna il mistero sui quadri orari di tutte le materie. Secondo indiscrezioni la Geografia dopo la campagna di proteste, sarebbe rimasta. Ma il Miur avrebbe solo girato il probleme ai presidi: resta l'accorpamento con la Storia, nessun aumento di ore". E nella baraonda più totale anche le famiglie: il piano di orientamento del ministero forse sarà pronto solo domani.
04 febbraio 2010
Macelleria contabile. La fine della scuola
di Fabio Luppinotutti gli articoli dell'autore
Ormai non c’è più niente da fare. Manca il placet del governo, che potrebbe arrivare oggi o nel prossimo Consiglio dei ministri. La riforma che depotenzierà lo studio di moltissime materie nelle scuole superiori e che taglierà migliaia di posti di lavoro, ieri ha avuto il sì, pd contrario, non l’Udc, (tra l’altro non vincolante) della commissione competente in Senato. Che si possa fare così, quasi in silenzio, con dei regolamenti (che vi abbiamo diffusamente illustrato su queste pagine e che potete vedere sul sito http://nuovilicei.indire.it/) lo prevede la Finanziaria del 2008, attraverso cui si è delegato il governo a fare e ad infischiarsene di un reale dibattito parlamentare. Buio sulla scuola, dunque.
Fine delle sperimentazioni nei licei; fine delle attività pratiche nei tecnici (dall’Agrario, ai Nautici ai Tecnici industriali, e poi lo stesso governo ci propone l’apprendistato a quindici anni, togliendolo da un percorso formativo vero); fine dello studio di due lingue straniere; fine dello studio della geografia, di cui parleremo nella pagina seguente; latino solo in uno dei tre scientifici che rimarranno. "Siamo sbalorditi e turbati di fronte all’indifferenza con cui il governo ha dimostrato di voler risolvere i gravi problemi che affliggono la scuola italiana", ha detto la presidente del Gruppo del Pd, Anna Finocchiaro, a commento del via libera ai regolamenti sulle scuole superiori della commissione Istruzione del Senato. "Hanno vinto i diktat di Tremonti - ha precisato Finocchiaro - preoccupato solo di contenere la spesa pubblica, come ha sottolineato più volte nei suoi pareri il Consiglio di Stato.
Il governo ha scelto la strada più veloce e meno democratica, privando il parlamento e il Paese di un confronto serio e doveroso. La scuola italiana avrà meno ore da dedicare agli studenti, meno materie e anche meno insegnanti, perché nulla è stato fatto per garantire il posto di lavoro alle migliaia di precari che, dopo anni di dedizione e attesa, sono costrette a fare i conti con un futuro privo di certezze.
La scuola italiana, così come esce da quella che si ha il coraggio e la sfacciataggine di definire una riforma, è un salto all’indietro. Un’offesa per il nostro Paese, al quale non si vogliono offrire gli strumenti per affrontare sfide importanti nel campo della conoscenza, dell’innovazione, dell’investimento sui giovani e sul sapere". Buio anche sul percorso. Perché al momento i regolamenti per le superiori non sono pubblici e le famiglie hanno due mesi di tempo per scegliere il futuro scolastico dei propri figli. Buio per i docenti: non si sa se la cosiddetta riforma partirà solo per le prime classi dal prossimo anno scolastico o se pure per le altre, minando un percorso di formazione scelto su altri presupposti.
28 gennaio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Stampa
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COMUNICATO STAMPA
Riforma dell’Istruzione tecnica e professionale
La riforma dell'Istruzione Tecnica e Professionale era attesa da quasi 80 anni. Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione.
Ecco i punti principali dei due regolamenti:
Riordino degli istituti tecnici
Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 Settori: economico e tecnologico.
Avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Nel Settore economico sono stati definiti 2 indirizzi:
1. amministrativo, finanza e marketing;
2. turismo.
Nel Settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:
1. meccanica, meccatronica ed energia;
2. trasporti e logistica;
3. elettronica ed elettrotecnica;
4. informatica e telecomunicazioni;
5. grafica e comunicazione;
6. chimica, materiali e biotecnologie;
7. sistema moda;
8. agraria, agroalimentare e agroindustria;
9. costruzioni, ambiente e territorio.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.
Centralità delle attività di laboratorio
Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica di laboratorio, considerata uno strumento efficace in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio, italiano e storia).
Relativamente agli indirizzi del settore tecnologico è prevista inoltre la presenza degli insegnanti tecnico-pratici nella misura oraria crescente dal primo al quinto anno:
Ulteriori risorse di personale saranno assegnate alle scuole per potenziare le attività didattiche di laboratorio.
Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativa
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio.
Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc..
Ore dedicate alle 2 aree:
AREA ISTRUZIONE GENERALE
AREA INDIRIZZO
Primo biennio
660 ore
396 ore
Secondo biennio e quinto anno
495 ore
561 ore
Struttura del percorso didattico
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
Più inglese
Sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.
Insegnamento di scienze integrate
E' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", per potenziare la cultura scientifica.
Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni
Le norme introdotte hanno l’obiettivo di creare un rapporto più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l’alternanza scuola-lavoro.
Riordino istituti professionali
In Italia, in questo anno scolastico, studiano, in 1.425 istituti professionali, 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Con il riordino dell'istruzione professionale sarà riaffermata l'identità di questo tipo di scuola nell'ambito dell'istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro e per il proseguimento degli studi all’università.
Verrà superata la sovrapposizione con l'istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d'istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d'istruzione saranno più efficaci e le risorse verranno utilizzate nel modo più adeguato.
I nuovi istituti professionali
Si articolano in 2 macrosettori:
Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi:
Settore dei servizi:
Settore industria e artigianato:
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.
Ore di insegnamento
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Più flessibilità dell'offerta formativa
Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota già prevista del 20% di autonomia, ammonteranno al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.
Le quote di flessibilità consentono:
La struttura del percorso quinquennale
AREA ISTRUZIONE GENERALE
AREA INDIRIZZO
Primo biennio
660 ore
396 ore
Secondo biennio e quinto anno
495 ore
561 ore
La struttura del percorso quinquennale
Il percorso è articolato in:
2 bienni e 1 quinto anno
Offerta coordinata con la formazione professionale regionale
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Centralità delle attività di laboratorio e tirocini
Roma, 4 febbraio 2010
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Stampa
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COMUNICATO STAMPA
Riforma dei licei
La riforma dei licei ha ricevuto il via libera definitivo da parte del Consiglio dei Ministri. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923.
Con questa riforma si vuole:
Le novità della riforma:
Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare, i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotti a 6 licei.
Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:
Altre novità complessivamente introdotte dalla riforma:
Nuova organizzazione
La nuova organizzazione dei licei prevede:
Il metodo
Dopo la prima lettura e il primo via libera del Consiglio dei Ministri alla Riforma dei licei, il Ministrero ha aperto uno spazio di discussione per perfezionare il testo e continuare ad ascoltare il mondo della scuola (sono stati coinvolti oltre 10mila tra insegnanti e dirigenti scolastici) e della cultura, le famiglie e i ragazzi.
La riforma sul web
Per la prima volta un provvedimento è stato sottoposto, prima della sua adozione, al confronto attraverso il mondo del web grazie al sito
http://nuovilicei.indire.it, da cui è stato possibile scaricare i documenti approvati in prima lettura, commentarli on line articolo per articolo, seguire il "cantiere del cambiamento" passo dopo passo attraverso la rassegna stampa, gli appuntamenti di confronto e di comunicazione e i relativi video, relazioni o abstract, i documenti e gli "appunti di viaggio" che via via sono stati messi on line. I commenti hanno segnalato la correttezza di alcune ipotesi già allo studio della Cabina di regia (i cui membri dialogano on line), come il perfezionamento dei quadri orari relativi alle "Scienze Umane" e il rafforzamento ulteriore dell’asse scientifico matematico e della lingua straniera.
Roma, 4 febbraio 2010
REPUBBLICA
per l'articolo completo vai al sito Internet
http://www.repubblica.it2010-02-06
IL PIANO DEGLòII STUDISono la traduzione pratica della legge e lo schema con cui si studierà dal prossimo anno
Al classico meno italiano e storia e più materie scientifiche. La novità di linguistici
Così in classe nei nuovi licei
Ecco ore e materie della riforma
di SALVO INTRAVAIA
Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma
I quadri orari, incubo di professori e studenti fino a diventare la chiave dell'intreccio di uno dei più divertenti film sulla scuola. Ma anche la traduzione pratica di una riforma. Ecco dunque tutte le materie e gli orari dei nuovi licei varati dal Consiglio dei ministri. Confermato, come aveva anticipato due giorni fa Repubblica.it, l'ingresso del Diritto in tutti e due gli indirizzi del liceo delle Scienze umane, l'introduzione delle Scienze in tutti e 5 gli anni del liceo classico. Ma anche più Fisica, Matematica e Scienze allo scientifico. Tutti gli studenti che sono orientati verso uno dei 6 nuovi licei gelminiani hanno tempo fino al 26 febbraio per studiare i nuovi piani-orario. Poi occorrerà scegliere, anche in base alle variazioni apportate dalle singole scuole, entro il 26 marzo.
Licei classici. Meno Italiano e Storia nei prossimi licei classici. Ma anche più Lingua straniera, Matematica, Fisica e Storia dell'Arte. Al biennio si studierà per 27 ore a settimana. Al triennio saranno invece 31 le ore di studio settimanali. Il prossimo anno, chi sceglierà il classico studierà 4 ore a settimana di Italiano (una in meno rispetto al vecchio ordinamento), 5 di Latino e 4 di Greco. Tre sole ore di Storia e Geografia (materia unica), 3 di Matematica e 2 di Scienze. Restano due le ore settimanali di Scienze motorie (un tempo Educazione fisica) e una alla settimana quella di religione.
Licei scientifici. Quello della Gelmini è un liceo decisamente più "scientifico", ma non troppo: meno ore di Latino e Storia, più ore di matematica, Fisica e Scienze. Ma anche meno ore di Lingua straniera. Al primo anno si studieranno 4 ore settimanali di Italiano e 3 di Storia/Geografia (materia unica). Le ore di latino diventeranno "appena" 3, come quelle di Inglese. Saranno invece sette le ore di Matematica (5 settimanali) e Fisica (2 a settimana). Due ore a settimana per Scienze, Storia dell'Arte e scinze motorie e una di religione. E nell'opzione "scienze applicate" salta completamente il Latino, entra l'Informatica e diventerà Scienze la materia più studiata. Svanisce anche il sogno dei corsi bilingue, molto richiesti dai genitori. Saranno poi le scuole, col 20 per cento di flessibilità oraria, ad adeguare i curricula alle esigenze del territorio.
Licei artistici. Saranno i licei dove si studierà di più: 34 ore settimanali al biennio e 35 al triennio. E sei gli indirizzi su cui esercitare la scelta: arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia. Il biennio sarà comune a tutti gli indirizzi, mentre al terzo anno le strade si dividono: 23 ore settimanali restano comuni a tutti gli indirizzi e 12 di laboratorio.
Licei delle scienze umane. Ereditano gli alunni degli ex istituti magistrali e dei licei socio-psicopedagogici. Rispetto alla prima lettura, per raggranellare qualche ora di Diritto è stata sacrificata una lingua straniera. Me viene potenziato lo studio delle Scienze umane. Al primo anno le 27 ore settimanali saranno così suddivise: 4 di Italiano, 3 di latino e 3 di Storia/Geografia. E ancora: 4 ore settimanali di Scienze umane (Antropologia, Pedagogia, Psicologia e Sociologia), 3 di Lingua straniera e 2 di Diritto ed economia. L'area scientifica comprende 3 ore di Matematica (con Informatica) e 2 di Scienze naturali (Biologia, Chimica, Scienze della Terra). E si conclude con Scienze motorie (2 ore) e Religione. Nell'opzione "economico-sociale" sparisce il Latino subentra un'altra Lingua straniera e si incrementano le ore di Diritto ed economia, ma calano quelle di Scienze umane.
Liceo linguistico. E' una mezza novità per l'ordinamento scolastico italiano. Finora, infatti, il liceo linguistico è stato attivato come sperimentazione nei socio-psicopedagogici. Da adesso avrà una sua autonomia e dignità. Anche questo liceo, rispetto alla prima lettura del Regolamento, subisce delle variazioni. Si riducono le ore di Latino e si incrementano quelle di Lingua straniera. Al primo anno, si studieranno 4 ore di Italiano, 2 di Latino e 10 ore di ben 3 Lingue straniere. Saranno 3 le ore di Storia/Geografia e altrettante di Matematica. Due ore settimanali di Scienze, due di attività motoria e una di religione. In totale, 27 ore.
Liceo musicale/coreutico. E' la vera novità della riforma, ma anche la cenerentola: saranno soltanto 40 le sezioni di liceo musicale il prossimo anno in Italia. E appena 10 quelle di liceo coreutico. In tutti e 5 gli anni si studierà per 32 ore a settimana. Ma i due indirizzi, al primo anno, avranno in comune soltanto 18 ore: 4 di Italiano, 3 di Lingua straniera, 3 di Matematica, 2 di Scienze, 2 di Storia dell'arte e una di religione. La restante parte dell'orario sarà destinato a materie di indirizzo.
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2010-02-04
Approvata dal Consiglio dei ministri, riordina gli istituti superiori
Gli indirizzi saranno 6 nei licei, due nei tecnici, due nei professionali
Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale"
Sindacati e opposizione: solo un taglio
E i Cobas proclamano per il 12 marzo lo sciopero generale della scuola per l'intera giornata per protesta contro la riforma
Scuola, sì alla riforma. Gelmini: "Epocale" Sindacati e opposizione : solo un taglio
Maria Stella Gelmini
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
VAI ALLA LA SCHEDA
"Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa. Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di una legge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze").
Dure le reazioni dell'opposizione. Per Pierluigi Bersani "il riordino della scuola superiore da parte del governo non è una riforma, ma un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che - invece di avvicinarci come riferito dal premier - ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese". Il riordino di cui parla il governo sarebbe in realtà un mero "taglio di risorse, di competenze e di tempo", dovuto alla necessità di Tremonti di far quadrare il bilancio. Per il Pd, a causa di questa riforma, "la scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica, penalizzando i saperi tecnico-scientifici e tagliando le ore di laboratorio negli istituti professionali".
E c'è anche chi si domanda se Berlusconi l'abbia mai letta questa riforma della scuola, perché - dice Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Italia del Valori alla Camera, "l'impressione è che non l'abbia fatto". Per l'Idv, questa riforma "è stata scritta da Confindustria ed è priva di risorse adeguate".
Il tono delle critiche dell'opposizione si trova anche nella durissima reazione di Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: "Ciò che il governo ha approvato - ha detto - non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal ministro Tremonti". Da questa riforma - spiega il segretario - "la professionalità del personale uscirà svilita e tantissimi precari, insegnanti e Ata, saranno presto licenziati". Di più, secondo Pantaleo, "la decisione di ridurre l'orario nella classi successive alla prima e nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave e inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza". I sindacati fanno sapere che non molleranno la presa e che anzi, alzeranno il tiro: "Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione. Il 12 marzo poi sarà giornata di sciopero nazionale".
Sulla stessa linea anche la Gilda, l'associazione professionale dei docenti italiani, che allude ad una riforma che "penalizza fortemente le seconde, terze e quarte classi su cui ricadranno i tagli previsti dal governo". In seguito all'incontro avvenuto ieri, alla vigilia del Consiglio dei ministri, tra i sindacati e i tecnici del ministero dell'Istruzione, "il governo - ha spiegato il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio - ha accolto in parte i pareri espressi dalle commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato". Conclude Di Meglio: "E' evidente che studenti e docenti delle classi vittime dei tagli non avranno più alcuna certezza rispetto ai percorsi didattici che hanno intrapreso".
Insomma, per dirla con le parole usate dalla Rete degli studenti, questa riforma è una "carnevalata" che può valere come scherzo solo se in ballo non c'è il futuro dei giovani e del Paese. Il premier annuncia l'Europa, "per noi invece - conclude la Rete - i livelli europei diventano sempre di più un miraggio". Il 20 febbraio, "smaschereremo il governo". Prevista una giornata di mobilitazione nazionale.
Sciopero in vista. Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla riforma delle superiori i Cobas confermano lo sciopero per il prossimo 12 marzo. "Una riforma sciaguarata" la definisce il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi "che non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la "maestra unica" o la devitalizzazione del Tempo Pieno.
Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi".
"Ma - avverte Bernocchi - la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo
le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l'approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato,
fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare
l'offerta formativà alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo),
dovrebbero iscrivere i figli pressochè "al buio".
Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi". "Ci sono dunque - prosegue Bernocchi - le condizioni perchè si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla "riforma" da parte di docenti ed Ata, precari e "stabili", studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà nello sciopero del 12 marzo e in una grande manifestazione nazionale a Roma che partirà da Piazza della Repubblica alle 10 per concludersi al Ministero di Viale Trastevere.
In testa al corteo - conclude Bernocchi - ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti
coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell'insegnamento e del loro posto di lavoro".
(04 febbraio 2010)
Meno ore e meno professori
Ecco la nuova scuola superiore
di SALVO INTRAVAIA
Meno ore e meno professori Ecco la nuova scuola superiore
Ecco la scuola superiore targata Gelmini. Dal prossimo mese di settembre la scuola secondaria di secondo grado, ferma sostanzialmente al 1923, verrà riformata. E saranno tantissime le novità che interesseranno per il momento i 500 mila ragazzini delle scuole medie italiane in procinto di scegliere come proseguire gli studi, ma anche il milione di studenti che frequentano le classi intermedie (seconde, terze e quarte classi) degli istituti tecnici e professionali. Vediamo perché. Dopo un tira e molla durato diversi mesi, i sindacati, le commissioni Cultura di Camera e Senato sono riusciti a strappare un avvio soft della riforma: si partirà dalle sole prime classi. Ma per tagliare oltre 17 mila cattedre in appena due anni (il 2010/2011 e il 2011/2012) i tecnici del ministero dell'Istruzione, sotto l'occhio vigile dei colleghi dell'Economia, hanno dovuto rivoluzionare i quadri-orario dei tecnici e professionali. E così, dal prossimo mese di settembre, quasi un milione di studenti che frequentano le seconde, terze e quarte classi di tecnici e professionali si vedranno scontare le ore settimanali di studio. Secondo un modello che non è stato ancora presentato.
L'architettura. Dal prossimo anno scolastico la scelta sarà ridotta ad un numero relativamente concentrato di opzioni. E gli oltre 500 indirizzi (tra ordinamenti, sperimentazioni e progetti assistiti) tra i quali occorreva orientarsi fino all'anno in corso, saranno un ricordo. I licei avranno soltanto 6 indirizzi (artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico e musicale/coreutico). Ma considerando i 6 indirizzi del nuovo liceo artistico (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), l'opzione aggiuntiva per lo scientifico (delle scientifico delle "scienze applicate"), quella "economico-sociale" per il liceo delle scienze umane e i due indirizzi del musicale e coreutico si arriva a 14 indirizzi. Gli istituti tecnici saranno in tutto 11 (Amministrativo, finanza e marketing; Turismo; Meccanica, meccatronica ed energia; Trasporti e logistica; Elettronica ed elettrotecnica; Informatica e telecomunicazioni; Grafica e comunicazione; Chimica, materiali e biotecnologie; Sistema moda; Agraria e agroindustria; Costruzioni, ambiente e territorio) , suddivisi in due settori (economico e tecnologico). Mentre i professionali diventano 6, suddivisi in due settori (dei servizi e industria e artigianato): Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; Servizi socio-sanitari; Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera; Servizi commerciali; Produzioni artigianali e industriali; Servizi per la manutenzione e l'assistenza tecnica.
Le ore di lezione. Tutti i licei, ad eccezione di quello artistico e del classico, avranno 27 ore di lezioni settimanali al biennio e 30 ore a settimana al triennio. Al classico si studierà di più: 31 ore settimanali negli ultimi tre anni. Mentre al liceo artistico, per via delle materie di indirizzo che richiedono parecchie ore di esercitazione, si arriverà a 34 ore al biennio e 35 al triennio. Saranno invece 32 ore settimanali, per tutti e 5 gli anni, al liceo musicale e coreutico, che però inizierà in sordina: 40 sezioni di liceo musicale e 10 di liceo coreutico in tutta Italia. Nei tecnici e negli istituti professionali l'orario settimanale è stato invece calibrato su 32 ore, con un numero congruo di attività laboratoriale.
Autonomia. I curricula predisposti dal ministero possono essere modificati, entro certi limiti, dai singoli collegi dei docenti. Al biennio, i nuovi licei potranno ritagliare il 20 per cento del monte ore annuo per attivare insegnamenti opzionali. Quota che sale al 30 per cento al triennio. In questo modo, ogni liceo potrà "personalizzare" l'offerta formativa per renderla più vicina alle esigenze dell'utenza e del territorio. La quota di flessibilità nei tecnici e nei professionali è ancora più elevate e può superare la metà delle ore annue.
© Riproduzione riservata (04 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Scuola
CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet
http://www.corriere.it2010-02-04
stretta sugli indirizzi di studio e revisione dei quadri orari
Via libera alla riforma delle superiori
Ultimo passaggio per il testo della Gelmini che riordina l'istruzione. Berlusconi: così scuole in linea con l'Europa
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La Gelmini (Afp)
La Gelmini (Afp)
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. L'esame del Cdm era l'ultimo passaggio in programma - dopo i pareri favorevoli del Consiglio di Stato, della Conferenza Stato-Regioni e delle competenti commissioni parlamentari - per il testo messo a punto dal ministro Gelmini. Ora manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il riordino, che riguarda licei, istituti tecnici e professionali, sarà attuato dal prossimo anno scolastico a partire dalle prime classi.
TRE REGOLAMENTI - Un progetto in tre regolamenti accompagnato da non poche polemiche, anche per la volontà del governo di rendere operative le novità molto in fretta. I tempi adesso sono strettissimi: il 26 marzo scadono le iscrizioni alla prima superiore. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha assicurato che alle famiglie e nelle scuole medie, subito dopo il varo della riforma, saranno inviati opuscoli informativi dettagliati e sarà avviata una campagna sui mezzi di informazione e sul sito del ministero. "La riorganizzazione dell'intero sistema - ha spiegato - renderà più semplice, lineare e trasparente l'informazione alle famiglie che oggi erano costrette a districarsi tra gli oltre 396 indirizzi sperimentali".
"SCUOLE IN LINEA CON EUROPA" - Secondo il premier Berlusconi la riforma (definita "epocale" dal ministro Gelmini) metterà le scuole italiane in linea con quelle dei Paesi europei. "È molto importante l'attenzione data alla formazione dei nostri giovani - ha detto al termine del Cdm -, ancora oggi hanno dalla scuola di Stato qualcosa non in linea con i Paesi europei più avanzati. Attualmente la scuola superiore e tecnica non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Berlusconi ha aggiunto che "diverse migliaia gli insegnati che sono stati consultati e hanno partecipato a questa riforma, mettendo a disposizione la loro esperienza". Infine il premier ha scherzato sulla sua passione per il canto: "Al liceo musicale sarà materia di studio obbligatoria tutta la produzione di canzoni del primo ministro e di Apicella così prevengo le accuse...". Il premier non è riuscito a finire la battuta perché è scoppiato a ridere insieme alla Gelmini. Quest'ultima è stata ringraziata dal premier perché "è qui e ha lavorato alla riforma della scuola invece di andare in viaggio di nozze".
STRETTA SU INDIRIZZI - La riforma prevede una decisa stretta sugli indirizzi di studio, la revisione dei quadri orari, un potenziamento dello studio della matematica e delle lingue. I licei saranno ridotti a sei (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti): classico, scientifico, artistico, linguistico, musicale-coreutico e delle scienze umane; nei tecnici ci saranno due ambiti di studio (economico e tecnologico), suddivisi in 11 indirizzi (ora sono 10 con 39 indirizzi), con meno ore da passare tra i banchi e più nei laboratori; nei professionali (2 settori e 6 indirizzi dagli attuali 5 settori con 27 indirizzi) saranno rafforzate le materie di indirizzo ed è prevista una maggiore flessibilità dell'offerta formativa.
Redazione online
04 febbraio 2010
AVVENIRE
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http://www.avvenire.it2010-02-06
6 Febbraio 2010
RIFORMA
Scuola, Gelmini: prossimi obiettivi
reclutamento e valutazione
E ora "riforma del reclutamento dei docenti" e "introduzione della valutazione", preludio, quest’ultimo "all’introduzione di una vera carriera basata sul merito". All’indomani del varo definitivo della riforma della secondaria, il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini indica i prossimi obiettivi della sua azione. Ma per ora, spiega ancora il ministro, c’è la necessità di illustrare la riforma appena varata, su cui il dibattito tra favorevoli e contrari non sembra placarsi.
Una "contrapposizione" che non piace alla Gelmini, che critica anche la bocciatura in commissione parlamentare dei regolamenti da parte delle opposizioni. "La riforma non è solo frutto del lavoro di questo governo – spiega il ministro –. E quello che mi ha stupito è il voto contrario dell’opposizione soprattutto per il regolamento degli istituti tecnici, dove abbiamo recepito molto del lavoro svolto anche con il ministro Giuseppe Fioroni".
Entrando poi nell’illustrazione dei diversi interventi, il ministro parlando dai microfoni di Radio24, ha affermato che "per i licei sono state individuate tre materie chiave: italiano, matematica e lingua straniera. Ora in tutti e sei i licei l’insegnamento della lingua straniera avverrà per tutti e cinque gli anni", con la possibilità nell’ultimo anno di attivare un insegnamento di una materia non linguistica in lingua straniera. Per quanto riguarda i canali degli istituti tecnici e dei professionali, il ministro ha sottolineato che la riforma "è una delle risposte più importanti alla crisi economica. La cosa che più conta è che si vuole creare una collaborazione forte con il mondo del lavoro".
Anche per questo l’elaborazione dei regolamenti di questi due canali è avvenuta in raccordo "con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, con il quale sono state individuate sei azioni per rilanciare l’occupazione dei giovani e la prima di questa è proprio quello di facilitare la transizione dalla scuola al lavoro". Un altro aspetto è anche la possibilità di svolgere l’apprendistato a 15 anni, cioè durante l’ultimo anno dell’obbligo d’istruzione fino ai 16 anni. "Il contratto di apprendistato – commenta il ministro Gelmini – significa aiutare questi ragazzi che non hanno intrapreso altri canali formativi e renderli più liberi". Un obiettivo che lo stesso responsabile della Pubblica Istruzione andrà a spiegare al mondo imprenditoriale, come avverrà lunedì a Monza, in cui affronterà proprio i nodi e le novità di questa collaborazione introdotta con la riforma.
E la necessità di un confronto con il mondo della scuola è sottolineato con forza dalla Disal-presidi, associazione professionale dei dirigenti scolastici. "Toccherà come sempre a chi nella scuola è appassionato alla propria vocazione professionale e ai giovani – commenta il presidente nazionale Roberto Pellegatta – rimboccarsi le maniche per fare dei pur limitati spazi di flessibilità e autonomia uno spiraglio di migliore risposta ai bisogni formativi dei giovani". Il tutto, sottolinea ancora il presidente di Disal, ovviamente "senza l’insana contrapposizione politico-sindacale", ma con "un’informazione tempestiva, formazione dei docenti, chiarezza su tempi e strumenti". E anche il fronte sindacale è tornato a chiedere un confronto con il ministro per affrontare i temi più caldi della riforma.
Ma ieri nell’intervento radiofonico, il ministro ha toccato anche altri temi. E così non manca una battuta sul tetto del 30% di alunni non italiani iscritti in ogni singola scuola. "Occorre – ha spiegato – uno sforzo organizzativo, ma non è un problema irrisolvibile. Si tratta di distribuirli anche tra plessi scolastici che si trovano nello stesso quartiere, a poca distanza l’uno dall’altro. Ricordo poi che restano esclusi dal tetto i ragazzi che sono nati in Italia e che conoscono la lingua italiana".
Enrico Lenzi
2010-02-04
4 Febbraio 2010
ISTRUZIONE
Scuola, alle superiori si cambia
Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi. "Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa.Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni". Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di un alegge "che ci mette in linea con l'Europa", non resistendo a due battute: sulla musica ("La mia e di Apicella sarà materia di studio") e sul ministro ("Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze").
La Gelmini: "Non vogliamo fare cassa". La riforma delle scuole superiori, che ha avuto il via libera definitivo dal Consiglio dei ministri non è "assolutamente una riforma per fare cassa". Lo ha ribadito il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, illustrando il provvedimento al termine della riunione. "Siamo stati accusati di fare cassa -ha affermato Gelmini- è assolutamente falso. La riforma -ha evidenziato- è frutto di un lavoro approfondito. Sono 50 anni che siamo in attesa di una riforma organica. Era, quindi, urgente farla per riqualificare gli studi e oggi, grazie al contributo di tutti, abbiamo potuto raggiungere questo obiettivo". Il ministro ha quindi annunciato che il dicastero di viale Trastevere ha predisposto "un piano di orientamento, incollaborazione con dirigenti e insegnanti, che prenderà il via da domani perchè -ha sottolineato- le riforme non vanno solo approvate ma fatte conoscere agli utenti per consentire scelte consapevoli di famiglie e alunni".
4 Febbraio 2010
LA SCHEDA
Riforma delle superiori: ecco cosa cambia
Una riforma "epocale" che "elimina la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana. Per i licei si supera la legge Gentile del 1923, per i tecnici la riforma era attesa da 80 anni". Così viene definita dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, la riforma approvata stamattina in via definitiva dal Consiglio dei ministri che rivede l'organizzazione di licei, istituti tecnici e professionali.
I licei. Finora c'erano 396 indirizzi sperimentali e 51 progetti assistiti dal Miur. Adesso ci saranno solo 6 licei: il classico, lo scientifico, illinguistico; l'artistico con 6 nuovi indirizzi (arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafia e scenografia); il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane. Per la Gelmini, "l'obiettivo è di coniugare tradizione e innovazione".
Gli istituti tecnici. Attualmente in Italia sono 1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 39.283, frequentate da 863.169 alunni. Da ora in poi ci saranno 2 settori e 11 indirizzi: il settore economico con 2 indirizzi (amministrativo, finanza e marketing; e turismo); il settore tecnologico con 9 indirizzi (meccanica ed energia; trasporti e logistica; elettronica edelettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio).
Gli istituti professionali. In Italia, in questo anno scolastico, studiano in 1.425 istituti professionali 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi. Da ora in poi, invece, ci saranno 2 settori e 6 indirizzi: il settore dei servizi con 4 indirizzi (servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari;servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità e servizi commerciali); settore industria e artigianato con 2 indirizzi (produzioni artigianali e industriali; servizi per lamanutenzione e l'assistenza tecnica). Nel caso degli istituti tecnici e professionali, il ministro Gelmini ha sottolineato che sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere; che è previsto l'insegnamento di scienze integrate; che sarà rafforzato il rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro."Il governo punta molto sugli istituti tecnici e professionali - ha sottolineato il ministro - che finalmente non vengono più considerati scuola di serie B, ma anzi unarisposta alla crisi economica e formerà le professionalità richieste dal mondo del lavoro. Il rilancio della cultura tecnica e professionale è la migliore risposta della scuola alla crisi". Secondo il ministro, "iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro".
I quadri orari. Inoltre, nella riforma targata Gelmini, vengono ripensati i quadri orari. Ma il ministro spiega che "così come sostenuto dall'Ocse che afferma testualmente che 'è statisticamente provato che una durata d'istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimentò è pertanto auspicabile una riduzione della durata dei singoli insegnamenti facendo tuttavia salve attività critiche quali matematica e materie scientifiche". Vengono incrementati, prosegue il minsitro, gli orari della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti. È potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Una materia del quinto anno sarà insegnata in inglese.